




Descrizione: Discorsi "filosofici" durante una rilassata colazione.
Incipit: Sono le 8 del mattino di domenica e le nostre rispettive dolci metà ancora dormono. Mia cugella ed io…

A rileggerti
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Allora secondo me nella realtà è semplicemente il presente che diventa immediatamente passato, e il futuro che diventa immediatamente presente che quindi torna nuovamente e istantaneamente passato.
Morale noi viviamo, quindi pensiamo e ci muoviamo solo nel e sul passato di ogni tempo, vissuto in essere e divenire, come apparente presente.
Quindi la reale percezione sarebbe, il passato che pensa verso il presente, cioè all'attimo futuro che già sul tempo di essere pensato o tramutato in azione, diventa già, il passato di questo presente.
Il futuro in realtà è solo una delle finite finestre o possibilità di pensiero o azione vissute poi esclusivamente nel presente/passato a venire, sia imminente che proiettato/immaginato in avanti a questo, ma che anche una volta pensato, o immaginato in avanti al presente stesso, sarà comunque poi percepito e vissuto da noi già come il passato, in essere e divenire, del momento divenuto poi ora presente.
Ripeto :
presente diventa/è passato
futuro diventa/è presente.
La vera domanda non è quindi tanto come percepiamo il flusso del tempo, ma se è vero quello che ho appena affermato, dimostrabile per tutti logicamente, allora vuol dire che in realtà il libero arbitrio poi va a farsi benedire. Questo perché se viviamo in essere e divenire solo il passato di ogni tempo/scelta, vuol dire che nel futuro/presente di ogni scelta fatta o voluta, essa è già stata comunque compiuta, perché noi poi viviamo in essere solo il passato della stessa.
Quindi noi scegliamo di volta in volta con totale responsabilità di scelta, una scelta che però nei fatti avremmo comunque compiuto di nostra stessa volontà, come pure se imposta da altri, potendola poi percepire in essere solo nel presente, presente che per noi però è già inesorabilmente il passato di questo stesso futuro/presente.
Naturalmente per aver conferma reale di questo dovremmo spostarci alla stessa velocità di un fascio di luce, dove invece del passato saremo e percepiremo sempre in essere e divenire solo il presente di ogni tempo. Cioè il passato, se potessimo procedere in linea contraria, tornerebbe istantaneamente presente, come allo stesso modo, procedendo invece in linea retta avanti a noi, il presente sarebbe già istantaneamente il futuro stesso.
Quindi ora invece il tempo sarebbe così percepito:
passato diventa/è presente
presente diventa/è futuro.
Chiaro no?
Senza contare che il tempo poi non è sottoposto al rigido regime scientifico della causa che produce un effetto. Lo ieri non causa l'oggi come il futuro non è causato dal presente.
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Esiste per noi (anche senza l'orologio) oggettivamente solo il passato in cui tutto in noi si esprime ed un presente che non verrà mai quindi colto pienamente in essere, perciò il presente è già il futuro stesso di ogni momento presente da noi però percepibile e vissuto solo come/nel passato di questo tempo stesso.
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Questo perché ogni materia con presente massa al suo interno subisce il processo entropico, cioè il passare del tempo dal punto A in un punto B come anche lo spazio/tempo stesso che continua ad espandersi.
L'unico aspetto che "sfugge" a questo concetto, è il fascio di luce nello spazio vuoto (spazio/tempo), essendo esso privo di massa (fotoni). Quindi se esso viaggia in linea retta, da un punto A verso un punto B, se il punto A dista 299. 792. 458 m/s dal punto B, esso arriva esattamente in un secondo (noi infatti abbiamo ricalcolato il concetto di tempo in spazio percorso, proprio da questa costante universale), quindi non arriva da A a B o meglio, esso è già la distanza di tempo e spazio o quasi (un secondo) tra questi due punti cioè C (la costante di tempo presente, tra questi due punti, che impiega quindi la distanza nel tempo relativo di un secondo per arrivare a destinazione).
