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Sun 22 September, 19:44:29
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Recensione o commento a: I giorni contati (Shakespeare fino alla fine del mondo) - (Racconto Narrativa, Breve) - di Roberto Ballardini:

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Le altre recensioni o commenti
Di Ida Dainese: Molto bello, nonostante l'argomento, nonostante la vicenda. Si percepisce bene l'ombra nefasta che distrugge i corpi e le anime di chi sopravvive. Si comprende la sottile paura quotidiana, pronta a trasformarsi improvvisamente in terrore, a spezzare il respiro per l'angoscia, a cancellare ogni speranza. Si resta feriti dal dolore, dallo strazio di non riuscire a impedire le cose, dalla costrizione di dover diventare cinici per poter andare avanti. Penso sia la cosa più spaventosa, dopo le perdite, i lutti, le cicatrici; dover cambiare per poter sopravvivere, calpestando tutti gli ideali, rinunciando alle belle speranze, accontentandosi di un unico filo che ci collega ancora a quello che eravamo, che ci permetta di costruire nuovi legami sopra le macerie.
Di Andr60: Beh, se dobbiamo fare una classifica tra i morti per coronavirus e i morti per il nostro sistema economico, non c'è partita: il neo-liberismo vince alla grande.
Ormai è difficile essere originali su argomenti del genere, ampiamente sfruttati da anni di cinema di serie A e B. Una strada è, come fai tu con ottimi risultati, lo scegliere di trattare i risvolti psicologici di questa nuova condizione dell'umanità, più che la malattia in sé.
In questo periodo, per quanto mi riguarda, mi sento privo di immaginazione e di creatività. Scrivo solitamente storie distopiche, ma è difficile farlo quando ci vivi dentro...
Saluti e a presto
Di Roberto Ballardini: L'elemento distopico non è molto originale, sono il primo a riconoscerlo (il primo film in assoluto che mi viene in mente per gradimento - mio - è "28 giorni dopo" ma poi c'è il romanzo "The road" di McCharty, il racconto (ma forse più il film che ne è stato tratto) "The mist" di King, e naturalmente il film di Romero e tutti i suoi derivati. Tuttavia la distopia fa solo da sfondo a quello che è il soggetto principale, almeno nelle intenzioni, ovvero la capacità di reazione, la psicologia della sopravvivenza e la sopravvivenza, come dici giustamente tu, non solo fisica ma anche spirituale. Vabbè, qualcosa dovevo pur pubblicare in questa settimana di pausa forzata (in realtà lo sforzo è minimo dato che adoro stare in casa, soprattutto a leggere, scrivere, cucinare, guardare film e ascoltare musica) in cui cercheremo di capire se ne ammazzerà più il virus o il nostro sistema economico. Grazie e a presto.
Di Andr60: Dopo la catastrofe, è interessante occuparsi della sorte dei sopravvissuti, cioè dei non-morti. E il loro problema principale sarà di mantenersi umani, oltre che sani. Esiste un (vero) agente biologico che letteralmente "mangia" la carne, provocando la fascite necrotizzante: è lo streptococcus pyogenes. Chissà, forse in questo momento gli apprendisti stregoni del DARPA et similia stanno studiando una sua versione multiresistente.
Di sicuro, il materiale per gli scrittori di s.f. non mancherà.
Un saluto






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Dedicato a tutti coloro che hanno scoperto di avere un cervello,
che hanno capito che non serve solo a riempire il cranio e che
patiscono quell'arrogante formicolio che dalle loro budella
striscia implacabile fino a detonare dalle loro mani.

A voi, astanti ed esteti dell'arte.

(Sam L. Basie)




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