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Le altre recensioni o commenti
Di Selene Barblan: Ciao Giancarlo, sono felice e sorpresa di questi riscontri. Anche tu hai saputo cogliere lo spirito di ciò che ho scritto. Grazie anche per l'apprezzamento in generale a ciò che faccio!
Di Selene Barblan: Namio, grazie, sai sempre cogliere molto in profondità, anche in luoghi che per me sono ancora un po' oscuri e dai quali fuoriescono come bolle delle idee, non sempre chiare, neanche a me che poi le trasporto su carta. Grazie anche per l'appunto, correggerò!
Di Selene Barblan: Ciao Egidio, grazie anche a te per aver dato il tuo tempo per leggermi. È vero, qui sono tornata tanto alla poesia, che è da dove "arrivo", nel senso che è stato il mio primo approccio alla scrittura e anche quando ho provato a scrivere racconti è restata una presenza costante nel mio inchiostro. Grazie mille davvero!
Di Selene Barblan: Ciao Francesco, grazie mille per la lettura e per il tuo commento. Sì, il viaggio è sempre, per quel che mi riguarda, un modo per parlare di tante cose. Essendo poi una delle mie più grandi passioni spesso si intrufola in ciò che scrivo, in un modo o nell'altro. Ancora grazie!
Di Giancarlo Rizzo: Bella cattura di un momento speciale: la voglia di "staccare" da tutto e da tutti; l'unico mezzo è di fare una fuga solitaria in macchina. La solitudine con se stessi apre sempre la porta dei ricordi e questo diventa facile usando la chiave delle musiche e delle canzoni che hanno segnato i periodi della vita.
Brevi ma profonde descrizioni di momenti, scritti con un andare poetico che scivola nella nostalgia e nella noia esistenziale. Mi è piaciuto molto, come spesso succede leggendo le tue opere. Di Namio Intile: Lasci che il lettore viaggi, non tanto a caso, ma dove tu vuoi. Del protagonista non si evince nulla, che sia uomo o donna, ma si percepisce l'angoscia dell'abbandono: dietro di sé casa amici famiglia (mi ricorda con Novalis che ogni viaggio è un tornare alla casa del padre) e davanti a sé nuvole nere, cariche elettriche. Una strada a venire, che è il futuro, che si rannuvola. E poi il senso di vuoto e il respiro lento che sembra un esercizio di mindfulness.
È un inno al domani che si fa incerto. Poi scandita dalla tua colonna sonora, per cronologia più vicina a me che a te, la riflessione sulla propria esistenza, sull'amore, sul vivere insieme, su Dio. Nel finale il desiderio di oblio, la metafisica nichilista che ritorna e scava le proprie gallerie, è solo il vuoto ciò che cerco. Un viaggio non banale, a tratti poetico, confuso come prezzo che la modernità esige da tutti noi. Al di là del tuo finale che non lascia sperare, rimane quella strada che sembra non portare a nulla e che invece è tutto. Ben scritto come sempre, quei due punti e virgola nel periodo iniziale li sostituirei con dei due punti. I due punti permettono di respirare senza fermarsi, come forse il punto e virgola non riesce. Di Egidio: In questo breve scorcio letterario è descritta una emblematica fuga dalla realtà di tutti i giorni, lanciando l'auto a grande velocità lungo la strada verso un'incognita meta. Ma il silenzio diventa insopportabile, forse perché ricorda la nostra solitudine. Basta, allora, collegare il cellulare all'automobile, modalità random, e trovare, nel succedersi dei brani musicali, quelle frasi tanto semplici nel lessico, quanto autenticamente poetiche, in cui si rispecchia il nostro passato – che rivive.
Di user deleted: La musica come colonna sonora dei propri ricordi, spesso amati, che scorrono in random come i brani. Un viaggio solitario, forse per fuggire da quel passato o forse per fuggire e basta, non si sa neanche bene da cosa… the thing that should not be in ogni caso.
Brava Selene. |
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Dedicato a tutti coloro che hanno scoperto di avere un cervello,
che hanno capito che non serve solo a riempire il cranio e che
patiscono quell'arrogante formicolio che dalle loro budella
striscia implacabile fino a detonare dalle loro mani.
A voi, astanti ed esteti dell'arte.
(Sam L. Basie)
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