Di Arcangelo Galante: L'autore ci presenta squarci di situazioni, continuamente in aumento, nella terra siciliana. Purtroppo, quanto da lui descritto, oramai da anni è divenuta una realtà triste e preoccupante, perciò le riflessioni e le considerazioni esposte in merito al tema trattato, sono legittime e comprensibili. D'altro canto, la storia ce lo insegna e nuovamente pare ripetersi, i flussi di immigrati vi sono sempre stati, con modalità e ritmo differente, in ogni terra, non solamente come sta accadendo nella penisola italiana. Il discorso richiederebbe ampie pagine da scrivere. Facendola in breve e per giungere al nocciolo della questione sociale, l'immigrazione andava regolata sin dal suo nascere, e va tuttora regola e gestita, non subita. Essa non deve essere neppure vissuta come una minaccia, né affrontata con razzismo, indulgenza e atteggiamenti collettivamente distruttivi. Il problema è di ardua soluzione, ma occorre saper coniugare insieme quel principio dell'accoglienza che ha sempre innervato l'anima profonda del nostro Paese, con esigenze di altri popoli in difficoltà. Non è una questione risolvibile nel giro di pochi anni, giacché essa si è radicata profondamente, ovunque. Testo che fa riflettere molto!

Di Isabella Galeotti: Sicilia un triangolo di terra, pregna di storia, l'aria è intrisa del profumo delle Zagare e quello degli agrumi che colorano questo paradiso.
Purtroppo è anche la MECCA di numerose imbarcazioni clandestine che quotidianamente attraccano nei loro porticcioli. Purtroppo, a volte, così mi ha raccontato un mio amico, che non ci sono sempre brave persone che hanno voglia di lavorare, ma si celano tra il gruppo degli individui che
si aprofittano del cuore dei siciliani raggirandoli.
Anche questo brano è una scheggia di vita, è un frammento della terribile realtà che tutti i giorni come sorge il sole si verificano su quelle meravigliose coste siciliane.