Quindi se noi viaggiassimo insieme ad un raggio di luce nello spazio vuoto noi saremmo sempre nel presente stesso di ogni punto del tempo percorso dal raggio. Cioè niente o quasi effetti entropici, tempo, praticamente quasi fermo. Questo solo però se la distanza equivale al tempo cioè 299. 792. 458 m/s. Quindi noi per raggiungere tale spazio di distanza invecchieremmo di un secondo nel tempo percorso.
Chiaramente se un oggetto dista invece un anno luce, noi per raggiungere l'oggetto in questione muovendoci alla stessa velocità della luce, invecchieremmo comunque di un anno (l'entropia rimane sempre in gioco).
Questo però significa anche che se A dista meno di 299. 792. 458 m/s da B e viceversa, noi arriveremmo prima dello spazio/tempo presente di questa distanza, cioè a seconda del nostro punto di partenza nello spazio/tempo (se quindi l'oggetto è avanti a noi o dietro di noi, immaginando di procedere su una linea retta) il presente che percepiremmo sarebbe o il futuro dell'oggetto, o il passato di esso, dal nostro punto (fascio di luce) percepito però, sempre come presente (cioè presente/futuro, o passato/presente di esso).
Questo comporta ipoteticamente che ogni punto nello spazio/tempo è già esistente, quindi raggiungibile tramite il passare del tempo (entropia) fino alla fine di questo stesso spazio/tempo che perciò è si ancora in espansione, ma comunque a mio avviso finito.
Quindi il tempo esiste da quando esiste lo spazio, non lo abbiamo inventato noi, essendo lo spazio e il tempo sempre un unicum, infatti dopo Einstein si parla di spazio tempo non più come concetti divisi, ma uniti e complementari tra loro. Poi entra in gioco anche la gravità, quindi la massa che infatti dilata lo spazio/tempo vicino ad essa.
Per il momento, nonostante tutto ne subisca l'effetto, solo noi ne abbiamo però coscienza e conoscenza, quindi da qui poi nascono i nostri concetti sia oggettivi che soggettivi nel definire o percepire il passato, presente e futuro.
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Quindi il tempo da noi percepito tale in essere e divenire è l'esatto intervallo o differenza (di spazio/tempo) risultante tra queste due misure.
Ecco perché viviamo e percepiamo tutto solo nel passato del presente stesso.
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Giancarlo guarda il video. Quindi se noi ci spostiamo nello spazio/tempo sempre alla velocità della luce (se stiamo fermi) o comunque di poco inferiore, quando poi ci muoviamo, allora come avevamo entrambi ipotizzato con conclusioni diverse poi nella sostanza (energia fisica nella mia o spirito per la tua idea) la "consapevolezza" o fascio informativo viaggia dentro al nostro corpo esattamente alla velocità della luce cioè nel tempo del corpo e dentro il suo spazio, essendo essa sempre ferma, costante e confinata in noi (all'interno del corpo stesso), quindi non in movimento in relazione al proprio spazio (il corpo), ma solo sulla sua linea temporale (il tempo di vita del corpo). Ma per fare questo può essere come detto anche nel video, solo un raggio di luce quindi fotoni, energia di tipo fisico priva però di massa propria.
Ti riporto un passaggio del mio saggio laconsapevolezza dell'essere:
"Tutti noi sappiamo in qualsiasi momento dato, sia conscio che sub conscio (nel sonno per esempio) di essere in essere, sempre viventi. Per essere consci o sub consci di questo fatto non abbiamo bisogno di ricorrere al pensiero (quindi a riconoscerlo tale solo nel presente che però pensandolo diventa già passato, quindi già avvenuto) stesso, ma abbiamo invece questa singola informazione data in noi, in ogni singolo istante della nostra vita. Nel presente stesso di ogni istante della nostra vita, quindi questa informazione data, è presente in noi, dentro il nostro spazio, dentro il nostro corpo quasi o alla stessa velocità di un fascio di luce. Come un fascio di luce nello spazio. Essa quindi non assomiglia, ma è; può essere solo, un fascio di luce che si muove nel nostro corpo o spazio."
e invece me la rido.
Dopo tutta la fatica
che ho fatto nelle vita
per capire come stanno
veramente tutte le cose
e alla fine che ho capito
e ne sono soddisfatto
guardo intorno e vedo che
tutti sapevano
tranne me.
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