
La consapevolezza dell'essere




Descrizione: da definire...
Incipit: Questa mia riflessione logica deriva dall'intuizione, avuta sulla stessa consapevolezza di sé, descritta in primis da Giancarlo Rizzo e da me poi ripresa e riveduta anche concettualmente in alcune sue parti.
Naturalmente sai che è la spiegazione logica più semplice. Scientificamente è l'elemento da dimostrare come una formula impossibile. Comunque ho ricopiato in un unico file e appena posso vedo di sintetizzare il tuo pensiero in modo leggibile. Sai che sono un po' lento a capire… e in questo periodo sono indaffarato in altri compiti famigliari.
Ipotizziamo che Dio/Tutto sia spirito (cosa che posso anche credere senza poterlo comprendere essendo esso fuori dalla mia realtà) e se viene a noi, viene comunque dato o riposto da esso.
Noi non comprendiamo lo spirito né incoscentemente, né sub consciamente, né consciamente (non comprendiamo, né abbiamo consapevolezza in essere cioè, su tutto ciò che riguarda un concetto di infinito).
Detto questo che è già un fatto (il non comprendere l'infinito) si dipanano due scenari differenti.
1) come dico noi siamo materia ora cosciente, poi di nuovo incosciente (al momento presente della morte) quindi materia finita, dentro un universo finito (avendo avuto un inizio). Quindi moriamo, restiamo energia non cosciente, l'universo segue il suo corso fino al suo stesso cessare. Fine.
2) non lo comprendiamo, ma in noi abbiamo spirito. Succede tutto quello che ho descritto nel punto 1 ma questo spirito/energia invece di restare nel corpo finito in un universo finito, essendo essa parte di un infinito torna a Dio/Tutto.
Ci siete ok. Adesso io mi chiedo però una semplice cosa.
Se quando moriamo come tra un po' riporterò pure nel testo, la nostra consapevolezza, il nostro fascio informativo di luce che permette incoscentemente all'io la stessa comprensione di essere in essere (consciamente e sub consciamente nel passato della stessa), è al cuore l'informazione di dover battere (nel passato dell'informazione ricevuta poi battere fisicamente) per rimanere in vita e quindi mantenere questo corpo/circuito acceso. Che senso ci sarebbe poi dal momento stesso che, quando il corpo muore la consapevolezza oltre alla comprensione della vita stessa di tutto ciò che è stato quindi vissuto, si dissolve, non avendo più il supporto dell'Io, non avendo più un cuore che batte, quindi del corpo/circuito acceso, per essere compreso, e continuare in essere in vita, ma rimane esso solo spirito (uscito ora dal corpo). Solo puro spirito quindi, in essere, ma senza in sé né la nostra consapevolezza né la comprensione che abbiamo di essa ora in vita e della vita stessa.
Ok ci siamo?
Quindi quale sarebbe il senso di donare/lasciare questa sua parte di spirito in noi quando esso era già parte di esso (Tutto/Dio) fin da principio? (una gita fuori porta?). Oppure allo stesso modo che senso avrebbe per noi invece, ritornare ad esso senza poi avere comunque più in esso la consapevolezza o la comprensione stessa di tutto ciò che è stato il nostro essere o comprendere in vita? E quindi che senso avrebbe vivere la vita stessa in fondo, se tanto si tornerebbe di nuovo a/in Dio senza niente di ciò che la vita data comporta o ha comportato in essere?
Nessuno. Non avrebbe cioè nessun senso o motivo d'essere, nessuna logica, nessuna fede o speranza nel potere continuare comunque la "nostra vita" stessa, fisica o comprensiva di noi. Quindi in ogni caso nemmeno poi chiedersi o porsi ora in vita, questa stessa domanda, se non solo al massimo del possibile, comprendere invece, il perché essa in noi viene posta (quello che ho sempre sostenuto infatti, è da cui poi sono nati tutti questi ragionamenti logici/intuitivi). Quindi che io poi abbia torto o ragione, anche se all'oggi questa è logicamente esatta, sulla mia teoria(il punto 1), in ogni caso noi non abbiamo nessuna speranza di portare questa nostra stessa incosciente consapevolezza e di conseguenza comprensione di oggi, presente o passata che sia, dopo la morte del corpo (punto 1 te punto 2)
Quindi sarebbe semplicemente la volontà stessa di Dio che tramite in questo caso parte del suo spirito ci ha portato poi con l'evoluzione della materia/corpo ad esso associato alla comprensione di noi stessi, quindi alla vita che abbiamo vissuto. Finita questa questo spirito tornerebbe a Dio, senza però la nostra consapevolezza o coscienza di essere attuale, o relativa ad ogni aspetto spazio/temporale da noi vissuto, essendo questa inscindibile totalmente in essere dal nostro corpo stesso.
Il risultato è lo stesso della mia teoria che infatti anche da questo punto di vista rimane perfettamente logica in essere.
Sempre di inganno dell'Io si tratterebbe nel credere e convincere se stesso (noi) ad un proprio possibile suo continuo, oltre la fine di questo corpo.
user deleted
user deleted
Quello che può cambiare invece è la comprensione del singolo, che sommata ad altri singoli può diventare o portare una rinascita quantomeno culturale o di accettazione, una presa di coscienza anche sociale se vogliamo, di ciò che realmente siamo, di cosa potremmo ancora comprendere, se solo concentrassimo maggiormente le noštre risorse sulla comprensione di ciò che è in noi, e poi dopo questo in relazione a ciò che ci circonda, invece di usare/abusare di ciò che ci circonda solo in relazione a noi o traslarlo poi addirittura fuori di noi, oltre che per "salvare" se stessi, anche e soprattutto come forma di controllo o "lavaggio mentale"(non solo le religioni, ma tanti e troppi aspetti vengono delegati a questo fatto) di o sulla massa. Questo che posso avere intuito in qualche modo è solo la punta di un iceberg che di sicuro potrebbe portare a molto, molto altro, se venisse presa veramente in considerazione da chi può poi veramente farlo, non certo un semplice fruttivendolo con la sola passione della riflessione.
Nota: Scrivere recensioni e commenti alle opere è uno dei motori principali di questo portale artistico. È solo grazie a esse che, infatti, gli autori possono migliorarsi e i visitatori orientarsi. Se sei un autore, inoltre, scrivere recensioni e commenti a opere altrui incentiverà i destinatari a fare altrettanto con le tue.
Nota: le recensioni e i commenti devono essere lunghi almeno 30 battute e devono riguardare il contenuto dell'opera, meglio se critiche, costruttive e collaborative. Saranno eliminate dallo Staff le recensioni se saranno: offensive, volgari, chiacchiere e (se scritte da visitatori) presunte autorecensioni dell'autore o banali "bello, mi è piaciuto".
Nota: le recensioni e i commenti sono tuoi e modificabili per 2 giorni, dopodiché diventeranno di proprietà dell'autore che hai recensito o commentato.
NO JAVASCRIPT
NO BUTTON
Nota: per vedere un'opera a caso di un particolare genere, entra nell'elenco dei generi e scegli la tipologia desiderata.
Questo indirizzo email è protetto dagli spam.
Attiva JavaScript per vederlo. eventuali termini o contenuti illeciti, scurrili o errati che potrebbero essere sfuggiti al controllo degli Autori o dello Staff.