Le altre recensioni o commenti
Di Ida Dainese: Racconto dall’atmosfera decisamente affascinante. La voce di Caleb istruisce e avverte di pericoli e illegalità con lo stesso tono preciso, senza turbamenti né entusiasmi, ma conscio delle possibili emozioni provate dai fruitori. Quel lasciare in pace il nonno, suadente come una sirena, è un avvertimento che sembra lampeggiare in rosso. La professionalità di Caleb è indiscussa: prepara, consiglia, informa, con una sfumatura di inconsapevole ironia quando avverte che la cosa è illegale ma si fa così e così. Mi ha divertito la storia della consolle che si può far ripartire col metodo vecchia scuola del collegamento fili.
Di Arcangelo Galante: A parer mio, la bellezza e l'originalità della narrazione risiedono nel fatto che essa viene raccontata al futuro. Da li' in poi, si riesce a ottenere interesse e una certa tensione, attraverso quel procedere che sa di "istruzioni per l'uso". Si tratta di un bella storia cyberpunk, con tutte le atmosfere messe al posto giusto e, persino, costellata da un pizzico di novità espressiva. La forma è impeccabile, il linguaggio è scorrevole, fluido, basato sulla terminologia appropriata, per dipanare la vicenda. Si avverte dunque, una buona competenza e maestria nel genere. Applausi meritati!
Di Isabella Galeotti: Non leggo spesso dei racconti come il tuo, ma ti dirò che alla fine mi è piaciuto.
Una macchina del genere, probabilmente chi la usa deve essere disperato.
Già disperato dall vita che fa, e vorrebbe rivedere i "vecchi tempi".
Quindi in un futuro, penso non molto lontano ci sarà una voce che ti darà queste indicazioni, magari solo per un soldo stellare, si riuscirà a vedere chi eravamo e se è valsa la pena "cambiare l'universo".
Morale bel racconto.
Di Pardan: Bello, mi è piaciuto lo stile tecnico e distaccato dell'istruttore e il contrasto tra questo stile e i contenuti cyberfantascientifici. A parte il riferimento al nonno che non ho capito, il resto scorre bene fino alla fine. Tecnologico e inquietante.
Di Simone Pelatti: interessante e avvincente, sempre più manmano che si procede nella lettura e nella scoperta delle "funzioni avanzate". qualche zoppicamento come l'esempio del nonno, il cui fine esplicativo potrebbe essere ottunuto con una più chiara scrittura di quella parte di istruzioni.
vedo molto bene questo testo come incipit di un film alla Blade Runner o Tredicesimo Piano, in cui il testo è pronunciato da una voce sintetica nell'oscurità più totale, dopodichè iniziano ad essere rivissuti i ricordi.
Di Andrea Leonelli: Queste istruzioni per l'uso clandestino di un'interfaccia illegale sono al contempo inquietante per la possibilità che danno all'utilizzatore di fare cose mirabilanti e umoristico in quanto ricorda molto le scritte sulle sigarette o le istruzioni dei farmaci. Tutti sanno che ci sono e perché ma nessuno se ne cura poi troppo. Hai il prodotto? Lo usi. Originale, ben scritto e coinvolgente.
Di Sphinx: Molto carino. Da come è scritto si capisce che nel genere te la cavi alla grande. Potrebbe benissimo essere un breve estratto da un racconto molto più lungo. L'idea che sta alla base potrebbe essere terreno fertile per un sacco di situazioni cyberpunk.
Il mio consiglio è di riprendere in mano questo piccolo racconto per sviluppare altre idee, ma forse lo hai già fatto.
Di Nina Moon: Premessa: non so se non capirci una mazza di racconti cyberpunk fa di me la persona più adatta a recensirne uno.
Probabilmente no.
Ma il racconto m'è piaciuto e lo volevo dire.
L'avevo sottovalutato quando l'ho letto durante lo svolgimento di gara 19, invece vederlo "su foglio bianco" me l'ha fatto apprezzare molto, forse perché fa bugiardino, foglietto d'istruzioni, e ne facilita la lettura in quella chiave.
Mente manovrabile come consolle, acido che permette di accedere ai programmi che la guidano. Non so che darei per averne un po', e cancellare qualche ricordo. Ma sì, ma sì, il senso dovrebbe essere che la cosa è orribile, ma... è proprio in questa volontà di manipolarci come un videogioco, che paradossalmente ci dimostriamo umani.
La parte per utenti esperti m'è risultata un po' di più difficile comprensione. O meglio: non ho capito. L'esempio del nonno morto m'ha spiazzato perché avevo inteso la connessione tra picoprocessori come qualcosa di reale (anche se schermata dalle proprie esperienze).
Poi ho pensato che forse non sono la persona più adatta a recensire un racconto cyberpunk, non capendo una mazza dei medesimi. Perciò, GOTO Premessa.
Di Giuseppe Novellino: L'originalità del racconto, secondo me, sta nel fatto che è raccontato al futuro.
E poi si riesce a comunicare interesse e una certa tensione attraverso quel procedere che sa di "Istruzioni per l'uso". Si tratta dunque di un buon racconto cyberpunk, con tutte le atmosfere al posto giusto e un pizzico di novità espressiva. Impeccabile mi sembra la forma, il linguaggio fluido, basato su terminologia appropriata. Si nota una competenza nel maneggiare il genere.