pagine viste: ...
...no javascript...
Benvenuto, visitatore
     
Thu 25 April, 11:21:04
logo

Recensione o commento a: Evoluzione del ceto senatorio nel Basso Impero - (Altro Storico, Breve) - di Namio Intile:

Mancano 250 battute affinché questa recensione possa partecipare al nwClub dei Recensori.


Nota: le recensioni e i commenti devono essere lunghi almeno 30 battute e devono riguardare il contenuto dell'opera, meglio se critiche, costruttive e collaborative. Saranno eliminate dallo Staff le recensioni se saranno: offensive, volgari, chiacchiere e (se scritte da visitatori) presunte autorecensioni dell'autore o banali "bello, mi è piaciuto".

Nota: le recensioni e i commenti sono tuoi e modificabili per 2 giorni, dopodiché diventeranno di proprietà dell'autore che hai recensito o commentato.




NO JAVASCRIPT
NO BUTTON





Le altre recensioni o commenti
Di Marirosa: Sono nuova del sito, e mi sto prendendo del tempo per leggere e, dove posso, dire la mia. Sono un'appassionata di storia e sebbene il mio periodo di riferimento (per studio personale e per i miei scritti) sia molto successivo a quello preso in esame nel saggio, non potevo non leggerlo.
Di solito non commento i saggi, sono principalmente una scrittrice di racconti (e poesie), ma questo l'ho trovato molto accattivante, sia per come è impostata la scrittura, chiara e fluida, sia per il focus del saggio. L'analisi è condotta in modo lineare, e pone il giusto accento su ciò di cui l'autore voleva parlare, veicolando bene il messaggio che voleva trasmettere: la trasformazione del ceto senatorio da imperiale a curiale, nel Basso Impero. Tra le righe del saggio è possibile notare anche l'intento dell'autore di dimostrare come l'aristocrazia
o meglio l'elite sia in grado, mediante il potere e la ricchezza di proteggersi e rigenerarsi, anche abbracciando il nuovo che avanza, e mutando con esso al fine di mantenere il proprio status, o almeno è l'impressione che ho avuto. Il saggio si è rivelato molto interessante. Davvero una buona lettura.
Di Namio Intile: Invero il mio intento era, dal titolo, quello di descrivere per brevi cenni l'evoluzione del ceto senatorio nel Basso Impero. A mio avviso non è accaduto quanto tu sostieni, la sostituzione del potere temporale della Chiesa con quello dell'Impero (questione molto successiva), quanto il suo esatto opposto. La mia idea, sostenuta da molteplici fonti, è che a partire dal III secolo l'elite politica, militare, economica rappresentata dal ceto senatorio, ma anche equestre, gallo romano e italico romano appalta all'aristocrazia germanica (franchi e burgundi in Gallia, Goti in Italia) l'amministrazione dell'Esercito e latu sensu di ogni cosa militare. Fino al punto che già nel IV secolo l'esercito romano è un esercito germanico come tutti i suoi generali. E riserva per sé l'amministrazione della cosa pubblica. Ora, nell'amministrazione della cosa pubblica, a partire dall'editto di Costantino rientreranno anche le cariche vescovili che, per i motivi e nei modi che descrivo nell'articolo, si fondono fino a sostituirsi con quelle amministrative, soprattutto in Gallia. Il ceto senatorio italico romano arrivato a un certo punto accederà alle massime cariche religiose assicurando i suoi uomini al soglio pontificio e gestendo il soglio di Pietro come fosse una cosa propria. Non è la Chiesa quindi che prende il posto dell'Impero, ma il ceto senatorio romano che da imperiale si trasforma in curiale. Ciò accade nei due territori caposaldo dell'Impero d'Occidente: Gallia e Italia. L'appalto all'aristocrazia germanica delle cose militari prosegue in tutto l'Alto Medioevo, se è vero che il Franco Carlo riceve la Corona Imperiale a Roma dalle mani del pontefice nella notte di Natale dell'800.
L'altro intento dell'articolo, nella seconda parte che non ho postato, era quello di dimostrare la contiguità delle famiglie senatorie romane con quelle nobiliari dell'Alto e Basso Medioevo per giungere in alcuni casi sino all'età moderna.
Insomma, il potere e la ricchezza proteggono loro stesse e si riproducono oltre ogni possibile immaginazione.
Grazie del passaggio.
Di Paola Tassinari: Di solito non commento i saggi, ma questo di Namio Intile tratta di un periodo storico che conosco abbastanza bene, dunque concordo con la lettura storico-sociale del periodo, d'altronde nulla nasce per caso, c'è sempre una continuità e palese è che la Chiesa abbia tentato, riuscendoci, di prendere il posto dell'impero ( le scarpe rosse degli imperatori porfirogeniti non a caso sono tutt'oggi indossate dal papa). Detto questo il saggio non spiega passaggi importanti ( Serena era la nipote di Teodosio, in seguito adottata, mentre la figlia'ufficialè fu la grande Galla Placidia che tentò di unificare l'impero coi barbari-visigoti, non vi riuscì causa assassini e avvelenamenti, tra cui anche quello Stilicone, voluto probabilmente proprio dai senatori). Trovo il saggio difficile da leggere, con troppi latinismi e parole altisonanti, apprezzo invece la lettura storico-politica
Di Namio Intile: Grazie per l'intervento, Ibbor Ob. Dici bene, se esaminati con attenzione i fatti accaduti nel passato possono rivelarci molto di noi stessi e della direzione in cui marciamo.
Sarà per questo che gli studi storici vengono considerati come superflui e da sostituire con competenze concrete. Perché quello che conta non è formare un cittadino consapevole e dotato di senso critico, ma di addestrare un funzionario diligente, obbediente e competente.
