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Recensione o commento a: Diario di un cancro straordinario - (Racconto Narrativa, Lunghissimo) - di Sergio:

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Le altre recensioni o commenti
Di Arcangelo Galante: La storia, autobiografica, è realmente commovente, nell'esempio descrittivo della coraggiosa protagonista, dotata di una straordinaria forza nell'affrontare il terribile calvario della malattia del cancro, in maniera dignitosa. Purtroppo, esistono mali che non si fanno presentare, giungendo all'improvviso nella vita di alcune persone, così come vi sono mali vincitori, impietosi della voglia di vivere e dell'amore, i quali, ti fanno persino dubitare di Dio, convincendo l'afflitto essere, dell'esistenza di un diavolo, contro il quale, la lotta è perdente. Quando si afferma "l'importante è la salute", l'uomo dovrebbe credere ciecamente a un sì tale inestimabile valore e dono ricevuto, godendo, davvero, delle giornate nelle quali egli è sano, non avvelenandosi per i problemi del vivere, perché, l'importante, è proprio vivere, con gratitudine, tale stato di benessere. Ma, ritornando al racconto, è scritto in modo lineare, scorrevole, senza cadere nell'artificiosità e nella retorica di situazioni, spesso, facilmente incontrate dal lettore, interessato alla dinamica emozionale di tali esperienze dolorose. Il resto, si commenta da solo, in quanto lampante, agli occhi della sensibilità altrui. Forse, esiste un momento per molti, ove un destino cattivo desidera mettere alla prova le prescelte vittime, e a questo punto, spetta agli attori in gioco, saperlo superare nel modo adeguato. Assai toccante, la vicenda offre spunti di riflessione profonda, sull'atteggiamento di coloro che hanno portato il vessillo dell'ammirazione a testa alta, accompagnando alla morte i destinati. Senza parole. Un cordiale saluto, Sergio.
Di Angela Di Salvo: Il marito di Wanda è colui che registra in queste bellissime pagine di diario l'esperienza devastante e tragica della malattia della moglie la quale ha saputo affrontare questa dura prova con grande coraggio, senza mai far mancare il suo sostegno ai familiari e senza diventare facile preda-vittima della disperazione.
Lo stile narrativo è sobrio, intenso, pieno di ammirata attenzione per la dignità e il valore verso la persona cara, attento a non scivolare nel patetico, nel lamento più o meno religioso e fatalista; è semplicemente un diario dove si trascrivono eventi, fatti, scene di vita quotidiana scandite dallo spettro di una patologia destinata a vincere e a vanificare ogni tentativo di resistenza.
L'epilogo della narrazione evita volutamente scene strazianti e belle commoventi parole altisonanti, si disperde maliconico nelle note della splendida musica di Mozart che assume il valore catartico dell'armonia del selenzio sul senso del male e l'esaltazione della bellezza dell'arte che ha l'enorme potere di addolcire e cullare persino la morte.
Di Tania Maffei: Caro Sergio,
ti confesso che per me leggere quello che hai scritto è stato molto difficile. Mia madre a una delle mie più care amiche se ne sono andate via così. Una lenta terribile agonia di fronte alla quale non è stato possibile fare nulla. Qui come recensore devo dire che ho apprezzato i toni pacati con cui hai saputo descrivere anche i momenti più terribili. Bravo. Non era facile cadere nella retorica e nei più banali stereotipi. Non so se se sarei stata capace di fare altrettanto. Il resto si commenta da solo. C'è un momento per tutti in cui la vita ci mette alla prova. Sta a noi saperlo superare nel modo adeguato.
Di Pia: cosa si può rispondere a questo scritto senza rischiare di cadere nel banale? Mi ha colpito moltissimo questa storia, forse perchè in Wanda ho rivisto Anna, una mia carissima amica, stessa forza, anche lei si preoccupava sempre per gli altri. Anche per lei dover mettere la parrucca era inaccettabile, lo strazio di non trovare più le vene massacrate, il non volersi far vedere più da nessuno gli ultimi giorni... io ero una delle poche fortunate che poteva farle visita sempre. Fortunata, già... sono stata molto fortunata ad averla come amica una persona così speciale, come sei stato tu fortunato ad avere Wanda come moglie anche se non è giusto che ti sia stata portata via così. Non aggiungo altro






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Dedicato a tutti coloro che hanno scoperto di avere un cervello,
che hanno capito che non serve solo a riempire il cranio e che
patiscono quell'arrogante formicolio che dalle loro budella
striscia implacabile fino a detonare dalle loro mani.

A voi, astanti ed esteti dell'arte.

(Sam L. Basie)




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