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Sat 27 April, 00:35:10
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Recensione o commento a: Una nuova stagione - (Racconto Fantascienza, Breve) - di Terre di Confine:

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Le altre recensioni o commenti
Di Arcangelo Galante: Una storia surreale, ben congegnata e scritta con impegno, ove viene presentato il Vecchio Guyot, il quale, si dedica nel portare avanti l'azienda agricola, con meticolosa dedizione e tenace attaccamento. Però, tale quotidiana serenità lavorativa, viene sconvolta dall'inaspettato evento, che provocherà ripercussioni non indifferenti nel pianeta Nukarib. E allora, nasce la vera e propria dinamica del racconto, che si concluderà secondo la piacevole scelta dell'autore (meglio non rivelare null'altro al lettore, giusto per farlo incuriosire). Il testo è ben costruito, rivela proprietà di linguaggio e sapiente capacità descrittiva e narrativa. Applausi meritati. Un cordiale saluto, Claudio.
Di Ida Dainese: Quando i padri confondono i beni di proprietà con i figli. Con tutto il rispetto per il vecchio Guyot, per il dolore della perdita dei figli maschi nella guerra, per la sua capacità di produrre ricchezza, non provo compassione per la sua solitudine, a cui peraltro trova subito il modo per rimediare. Provo stima invece per la ragazza, per il suo coraggio di sottrarsi a un avvenire programmato dal padre senza consultarla, per la durezza di quel saluto cartaceo come se sapesse che è meglio chiedere perdono invece che permesso. Un cinismo che in fondo proprio suo padre le ha insegnato. A ognuno il suo tesoro: alla figlia i viaggi, al padre il vigneto.
Bel racconto che ho letto con interesse e piacere.
Di Andrea Leonelli: Questo racconto mi ha colpito per la capacità dell'autore di trasformare l'attaccamento ai figli e la disperazione per la loro perdita da dimostrazione d'affetto a sintesi di egoismo e grettezza. Il proprio interesse, le proprie radici diventano l'unica ragione di vita di un vecchio che "cura il suo orto" e solo il quello, anche durante sconvoglimenti epici su scala planetaria. Un simbolo del suo status di privilegiato, del quale nel finale approfitta, gli si ritorce contro, ma nonostante la dimostrazione del proprio egoismo, non rinuncia ai suoi soli interessi. Molto ben scritto e congegnato.
Di Angela Di Salvo: Un bel racconto di fantascienza ambientato nel pianeta Nukarib (forse in futuro colonizzato dalla specie umana)dove il Vecchio Guyot si dedica a portare avanti la sua azienda agricola con miticolosa dedizione e tenace attaccamento. Ma una sanguinosa rivolta scoppiata nell'impero sotto il comando dalla sovrana Maria Miriam di Perseo sconvolge il territorio e provoca la morte di tante persone, compresi numerosi familiari di Guyot. Ma il suo dolore non si limita alla perdita di moglie, figlie e nipoti, esso travalica nella paura di non poter continuare a perpetrare la tradizione di famiglia dedicata da sempre alla coltivazione delle viti e alla produzione del vino (sostenuto dallo stesso governo). Teme che possa perdere l'unica figlia sopravvissuta, Aleksja, per la quale sogna il ruolo di erede della sua attività accarezzando la speranza che essa diventi madre e moglie esemplare. Così, afflitto da questa eventualità, scrive una lettera all'imperatrice in persona chiedendo che ciò che gli resta di caro venga preservato e protetto dalla catastrofe. La sua richiesta troverà accoglienza ma sarà la stessa figlia Aleksja a deluderlo prendendo una decisione finale che lo farà soffrire ma che non lo distoglierà dalla sua affezione morbosa per il suo lavoro.
Il testo è ben costruito, rivela proprietà di linguaggio e sapiente capacità descrittiva e narrativa. Alla fine segnalo però un visto refuso, in quanto si passa dal passato al presente ("viti che coltiva" va cambiato in "viti che coltivava").






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Dedicato a tutti coloro che hanno scoperto di avere un cervello,
che hanno capito che non serve solo a riempire il cranio e che
patiscono quell'arrogante formicolio che dalle loro budella
striscia implacabile fino a detonare dalle loro mani.

A voi, astanti ed esteti dell'arte.

(Sam L. Basie)




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