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Sun 22 September, 21:10:09
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Recensione o commento a: L'ultima cena - (Racconto Narrativa, Breve) - di Andr60:

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Le altre recensioni o commenti
Di Andr60: In effetti il racconto è pensato come concluso così: il protagonista diventa un serial killer per caso, esattamente come quelli che l'hanno preceduto. E, dopo qualche decina di morti, sarà abbattuto dai tiratori scelti della polizia.
Grazie della lettura e dei commenti
Di Maddalena Mantovani: Agghiacciante questo racconto. Ti spiazza. Hai l'impressione di esserti perso qualcosa per strada quando arrivi alla fine, ma forse è un effetto voluto proprio per sorprendere il lettore con un colpo di scena… Avrei sviluppato ancora la storia. Potrebbe essere un buon inizio (?)
Di Ida Dainese: Un racconto che mi ha lasciata a bocca aperta, lo confesso. Talmente improvviso e inaspettato è arrivato il colpo per Sharon e anche per il lettore, che sembra spezzare il tempo, rallentarlo per qualche secondo, come si vede nei film. La descrizione precisa delle armi rivela i pensieri fino a quel momento nascosti, o forse ritenuti quasi normali, del protagonista. Mi piace la nota del silenziatore, perché "Johnny detesta il rumore degli spari", cioè fa parte delle insospettabili, brave persone che si spezzano di colpo quando il "rumore" supera una certa soglia. La cena è l'ultima di Sharon, della loro vita insieme, ma anche l'ultima della sua vita, che da allora cambia per sempre. L'allontanarsi con un fucile sulle spalle non permette più di tornare indietro. La notte che cala non avrà più un'alba.
Di Andr60: Capisco quello che intendi, a proposito della morte di Sharon. Mi sono rifatto, sulla reazione del protagonista alla tragedia, al film citato: totale assenza di reazioni emotive e risposta meccanica, ovvero andare a prendere il fucile e sparare a sua volta. Un tipo di reazione che, per una persona normale, è folle.
Ma Johnny è una persona normale?
Grazie per il commento.
Di Roberto Ballardini: L'assenza di indizi nella prima parte non l'ho percepita come un'assenza, in quanto la spiegazione di Andr ha confermato la sensazione che la lettura del racconto mi aveva già dato. Ovvero di distopia, di un atteggiamento sociale gravemente distorto, di follia generalizzata. Ottima la meticolosa informativa finale riguardo alle armi che enfatizza quanto le armi stesse avessero già messo radici nella psicologia del protagonista, e anche dei suoi futuri bersagli, probabilmente. Bel soggetto, ben gestito nella sua brevità. Voglio fare un appunto soltanto a quello che dovrebbe essere il momento clou e che rimane a mio avviso un po'sottotono, e cioè lo sparo che uccide Sharon. Gli avrei dato un'enfasi diversa, da vero e proprio colpo di scena. Qualcosa che riguarda non tanto il contenuto, ma i basilari strumenti di gestione del pathos narrativo. Naturalmente, è solo la mia opinione di lettore. Alla prossima.
Di Andr60: Innanzitutto ti ringrazio della lettura, e dei suggerimenti. Ti spiego il mio punto di vista: un individuo "normale" (qualunque cosa voglia dire) ovviamente non compra un fucile di precisione, infatti cosa se ne farebbe?
Però, in una società nella quale possedere un'arma è considerato un fatto naturale, il comprarlo non pone particolari problemi, visto che è una "occasione imperdibile".
In più, il protagonista pensa alla catena di omicidi che sta interessando la città, e ne è giustamente preoccupato. E quando la sua ragazza viene assassinata, pensa soltanto alla vendetta; non si pone minimamente il problema che, forse, non è l'unico a reagire così. Forse anche altri hanno agito per lo stesso motivo, non perché siano necessariamente degli assassini psicopatici o dei disadattati che trovano un rapporto con la realtà nello sparare ai passanti.
Perché i responsabili dei "Piccoli omicidi" (cfr. il film , del 1971) potremmo anche essere noi.
Di Giampiero: Il racconto ha una sua valenza nella fase finale, dove lo scenario è definito al colpo di scena che trasforma questo pacifico individuo, laureato e con la promozione in tasca, in uno squilibrato cecchino che aspetta solo l’occasione per prodigarsi (col suo fucile da 1100 dollari) in tiri di precisione a danno delle persone. La fase preparatoria, ossia la prima parte del racconto, la vedo invece poco connettiva con la seconda parte, nel senso che non trapela nulla di questa psicologia deviata del personaggio. A mio parere, quindi, questo racconto ha bisogno di espandersi proprio nella fase preparatoria. Ovviamente è il mio punto di vista di lettore.






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A voi, astanti ed esteti dell'arte.

(Sam L. Basie)




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