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Il quadro

(racconto filosofia, brevissimo - per tutti)
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18 visite dal 17/07/2022, l'ultima: 3 settimane fa.
1 recensioni o commenti ricevuti
Autore di quest'opera:

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Descrizione: da definire...

Incipit: Ogni giorno verso sera ripasso davanti al mio quadro, osservo attentamente tutte le linee, i contorni, …


Il quadro
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recensore:
avatar di Giancarlo Rizzo
nwGiancarlo Rizzo
$ donatore 2022 (2 dal 2021)

Recensione o commento # 1, data 14:52:17, 17/07/2022
Questo è un quadro surrealista. Ma a dire il vero è irreale: non può esistere a meno che tu non soffra di una specie di autismo. Smemorato come dimostri di essere la mattina, ti sei scordato che la memoria è dentro di te e se non vuoi vedere il quadro del giorno prima è perché non vuoi. Un giorno, quando non dipingerai più, ti assicuro che la memoria tornerà e ci farai i conti.



recensore:

risposta dell'autore, data 15:18:24, 17/07/2022
Bella risposta, questo "quadro" che dipingo o immaginavo mentalmente di dipingere quando avevo scritto questo testo oggi, rappresenta solo visivamente/metaforicamente il mio modo di comprendere al meglio il me stesso di ogni giorno, vivo, guardo, osservo, rifletto con attenzione, comprendo. A sera quindi riflettendo sulla giornata appena vissuta, mi posiziono davanti al quadro che ho dipinto mentalmente, le linee, i contorni, i colori del giorno, delle persone, della natura od emozioni che da queste sono rimaste impresse e registrate dall'io. La mattina essendo ora un nuovo giorno la "tela" è di nuovo tornata bianca tutta nuovamente da dipingere. Chiaramente quello che ho vissuto e provato, come dicevo l'altra volta, rimane comunque a fare parte giorno dopo giorno del mio io essendo questo di volta in volta plasmato e rimodellato a seconda di ciò che è stato in esso registrato e compreso. Il tutto però senza bisogno di ricordare precisamente l'intero dipinto. Quindi ogni giorno ha un suo diverso "quadro" fino a sera a venire ed essere dipinto. Arriverà poi un giorno che il corpo, la mente e quindi l'io non potranno più dipingere nulla, e quel giorno sarà sempre chiaramente un possibile oggi.

La morte arriva nel presente, è l'unico aspetto quindi, nonostante un io completamente formato che non possiamo però vivere consciamente, osservare, registrare, comprendere e perciò nemmeno ricordare dato che viviamo e percepiamo in noi solo il presente/passato del tempo.

La morte ci batte sul tempo.

È solo un modo come un altro, un racconto, una metafora su come vivere meglio il "presente".





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