
Sälig Lüt
Descrizione: Mio tributo a un grande personaggio del secolo scorso. Versione francese aggiunta per gli amici dell'EFJ (citati in appendice)***Mon hommage à une grande figure du siècle dernier. Relecture en français en faveur des amis de l'EFJ (citation en annexe)


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Racconto davvero bello e ben scritto.
Grazie ancora.

***Running Up That Hill (A Deal With God) – Kate Bush – 1985 / Casa Discografica: EMI
***November – Max Richter – 2002 / Casa Discografica: Late Junction
La psicoanalisi, come in parte è giusto che sia, è quasi sparita dall’orizzonte discorsivo e ti va dato il merito di aver riportato in vita il defunto Carl Gustav Jung.
L’uomo dell’Io, dell’inconscio, l’uomo dell’ombra “ L’ombra è in verità come una gola montana, una porta angusta la cui stretta non è risparmiata a chiunque discenda alla profonda sorgente” Gli Archetipi dell’inconscio collettivo.
Anche Jung non può fare a meno di attingere dalla sorgente del pensiero occidentale, alla nozione di Io e di identità personale inaugurata da Platone con il concetto di anima. A questo concetto Platone salda l’ordine del Sapere e l’ordine Morale che regola la condotta e la convivenza. Il nesso con l’Io, decisivo per l’intera costruzione della cultura Occidentale, si trova nel Fedone: ” Sembra che vi sia un sentiero che ci porta, mediante il ragionamento, direttamente a questa considerazione e cioè: fino a quando possediamo il corpo e la nostra anima resta invischiata in un male siffatto, noi non raggiungeremo mai ciò che desideriamo, vale a dire la Verità. Pertanto nel tempo in cui siamo in vita noi ci avvicineremo al Sapere tanto meno relazioni avremo con il corpo e comunicazione con esso… e non ci lasceremo contaminare dalla natura del corpo, ma dal corpo ci manterremo puri fino a che Dio non ci avrà sciolto da esso. E così, liberati dalla FOLLIA del corpo ci troveremo puri e nella purezza conosceremo la nostra anima; questo, io penso, è la Verità”.
Al corpo non è dato Sapere e lasciato a se stesso ci porta alla FOLLIA. Questo pensiero di Platone è ricalcato quasi integralmente da Paolo di Tarso, e su di esso egli costruirà il cristianesimo dopo Cristo.
Anche Jung è figlio di Platone, come di Paolo.
“Ragione e follia nascono insieme,” osservava Salvatore Natoli, “perché solo l’esclusione della follia consente alla ragione di guadagnare certezza di sé e di autocertificarsi nel suo stesso esercizio”.
Sbarrare la via alla follia significa per Platone dominare le passioni, la ragione esercita un’azione generale di controllo sulle passioni (le pulsioni avrebbe detto 2500 anni dopo Freud) del corpo che attentano alla purezza delle procedure razionali.
Il pensiero razionale, scrive Platone, è spassionato. L’anima razionale e quella pulsionale di Freud.
Con Platone nasce l’uomo occidentale e nasce l’anima, elevata a dimora di Dio. A fare le spese di quest’enfasi posta sull’anima è stato il corpo, legato alla nutrizione, al metabolismo, debole, soggetto a malattie, all’invecchiamento, alla morte.
Solo nel Settecento si è preso a pensare che anche l’anima possa ammalarsi. E così nasce la psichiatria e con essa la medicalizzazione (Iatrìa) dell’anima. La psichiatria ha avuto l’indubbio merito di ridurre la distanza con il corpo, dopotutto anch’essa, si scopre, è soggetta a malattia: la follia.
Nell’Ottocento nasce la psicologia, lo studio scientifico dell’anima consegnato alle ipotesi e alle verifiche secondo il metodo galileiano. E subito dopo l’analisi (dal greco analyo) che scioglie i nodi con la parola. Perché l’anima rimane sempre legata alla razionalità e quindi al linguaggio. Con le parole è possibile curare l’anima.
Ma la psichiatria, la psicologia, l’analisi, non sono cresciute al servizio dell’anima. Con la loro comparsa non è stata l’anima a dirsi, ma la psichiatria, la psicologia, l’analisi a dire qualcosa sull’anima.
E ognuna di queste discipline ha portato avanti un diverso discorso, e all’interno di questi discorsi ogni suo esponente diceva una cosa diversa. E quindi centinaia, migliaia di dicenti che parlano per scienza e non per effetto della loro anima.
