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Le altre recensioni o commenti
Di Cinzia Tia: Grazie Angela Di Salvo per il gesto che mi accoglie in questo spazio virtuale che trovo di mio gradimento; grazie per la recensione generosa e interessante per quel che ho voluto scrivere e forse malamente esprime l'idea che vive in ogni cosa che scriviamo. Quell�idea che, in me, svela quanto in realtà criptico sia l'Io che per la prima volta si scopre in uno specchio essendo anche altro, e che svela quanto un nome sia legato all'oggetto simbolo e immagine che una volta riposto dentro di noi si arricchisce e ci confonde. E che conduce a far riflettere su quanto ambivalente sia la parola, precaria veicolo del molteplice "avvenuto" in noi. Come dici perfettamente tu " Le mani tengono qualcosa che viene lanciato e osservato da lontano al di là di quello che appare alla vista� per il desiderio di proiettare e rispecchiarsi in quel che racchiudiamo dentro di noi e trasformalo in oggetto delle nostre ispirazioni, dei nostri sogni e infine, oltre l�oggetto stesso, espressione di �parola� e coscienza delle nostre rappresentazioni. Non potevi esprimere in modo migliore il concetto del distacco quando dici �Le labbra reticenti e che parlano a singiozzo in un "primo" e forse continuo pianto,invocano un nome, quello di qualcuno che se n'è andato via, ma che continua a tornare come riflesso in uno specchio.� In fondo questo è il sentimento del rimpianto e oserei dire dell�amore che mantiene l�amato �Altro� da noi, col quale non possiamo congiungerci, nemmeno nel più sublime dei momenti. Il suo Io che richiama il nostro Io (scusa la ridondanza) è Altro arcano criptico; Altro che richiama, in fondo, ad una �mancanza� insita in ognuno di noi; che richiama a quel primo pianto strappato al nascituro che perdura per tutta la vita. Chiedersi se esistiamo, ripetere Io Io Io nel segreto di una stanza e provare a comprenderne il senso nel suono della nostra voce lo abbiamo fatto tutti ma il linguaggio è invenzione nostra, è legato a noi, non può rivelare che noi nel nostro limite d�arrivare a contenere il senso dell�esistenza. E se fosse tutto un sogno?
Tu dici �Inquietante l'espressione "non esistiamo", forse rivelatrice del desiderio di un tipo di esistenza che non coincide con la vita in sè.� Sì, e aggiungo: nell�inquieto vivere� amo vivere, perché amo la vita, e giacché non mi congiungerò e fonderò con essa in un amplesso potrò desiderarla. Grazie Di Angela Di Salvo: Alquanto criptico mi appare il titolo di questo componimento che addirittura assegna la lettera maiuscola alle parole "Specchio" e "Nome".
Le mani tengono qualcosa che viene lanciato e osservato da lontano al di là di quello che appare alla vista. Il tema pare essere quello delle precarietà , dell'equivoco, della presenza di anime senza profondità che il vento e il tempo si portano via. Inquietante l'espressione "non esistiamo", forse rivelatrice del desiderio di un tipo di esistenza che non coincide con la vita in sè. Le labbra reticenti e che parlano a singiozzo in un "primo" e forse continuo pianto,invocano un nome, quello di qualcuno che se n'è andato via, ma che continua a tornare come riflesso in uno specchio. Il testo presenta un contenuto poco chiaro, però non manca di una certa suggestività espressiva. Benvenuta! |
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Grazie, e buon lavoro!
Dedicato a tutti coloro che hanno scoperto di avere un cervello,
che hanno capito che non serve solo a riempire il cranio e che
patiscono quell'arrogante formicolio che dalle loro budella
striscia implacabile fino a detonare dalle loro mani.
A voi, astanti ed esteti dell'arte.
(Sam L. Basie)
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