La competenza e la meritocrazia, si sa, al primo posto.
Di Ibbor OB: Su questo periodo storico mi sento di consigliare il pod cast STORIA D'ITALIA di Marco Cappelli che tratta in modo approfondito le vicende dell'impero e poi dell'Italia da Costantino in poi. In effetti la storia se studiata bene può davvero aiutarci a capire chi siamo. Non per niente i vincitori di ogni epoca cercano di riscriverla a proprio vantaggio.
Di Namio Intile: Ciao, Roberto. Non immaginavo che qualcuno lo leggesse questo saggio storico, forse troppo ambizioso per la mia penna e le mie conoscenze, ma tu ci sei riuscito.
E l'hai pure commentato. Complimenti, e grazie per le tue considerazioni, le apprezzo molto.
Nell'analisi del passaggio, invero cruciale, nel corso del V secolo, del ricco e potente ceto senatorio dalle carriere civili a quelle ecclesiastiche, mi sono lasciato trasportare dalla mia visione marxista della storia.
Col distacco e l'oggettività consentita dal gran tempo trascorso non è però possibile non notare come le grandi famiglie dell'aristocrazia romana abbiano mantenuto ceto, posizioni e ricchezze abbracciando, e non ostacolando, il nuovo che avanza.
Un nuovo addomesticato, in fin dei conti, dalle capacità e dalle ricchezze accumulate in centinaia di anni.
La tesi del saggio è che le élite riescono, anche quando ciò pare improbabile, a perpetuare la loro supremazia, magari integrandosi e cooptando altre élite o ceti emergenti, a dimostrazione che il vero conflitto non è mai orizzontale, tra genti diverse o diverse religioni, ma verticali, cioè per ceto o censo. Tra ricchi e poveri.
Ciò non è sempre vero, come dimostrano le invasioni arabe in Europa (ma non in Africa o in Medio Oriente) che portarono a un reale rimescolamento delle carte in gioco.
A ogni modo, nella seconda parte (che non so se pubblicherò) di questo mio excursus ho provato ad analizzare il percorso di alcune famiglie del ceto senatorio nel loro passaggio attraverso il Medioevo sino ai giorni nostri.
Con qualche sorpresa. Cambiano i nomi, ma la ricchezza, e il potere, spesso rimangono immutati.
Di user deleted: Innanzitutto un doveroso ringraziamento per questo interessante quanto originale saggio storico. Saggio al di fuori di ogni dubbio, originale per la focalizzazione così precisa su un particolare aspetto che tanta parte ha avuto nel nostro passato. Resto grato a tutti quegli autori che, con generoso slancio e incrollabile passione, ci regalano piccole grandi perle di cultura dando ulteriore lustro a questo sito già di per sé valido e meritevole di attenzione.
Normalmente lascio le mie “sconsiderazioni” alla fine, ma qui farò un’eccezione: dove diavolo stavo con la testa quando, seduto al mio banchetto verdino, si sgolavano per spiegarci la nostra (e ribadisco “nostra”) storia?
Ma veniamo a questo scritto di Namio Intile, per il quale consiglio senza remore una lettura al rovescio, cioè partendo dalla conclusione. Ciò consentirà un’immediata visuale a lungo, anzi lunghissimo raggio, rendendo quasi visibile come la “mani” della storia impastino materia preparata secoli prima, e quanto in profondità possano affondare nell’informe massa. A questo va aggiunto una piccola nota autobiografica: essendo io romano, vivo e mi muovo tra vestigia onnipresenti e, in realtà, sconosciute ai più (digressione musicale: gli altri siamo noi). Immaginate l’effetto che ho provato nel leggere questa lenta metamorfosi, molto ben descritta (e anche potenzialmente allargata a “percorsi” collaterali) che ha portato alla transizione tra le istituzioni romane e quelle ecclesiastiche. Immaginate una città come Roma, seppur in un periodo tanto infausto come questo in cui sembra letteralmente sprofondata, dove sono presenti centinaia di chiese. Dove ancora si sentono risuonare i nomi d’importantissime famiglie, nobile retaggio di un illustre passato.
Così scopro, grazie a questo breve ma dettagliato, ben sviluppato excursus storico, come in realtà vi sia stata una transizione, del tutto impercettibile, da un ceto senatorio verso cariche episcopali. Come i due poteri si siano intrecciati e appoggiati a vicenda. In quale modo in Gallia si siano perfino precorsi i tempi in questo passaggio, e le lande germaniche abbiano fornito uomini importanti che hanno ricoperto ruoli fondamentali nelle gerarchie istituzionali romane. Ma soprattutto, spero di aver ben interpretato, tocchiamo con mano il vero e proprio humus di quella che diverrà la Chiesa Romana, il substrato culturale e sociale, fatto di uomini esperti e sapienti nel gestire. Come lo stesso autore afferma, quella certa peculiarità della storia d’Italia, fatta di paeselli, principati, granducati affonda le sue radici in una trama a dir poco inestricabile, ma della quale possiamo avere qui, quanto meno, un cenno sulla direzione di ricerca. Considero una piccola perlina preziosa l’indicazione della nascita del Saro Romano Impero quale inevitabile esito di un'auspicata unità d’intenti “occidentale”, come la definisce Namio Intile “una continuità ideologica” che potesse consolidarsi e contrapporsi alle lente ma inevitabili frizioni che porteranno qualche secolo dopo a uno scisma epocale. Vorrei riportare qui le parole, con un indegno copia incolla ma tant’è, pronunciate da Leone III all’atto dell’incoronazione del grande Carlo “A Carlo piissimo augusto, coronato da Dio, grande e pacifico imperatore dei Romani, vita e vittoria!». Imperatore dei Romani.
Grazie ancora a Namio Intile per questa ennesima ben riuscita prova, utile a tutti.






