dalle ore 20:00 del 16 settembre 2024 alle ore 10:00 del 17 settembre 2024,
sono andati persi.
Vi invitiamo a controllare eventuali voti e commenti che potreste aver dato nelle Gare e nei GrandPrix.
Ci scusiamo per l'inconveniente.
Descrizione: Racconto di genere fantastico sulla realtà oggettiva.
Incipit: Il dio novelliereAmnos (agnello) e Aigos (capra) erano seduti accanto al fuoco…
Questa storia, che per stessa ammissione dell'autore è stata appena scritta, presenta alcune imperfezioni che ho segnalato privatamente, ma tutto sommato è ben scritta e di facile e scorrevole lettura.
Molto bello il concetto finale.
PS: benvenuto!
In effetti il racconto presenta svariati errori di battitura, ma il ritmo e la sintassi, per fortuna, non ne escono alterati. Il testo è sorto mentre trangugiavo un piatto di insalata di riso. Mangiavo e osservavo i chicchi che iniziavano a scarseggiare nel piatto, mentre una fervida brama di evasione si impossessava di me. Allorquando rimasero una decina di chicchi e la forchetta non riusciva ad acciuffarli, ho deciso di usare il cucchiaio(mi piace ripulire il piatto quando mangio).
Trovando difficoltà anche col cucchiaio, ho usato il dito e ho lucidato il piatto con la bocca. Mandato giù l'ultimo boccone mi è balenato in testa un sussurro mordace: -scrivimi, scrivimi-, diceva.
Il chicco di riso, ovviamente era riso Gallo, mi è apparso in visione mentre buttavo giù le prime righe. La trama, compresa la logica sequenzialità dimensionale, mi è stata dettata dal triplice approccio strumentale.
Le zampe di capra e i calamai nelle mani del "dio" rappresentano, ovviamente, l'eterna lotta tra sapienza e ignoranza, tra colui che si sfama e colui che viene divorato.
Alcune parti le avrei "mostrate" di più e "raccontate" di meno e avrei evitato qualche aggettivo.
Benvenuto!
Pia
Faccio qualche esempio:
sommessamente seduti (sommesso=di suono leggere, basso)
i due rimasero alienati (l'ho interpretato come estraniati, ma la parola in sé offre diverse interpretazioni)
Il ratto scorrere
sfumare nella fabulazione
poi c'è "tingeva di sabbia la schiuma", lo vedo inappropriato il verbo tingere.
Gli spazi dopo i punti di sopsensione mancano dappertutto e spesso non c'è spazio tra una parola e l'altra tra parentesi.
Per mia conoscenza, ammetto la mia ignoranza, mi piacerebbe sapere cosa significa il "cedolare delle onde" e il "tabarro della sabbia"
insomma tutte queste perplessità hanno appensantito la lettura rendendola stancante, se fosse stato un libro di molte pagine avrei avuto enormi difficoltà a finirlo. Finita questa parte con linguaggio più ricercato, me lo sono goduto di più.
Bella anche l'idea dei tre finali, insomma ci sono pregi, sì, ma anche difetti, almeno per me
ancora benvenuti
Figura retorica
Da Wikipedia
Si indica col termine figura retorica qualsiasi artificio nel discorso, volto a creare un particolare effetto.
L'identificazione e la catalogazione delle figure ha creato problemi di base agli studiosi di retorica, dall'antichità al Settecento.
Tradizionalmente si distinguono le seguenti categorie di figure:
-figure di dizione per le quali avviene una modifica nella forma delle parole;
-figure di elocuzione che riguardano le parole più adatte;
-figure di ritmo che seguono gli effetti fonici ottenuti mediante la ripetizione di fonemi, sillabe, parole;
-figure di costruzione o di posizione che si riferiscono all'ordine delle parole nella frase;
-figure di significato o tropi che riguardano il cambiamento del significato delle parole;
-figure di pensiero che concernono l'idea o l'immagine che appare in una frase.
Dino
Sì. In effetti il finale non c'è in questo racconto.
La propensione dello scrittore ad essere il "dio" del suo mondo immaginario è sempre stato il movente della creazione.
Mi chiedo quante divinità esistano sotto e sopra di noi.
Il vecchio scrive dell'isola, mentre io scrivo di lui e qualcun altro scrive di me. Magari anche il "dio" che scrive di noi, tutti, è soggetto a questa ciclicità .
Potrebbe accadere all'infinito.
Giuseppe Novellino
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