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Recensione o commento a: La finestra - (Racconto Narrativa, Brevissimo) - di Tiziano Legati:

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Le altre recensioni o commenti
Di Tiziano Legati: Grazie Loredana, la finestra come rappresentazione dell'immutabilità contrapposta alla fragilità della vita con le sue, a volte spiazzanti, sorprese.
Di user deleted: La finestra: depositaria della storia di tutta una vita. Non la casa, , né il quartiere o la via dove la casa sorge. Non il tutto, ma una parte di quel tutto. La finestra in quanto occhio, punto di osservazione, quasi un ponte che tiene unito il dentro e il fuori, gli affetti lasciati, dentro, da chi è andato altrove e colui che è andato altrove, fuori. Ma quell'altrove non sostituisce gli affetti che lo hanno preceduto, che molto prima avevano messo radici, è un altrove che rappresenta tutta una vita. Ma è "altrove". Dunque allontana chi è fuori da chi è dentro. Ma non abbastanza da perderlo di vista o addirittura tagliarlo, quel ponte. Che attrae, in modo irresistibile. E si può anche cedere a quel canto di Sirena, a condizione che si abbia forza, prontezza e determinazione per zittirlo. E andare avanti. A finestra chiusa.
Di Arcangelo Galante: Per essere un esercizio creativo, l'ho trovato assai interessante e intrigante. Il pensare a quella "finestra", di cui si conosce vita, morte e miracoli, come a un preludio o una sensazione che qualcosa stia per accadere, ha un non so che di enigmatico. Un mistero la cui soluzione è semplice, anche se non scontata: "la chiudo, perché c'è aria corrente…". Una sequenza di riflessioni che mi ha lasciato senza parole. Sinceri complimenti all'autore.
Di Skyla74: Capita a volte di ossessionarsi con gli oggetti, che poi fa una rabbia che mentre
si cresce e si invecchia loro stiano là belli beati. Solo il finale "C'è contraria" non ho capito... è un modo di dire? Very Happy
Di Tiziano Legati: Grazie Sartisa, La finestra è stato un esperimento, creare un racconto basato su un oggetto banale che guida il lettore verso un finale a sorpresa, non arriva il colpo di scena o un finale drammatico, semplicemente il racconto termina compiendo un'azione altrettanto banale, La finestra è aperta e la chiudo perché c'è aria corrente.
Mi piace creare questo tipo di racconto, hai ragione quando dici che sì sarebbe potuto scrivere molto di più (e lo si farà) ma per "La finestra" era, secondo me, importante arrivare in un sol fiato alla conclusione per lasciare quel pizzico di "amaro in bocca" al lettore.
Spero di esserci riuscito, che leggendolo e giunti al finale qualcuno lo abbia riletto per trovarne la sequenzialità.
Se così non è stato beh, speriamo di migliorare col tempo.
Grazie ancora per l'attenzione con cui hai letto "La finestra".
Di Isabella Galeotti: Ermetico enigmatico. Questo brevissimo racconto parla di un oggetto a cui la mia attenzione non ha mai dato molto valore. In effetti si potrebbe scrivere molto di più, la si potrebbe vedere sotto molto punti di vista. Ad esempio come la guarda una donna, come la osserva un uomo, e un bimbo dalla sua minima statura come può vederla? Un cane chissà cosa sembrerà a lui una finestra, quel pertugio dal quale entra la luce che illumina anche l'area più bassa della casa dove lui passeggia dove lui dorme. Breve ma intenso, in poche righe hai raccontato della famiglia, dell'eredità della casa e della tua permenenza in essa. Ora la la chiudo, poteva significare, per sempre ossia parto, oppure ho vissuto e quindi mi ci butto sotto preso da malinconia e insofferenza per il tempo trascorso, oppure semplicemente perchè c'è aria corrente e si potrebbe prendere un malanno.






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Dedicato a tutti coloro che hanno scoperto di avere un cervello,
che hanno capito che non serve solo a riempire il cranio e che
patiscono quell'arrogante formicolio che dalle loro budella
striscia implacabile fino a detonare dalle loro mani.

A voi, astanti ed esteti dell'arte.

(Sam L. Basie)




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