PayPal

L'associazione culturale BraviAutori sopravvive solo grazie alle piccole donazioni. Se il nostro sito ti è piaciuto, se vuoi contribuire alla sua crescita e allo sviluppo di nuove iniziative, se ci vuoi offrire una pizza, una birra o proprio non sai scegliere chi far felice, considera la possibilità di fare una donazione. Oppure acquista uno dei nostri libri. Puoi usare PayPal (qui a fianco) oppure seguire le istruzioni in fondo a questa pagina. Per ulteriori informazioni, scrivete alla .


Grazie, e buon lavoro!


Per gli smartphone o per i computer lenti è disponible una visualizzazione più leggera del sito.

informazioni sulla tua navigazione:
Mozilla/5.0 AppleWebKit/537.36 (KHTML, like Gecko; compatible; ClaudeBot/1.0; +claudebot@anthropic.com)
IP: 18.225.149.32


BraviAutori.it (il portale visual-letterario)

Version: 20.0409

Developed by Massimo Baglione



map
Mappa del sito


Informazioni sull'uso dei cookie da parte di questo sito

Opere generate da/con Intelligenza Artificiale Generativa

La nostra policy sulla privacy

Info e FAQ

Contatti


© 2006-2024
All rights reserved

Copyrighted.com Registered & Protected

MyFreeCopyright.com Registered & Protected

Main site copyrights:
MCN: WVTT8-HGT7X-69B5W
MCN: WT4R4-8NXSX-1LXZB





Pagina caricata in 0.23 secondi.




Dedicato a tutti coloro che hanno scoperto di avere un cervello,
che hanno capito che non serve solo a riempire il cranio e che
patiscono quell'arrogante formicolio che dalle loro budella
striscia implacabile fino a detonare dalle loro mani.

A voi, astanti ed esteti dell'arte.

(Sam L. Basie)




Special thanks to all the friends of BraviAutori who have
contributed to our growth with their suggestions and ideas.