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Le altre recensioni o commenti
Di Gianfranco39: Bello, originale e... a sorpresa. Brava! Scritto anche bene (a parte un "gli" riferito a un personaggio femminile. Comunque un gran bel racconto!
Di Ida Dainese: Un racconto triste per l’argomento e bellissimo per il modo in cui è narrato. Non c’è il facile accanimento morboso sui bambini morti, né nessuna accusa, bensì la semplice constatazione che c’era qualcuno che ha rifiutato l’aiuto e il sostegno sia nella figura del marito/padre, sia nei parenti/amici/istituzioni.
Soprattutto mi ha colpito lo stile delicato con cui è descritta la madre, la pudica comprensione del suo dolore, quel leggerissimo velo di pietas che si posa come una carezza sulla testa e la terribile pietà nei suoi confronti quando la verità si rivela. Mi ha impressionato molto la scena della panchina al parco, con quello sguardo assente e allo stesso tempo puntato sui bambini che giocano, reso con la presenza di due persone. Mi ha addolorato immaginare lo stesso sguardo che nel finale s’accorge dei giocattoli rimasti nell’auto. È così facile e ingiusto giudicare questi fatti, è molto più faticoso invece accorgersi del prima che accadano, e sempre comodissimo è chiudere gli occhi e lasciare che si arrangi a chi tocca. Il punto di vista di questo racconto mi ha messo per un po’ nei panni di qualcuno lasciato ad arrangiarsi, ed è qualcosa che spaventa. Di Tullio Aragona: Magnifico racconto dal ritmo incalzante che scorre fluido e senza incertezze nella sua evoluzione ricca di colpi di scena.
Una narrazione invidiabile che coinvolge e sottolinea con tecnica subliminale, abilmente tra le righe, le deformazioni e il cinismo della società moderna, l�irritante superficialità dei mass-media e la macchina della giustizia che, nonostante l�avanzata tecnologia, inciampa sovente in errori marchiani. Una situazione, ridondante nella letteratura e nel cinema, rielaborata con una sapienza e un�originalità che la rende unica e che traccia un solco nella coscienza di chi legge questo lavoro. Le verità incontrovertibili espresse non cadono nel facile sentimentalismo e prosaicismo che la vicenda potrebbe suggerire ma si staccano dal foglio e colpiscono dirette la mente del lettore. |
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Dedicato a tutti coloro che hanno scoperto di avere un cervello,
che hanno capito che non serve solo a riempire il cranio e che
patiscono quell'arrogante formicolio che dalle loro budella
striscia implacabile fino a detonare dalle loro mani.
A voi, astanti ed esteti dell'arte.
(Sam L. Basie)
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