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La consapevolezza dell'essere

(saggio filosofia, breve - per tutti)
Tempo di lettura: circa 10 minuti
35 visite dal 27/05/2022, l'ultima: 7 mesi fa.
4 recensioni o commenti ricevuti
Autore di quest'opera:

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Descrizione: da definire...

Incipit: Questa mia riflessione logica deriva dall'intuizione, avuta sulla stessa consapevolezza di sé, descritta in primis da Giancarlo Rizzo e da me poi ripresa e riveduta anche concettualmente in alcune sue parti.


La consapevolezza dell'essere
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Recensioni: 4 di visitatori, 11 totali.
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recensore:

risposta dell'autore, data 14:32:18, 28/05/2022
Aggiunta la parte riguardante il libero arbitrio.



recensore:
avatar di Giancarlo Rizzo
nwGiancarlo Rizzo
$ sostenitore 2022 (2 dal 2021)

Recensione o commento # 1, data 19:51:45, 28/05/2022
Apprezzo i salti mortali che fai per dimostrare a tutti costi che lo spirito non esiste.
Naturalmente sai che è la spiegazione logica più semplice. Scientificamente è l'elemento da dimostrare come una formula impossibile. Comunque ho ricopiato in un unico file e appena posso vedo di sintetizzare il tuo pensiero in modo leggibile. Sai che sono un po' lento a capire… e in questo periodo sono indaffarato in altri compiti famigliari.



recensore:

risposta dell'autore, data 20:20:23, 28/05/2022
Non sono salti mortali, semplicemente lo spirito non ci è comprensibile, ma se riesco in qualche modo a dare senso a questo, con la logica, pienamente comprensibile se uno vuole essere realista non su quello che dico io, ma su quello che lui stesso comprende o meno, se io o tu capissimo o sentissimo di poter comprendere in essere cosa implica l'infinito sarei il primo che ammetterebbe questo in noi, avendo avuto fede fino a ieri di/in questo stesso concetto a noi consciamente, sub consciamente e inconsciamente sconosciuto da sempre e in ogni spazio o tempo che sia. Qualcosa vorrà dire no? Forse che è una nostra illusione autoindotta magari, non che esista fuori da noi e da questa realtà, quello non c è dubbio che esiste, ma crederlo dentro di noi lo spirito(anche non religiosamente parlando) è lo stesso dubbio/risposta che poi ci viene data/imposta dall'illusione DELL'IO.



recensore:

risposta dell'autore, data 11:01:40, 29/05/2022
Allora seguite la logica di questo ragionamento.

Ipotizziamo che Dio/Tutto sia spirito (cosa che posso anche credere senza poterlo comprendere essendo esso fuori dalla mia realtà) e se viene a noi, viene comunque dato o riposto da esso.

Noi non comprendiamo lo spirito né incoscentemente, né sub consciamente, né consciamente (non comprendiamo, né abbiamo consapevolezza in essere cioè, su tutto ciò che riguarda un concetto di infinito).

Detto questo che è già un fatto (il non comprendere l'infinito) si dipanano due scenari differenti.

1) come dico noi siamo materia ora cosciente, poi di nuovo incosciente (al momento presente della morte) quindi materia finita, dentro un universo finito (avendo avuto un inizio). Quindi moriamo, restiamo energia non cosciente, l'universo segue il suo corso fino al suo stesso cessare. Fine.

2) non lo comprendiamo, ma in noi abbiamo spirito. Succede tutto quello che ho descritto nel punto 1 ma questo spirito/energia invece di restare nel corpo finito in un universo finito, essendo essa parte di un infinito torna a Dio/Tutto.

Ci siete ok. Adesso io mi chiedo però una semplice cosa.

Se quando moriamo come tra un po' riporterò pure nel testo, la nostra consapevolezza, il nostro fascio informativo di luce che permette incoscentemente all'io la stessa comprensione di essere in essere (consciamente e sub consciamente nel passato della stessa), è al cuore l'informazione di dover battere (nel passato dell'informazione ricevuta poi battere fisicamente) per rimanere in vita e quindi mantenere questo corpo/circuito acceso. Che senso ci sarebbe poi dal momento stesso che, quando il corpo muore la consapevolezza oltre alla comprensione della vita stessa di tutto ciò che è stato quindi vissuto, si dissolve, non avendo più il supporto dell'Io, non avendo più un cuore che batte, quindi del corpo/circuito acceso, per essere compreso, e continuare in essere in vita, ma rimane esso solo spirito (uscito ora dal corpo). Solo puro spirito quindi, in essere, ma senza in sé né la nostra consapevolezza né la comprensione che abbiamo di essa ora in vita e della vita stessa.