Il risultato scontato è stata la proliferazione di teorie basate sul modello scientifico di sperimentazione e verifica, così che oggi si contano un’ottantina di psicologie, una trentina di psicoanalisi e una decina di psichiatrie.
E i sacerdoti dei vari templi e templietti sono ancora sulla soglia dei loro edifici disfatti come testimoni di un passato glorioso ma decisamente passato, scansato via da un’altra teoria.
Questo mi ha ricordato il castello di Jung del tuo racconto. L’edificazione del castello, impossibile da terminare, mi ricorda un po’ questa vicenda.
La scienza non costruisce verità ma teorie falsificabili, buone quindi per esser subito messe da parte.
La psicologia andrebbe oltrepassata nel suo impianto scientifico e dualistico, come il pensiero di Platone che ha fin qui retto l’Occidente, e andrebbero scritti dei libri nuovi, che in parte già esistono, ma che nessuno vuole leggere.
Meraviglioso racconto, Roberto, a rileggerti.
Rispondo brevemente alla tua domanda iniziale. Una delle mie grandi scoperte giovanili fu Freud. Il suo riscoprire e porre l'importanza dei sogni alla base della vita psichica ebbene, lo ha reso di diritto e al di là di ogni critica un grande della storia. Un giorno incontrai anche Jung: una vera folgorazione, probabilmente il vero amore. Quell'allargare la base, abbracciare un mondo intero di sapere e civiltà, mi ha incatenato il cuore senza mai più lasciarlo. Il grande psicanalista resta per me innanzitutto un esempio di vita: non si è mai limitato a teorizzare, impegnandosi piuttosto in prima persona sul campo, basti pensare ai viaggi così pericolosi in terre lontane per conoscere e studiare le usanze di altri popoli. La sua cultura rasenta l'inimmaginabile e fa comprendere, anche per i davvero modesti appassionati come me, cosa significhi accostarsi a un fine così grande, quello di abbracciare la mente umana. Le sue citazioni negli scrtti spaziano da mitologia a medicina, da astronomia a filosofia, da storia a etnologia. Ma soprattutto, con quale umiltà egli ha sempre voluto trasmettere queste sue conoscenze, e quale fede ha invariabilmente riposto nell'essere umano. Un uomo che ha deciso di costruire una casa in pietra che racchiudesse il suo pensiero, la sua vita, perfino i suoi avi, quanto di più importante esiste per un individuo. E quel continuo richiamo a riconoscere e accettare l'Ombra, che tu stesso citi nella tua introduzione.
Infine, una piccola curiosità: presto comparirà sul sito una traduzione del racconto. In effetti mi sono impegnato con l'Associazione Espace Francophone Jungien, che mi ha autorizzato a pubblicare l'immagine della Torre, a fornirgli il testo in lingua francese. Insomma te la dico tutta: se tutto ok, presto porteremo un po'di BraviAutori all'estero!
Grazie Namio, grazie davvero di cuore.
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Aggiunta versione francese del testo in favore degli amici dell'EFJ (foto e citazione nel testo)
EFJ

descrizione: Resoconto di un "viaggio" ispirato da un racconto pubblicato da Roberto Virdò su BA: Sälig Lüt. Pensato per chi ha interesse a fare un'escursione, per il momento, virtuale...
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descrizione: Composizione con frammenti di vetro e pietra scolpita. Peso: 20kg ca.
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descrizione: Dialogo improbabile, e allegorico, tra i Signori del bene e del male.
incipit: Oggi, al contrario degli altri giorni, non si ode alcun canto in paradiso. Di solito il silenzio indica che Dio è contrariato e, di conseguenza, tutti i presenti cercano di arrecare il minimo disturbo. In tarda mattinata quell'atmosfera ovattata è bruscamente interrotta da una voce imperiosa: "Vieni da me, Pietro. Ti devo parlare."
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descrizione: Sull'importanza di ascoltare l'esperienza e rispettare l'amore, qualunque forma essi prendano. Estratto dalla raccolta "Racconti alla Luce della Luna"
incipit: Una statua di donna, una giovane donna intenta a bagnarsi, stava in un giardino. Semplici, pulite, desiderabili le sue forme, spontaneo ed innocente il suo atteggiamento: la veste tirata sul ginocchio, mentre una gamba era allungata nell'atto di provare l'acqua col piedino.
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