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Le altre recensioni o commenti
Di user deleted: Spero che qui la diversità non derivi da malattia, aspetto questo che Selene ha voluto citare con una giusta, rispettosa osservazione che condivido. Resto perciò nell'ambito di un "malessere adolescenziale", magari un termine improprio che va interpretato nella direzione corretta. Se non ricordo male, la teoria quantistica contempla la coesistenza di entrambe le realtà particellare e ondulatoria. Ma sono solo parole, in questo caso. Posso dire che questa tua riflessione, vista dall'altra parte e cioè superata quella fase adolescenziale (qui non metterei un'età di riferimento) può risvegliare ricordi che appartengono a tanti, molti più di quanti si possa credere. Ciò che si può cercare di trasmettere da una parte all'altra della "barricata" è l'esperienza di adulti: a un certo punto qualcosa cambia. Perché non lo so, ma succede. Come se i "belli" non fossero più così belli, e i "diversi" non poi così diversi. E per concludere in scia con la metafora, c'è un principio, quello d'indeterminazione, che dichiara l'impossibilità di un'osservazione "asettica" poiché inevitabilmente condizionata dall'osservatore. Come dire, forse qualcosa cambia perché è il punto di vista che evolve e si modifica: non c'è nulla che possa accelerare questo processo né, bada bene, che sia in grado di arrestarlo.
Di Selene Barblan: Essere diversi è secondo me una qualità; se poi si ragiona sul fatto che per quanto lo si possa nascondere (a se stessi e agli altri), cercando di omologarsi, appiattirsi, sparire, ci sarà sempre un particolare che ci tradisce e ci rende in qualche modo più interessanti. Quando la diversità porta sofferenze, quando ci si sente esclusi è difficile gestire questa “qualità”, credo però che è proprio in essa che bisogna trovare la forza per reagire. Sto facendo un discorso molto generale e probabilmente superficiale. Ho visto e conosciuto persone però che nonostante la malattia, fisica o mentale, sociale, emotiva, relazionale, nonostante la povertà, la solitudine, riusciva a vivere in modo dignitoso, lasciando una traccia.
Io stessa sono tutt’altro che ottimista, ma sto lentamente imparando a godere di fugaci esperienze positive, il difficile è ricordarsene nei momenti più bui. Il tuo scritto esprime tanto, esperienze e pensieri condivisibili. La scrittura è semplice e diretta; interessante l’accenno alle componenti particellari e ondulatorie, secondo me si potrebbe trasformare in un racconto. |
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