Ok ci siamo?

Quindi quale sarebbe il senso di donare/lasciare questa sua parte di spirito in noi quando esso era già parte di esso (Tutto/Dio) fin da principio? (una gita fuori porta?). Oppure allo stesso modo che senso avrebbe per noi invece, ritornare ad esso senza poi avere comunque più in esso la consapevolezza o la comprensione stessa di tutto ciò che è stato il nostro essere o comprendere in vita? E quindi che senso avrebbe vivere la vita stessa in fondo, se tanto si tornerebbe di nuovo a/in Dio senza niente di ciò che la vita data comporta o ha comportato in essere?

Nessuno. Non avrebbe cioè nessun senso o motivo d'essere, nessuna logica, nessuna fede o speranza nel potere continuare comunque la "nostra vita" stessa, fisica o comprensiva di noi. Quindi in ogni caso nemmeno poi chiedersi o porsi ora in vita, questa stessa domanda, se non solo al massimo del possibile, comprendere invece, il perché essa in noi viene posta (quello che ho sempre sostenuto infatti, è da cui poi sono nati tutti questi ragionamenti logici/intuitivi). Quindi che io poi abbia torto o ragione, anche se all'oggi questa è logicamente esatta, sulla mia teoria(il punto 1), in ogni caso noi non abbiamo nessuna speranza di portare questa nostra stessa incosciente consapevolezza e di conseguenza comprensione di oggi, presente o passata che sia, dopo la morte del corpo (punto 1 te punto 2)

Quindi sarebbe semplicemente la volontà stessa di Dio che tramite in questo caso parte del suo spirito ci ha portato poi con l'evoluzione della materia/corpo ad esso associato alla comprensione di noi stessi, quindi alla vita che abbiamo vissuto. Finita questa questo spirito tornerebbe a Dio, senza però la nostra consapevolezza o coscienza di essere attuale, o relativa ad ogni aspetto spazio/temporale da noi vissuto, essendo questa inscindibile totalmente in essere dal nostro corpo stesso.

Il risultato è lo stesso della mia teoria che infatti anche da questo punto di vista rimane perfettamente logica in essere.
Sempre di inganno dell'Io si tratterebbe nel credere e convincere se stesso (noi) ad un proprio possibile suo continuo, oltre la fine di questo corpo.



recensore:

risposta dell'autore, data 16:21:28, 29/05/2022
Quindi non è che faccio i salti mortali per voler dimostrare a tutti i costi l'assenza di spirito (per quello mi basta sapere di non poterlo comprendere in essere non io, ma nessuno può ) in noi, ma lo faccio avendo già intuito e analizzato che in entrambi i casi la teoria rimane logica e quindi seguo quella che mi risulta più logica nella sua logica, ma se in uno di questi casi, il primo (quello che reputo più realistico), risulta poi lo disvelamento dell'inganno dell'Io da parte nostra, quindi anche la nostra possibile comprensione/evoluzione (su questo, vedi le divisioni religiose o quello che portano, se questo concetto fosse stato chiaro nel medioevo per dire sì sarebbero risparmiate miliaia di vite, caccia alle streghe, crociate ecc, o quantomeno usare questa giustificazione, mistificazione già di per sé poi in grossa parte presente in esse, come motivo dato in essere per essere poi prodigate nel tempo) culturale e sociale derivata da questo stesso disvelamento, nella seconda rimaniamo semplicemente nella nostra situazione attuale senza poter attuare nessuna modifica alla nostra stessa errata percezione dell'Io su se stesso.



recensore:

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Recensione o commento # 2, data 19:53:37, 29/05/2022
Non amo arrovellarmi sulle domande/risposte saggistiche/filosofiche, riguardanti l'esistenza, con tutto il bagaglio razionale e irrazionale. Secondo me, ovviamente non generalizzo, parlo per la mia esperienza e per il mio modo di concepire certi argomenti, la ricerca (interrogarsi/interrogare, scavarsi/scavare) ossessiva e compulsiva - anche se è quasi un'esigenza e tutti a modo proprio penso lo facciano - rischia di inglobare la mente in un circolo vizioso, senza via d'uscita, con seghe mentali e rimuginio continuo, causando destabilizzazione. Tante cose della vita si spiegano con la scienza, con la fisica e con tutti gli altri strumenti a nostra disposizione, compreso l'intelligenza. Per altre, purtroppo, non ci sono risposte razionali e allora subentrano, come ausilio, altri elementi, che possono essere diversi: la fede, la fantascienza e quant'altro. Penso che ognuno debba trovare il proprio modo per dare senso alle cose più astruse.



