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Le altre recensioni o commenti
Di Edoardo Angeloni: Ci sono alcuni punti nodali del racconto. Il protagonista si propone di fare questa benedetta tesi, che scrive volentieri anche se non con troppa convinzione. Lo studente ha delle idee sul sindacato che il professore smentisce. Detroit è descritta con attente e lunghe pennellate, forse le notazioni sono leggermente superficiali, ma il ritratto d'insieme tiene abbastanza bene. Lo stile è di un grigiore voluto, quindi non è esatto definirlo scialbo, anzi è sufficientemente efficace. C'è il colpo di scena della morte del professore. Gli eventi accelerano, ma non troppo, la coerenza iniziale non si perde tanto facilmente.
Di Ida Dainese: Beh, come si dice: la verità alla fine viene a galla. Peccato per chi non può più avere giustizia. Il professor Bearing, nella sua nuova insospettabile veste, è riuscito a riscattarsi, pagando comunque con la vita. Lo studente si è dimostrato tenace nella ricerca di informazioni, incuriosito da quell’altalenarsi di fatti in contrasto con le affermazioni di tanti. Il racconto alterna fatti del presente con scene del passato in una narrazione che sembra far in modo che il protagonista, avvicinandosi alla soluzione, si immedesimi nei personaggi dell’epoca. Finché il passato arriva davvero per confermare ogni teoria, per collegare i fili e rendere tutte le storie un’unica storia “successa un attimo fa”.
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Dedicato a tutti coloro che hanno scoperto di avere un cervello,
che hanno capito che non serve solo a riempire il cranio e che
patiscono quell'arrogante formicolio che dalle loro budella
striscia implacabile fino a detonare dalle loro mani.
A voi, astanti ed esteti dell'arte.
(Sam L. Basie)
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