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Le altre recensioni o commenti
Di Namio Intile: "Cristo, ma c'hanno capito di quello c'hai insegnato?" scrivi. Ma come hai scritto c'hai la c è dolce, mentre dovrebbe essere dura: ch'ai insegnato.
Di Marina Lolli: Sicuramente ho sbagliato, quindi dall'Accademia romanesca ho imparato che:
Sono i grandi maestri a cui rifarsi, non solo per i versi ma anche per la grammatica, l'ortografia, la sintassi ecc. Da loro abbiamo appreso che la declinazione del verbo "avecce", si scrive così: io ciò tu ciai lui (o lei) cià noi ciavemo voi ciavete loro cianno Questo è! Solo questa è la forma ortografica corretta! Tutto il resto è "sbajato". Mille mille grazie per i consigli e le correzioni Marina Di Marina Lolli: Ti ringrazio dal profondo del cuore per aver scelto di leggere questa poesia alla quale tengo particolarmente, e ti ringrazio ancora di più per il tuo commento del quale faccio tesoro per migliorarmi.
Ho cercato il ch'ai di cui parli "Ti segnalo che in c'hai la c è dolce, mentre in ch'ai è… " ma non l'ho trovato. Avrò comunque piacere di leggere i tuoi lavori. Buon proseguimento di giornata. Marina Di Namio Intile: Il Dragone Mon Amour #12
Nei primi versi la lingua s'attorciglia, ma nel finale la lettura scorre che è un piacere. Ottima questa lirica in vernacolo romano. Magnificamente reso il tema della doppia morale dei cattolici, buoni a battersi il petto in chiesa e a batter il disgraziato di turno appena fuori, senza riuscire a vedere nell'altro in mezzo alla via l'Altro di cui si favella nei Vangeli. Ti segnalo che in c'hai la c è dolce, mentre in ch'ai è dura. E quindi non le puoi scrivere allo stesso modo come invece fai. A rileggerti Di Myname: Interessante modo di esprimere verità,
mi piace quando parli delle sembianze di Cristo, un uomo che doveva essere grande e grosso e tutto d'un pezzo. Nessuno avrebbe potuto sopravvivere a 95 frustate, agli insulti, alle ferite, al peso della croce e alla croce per tutte quelle ore se non lo fosse stato.Psichicamente era una forza unica e dialetticamente insuperabile.Quindi doveva per forza essere Qualcuno che non era di questo mondo. Ho letto la poesia con piacere, brava! |
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Grazie, e buon lavoro!
Dedicato a tutti coloro che hanno scoperto di avere un cervello,
che hanno capito che non serve solo a riempire il cranio e che
patiscono quell'arrogante formicolio che dalle loro budella
striscia implacabile fino a detonare dalle loro mani.
A voi, astanti ed esteti dell'arte.
(Sam L. Basie)
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