recensore:
avatar di Giancarlo Rizzo
nwGiancarlo Rizzo
$ sostenitore 2022 (2 dal 2021)

Recensione o commento # 3, data 20:53:21, 29/05/2022
Ma certo! sappiamo tutti che qualsiasi risposta possiamo ottenere dalle nostre acutissime menti, non cambierà sostanzialmente la vita di questa settimana. Ma se non ci fossero quelli che della ricerca ossessiva e compulsiva fanno la ragione della loro vita, non avremmo la filosofia e anche la scienza e anche l'arte e tante altre meraviglie. É grazie ai matti come Gabriele che l'umanità progredisce culturalmente passo dopo passo (checché ne dica lo stesso Pecci).Io ci sto e mi diverto un sacco.



recensore:

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Recensione o commento # 4, data 21:19:31, 29/05/2022
Non vi stavo criticando, Giancarlo, parlavo per me stessa… Sicuramente, per voi sarà pure un divertimento, oltre che un contributo, in termini di stimoli culturali e scientifici, per altri. Ecco, quello che volevo dire è che questi argomenti, soprattutto ripercorsi più volte, a me darebbero effetti collaterali di nevrosi, se dovessi trattarli io, non i vostri scritti, sia chiaro.



recensore:

risposta dell'autore, data 21:36:48, 29/05/2022
Chiarisco che non credo che se passi nelle masse questo che dico poi le cose si aggiustano e l'umanità evolve. L'uomo rimane sempre se stesso, padrone e schiavo dei propri impulsi e pulsioni, questo non cambierà mai, inganno dell'Io o meno. L'uomo continuerà sempre a cercare una qualche via d'uscita da ogni possibile problema in essere, anche dove non vi è via di uscita se non la propria morte, sia data come risposta che come via di uscita illusoria dal problema stesso. Continuerà sempre per paura ed egoismo a farsi la guerra, questo non si può cambiare, perché ci ha accompagnato fin dalla nostra nascita e ci terrà per mano anche alla nostra morte.

Quello che può cambiare invece è la comprensione del singolo, che sommata ad altri singoli può diventare o portare una rinascita quantomeno culturale o di accettazione, una presa di coscienza anche sociale se vogliamo, di ciò che realmente siamo, di cosa potremmo ancora comprendere, se solo concentrassimo maggiormente le noštre risorse sulla comprensione di ciò che è in noi, e poi dopo questo in relazione a ciò che ci circonda, invece di usare/abusare di ciò che ci circonda solo in relazione a noi o traslarlo poi addirittura fuori di noi, oltre che per "salvare" se stessi, anche e soprattutto come forma di controllo o "lavaggio mentale"(non solo le religioni, ma tanti e troppi aspetti vengono delegati a questo fatto) di o sulla massa. Questo che posso avere intuito in qualche modo è solo la punta di un iceberg che di sicuro potrebbe portare a molto, molto altro, se venisse presa veramente in considerazione da chi può poi veramente farlo, non certo un semplice fruttivendolo con la sola passione della riflessione.



recensore:

risposta dell'autore, data 22:00:49, 29/05/2022
In parte hai ragione (mia moglie ti farebbe un applauso), solo che non lo vivo come nevrosi, ma da quando ho intuito questo fatto (magari non sono neanche il solo ad averlo fatto, di quelli di cui sono a conoscenza tra filosofi o psicologi si, ma non lo posso sapere con certezza) davvero riesco a comprendere a cascata poi concetti o cose di cui neanche ho un reale minimo studio, ma comunque risultano quantomeno a me chiare e semplici ora in essere (poi riuscire a spiegarli a mia volta è un altro discorso). Credo che questo si possa evidenziare rispetto alle prime riflessioni riportate sul sito se poi paragonate a quelle attuali dove mano a mano sono riuscito a motivare le stesse logicamente invece che solo su una base di sentire personale valida quindi in realtà solo sulla mia persona. Poi non lo so, magari è solo un abbaglio, ma da quello che mi sembra di comprendere ora, ogni giorno che passa trovo ulteriori conferme, non su ciò che rimane a noi indefinito e indecifrabile, ma su noi stessi e il nostro stesso modo di essere e agire. Comunque grazie per il passaggio ho piacere che qualcuno a parte Giancarlo che già lo so, commenti o dia un suo punto di vista su queste stesse riflessioni a prescindere da quale esso poi sia.



recensore:

risposta dell'autore, data 17:57:40, 03/06/2022
Aggiunta parte riguardante la felicità, lo stato di coma, la morte e le conclusioni finali.





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