risposta dell'autore, data 18:19:50, 19/03/2022
Ho modificato l'opera, questa è una domanda a cui io stesso, come altri qui sul sito, abbiamo già dato in qualche modo risposta, ma nessuno, io compreso naturalmente, sappiamo, possiamo o abbiamo ancora provato (almeno tra tutte le poesie che ho letto, forse qualcuna di Giancarlo ci si avvicina, ma la posta descrittiva è più alta qui), a darne una "vera" espressione poetica, quindi se qualche mente impavida vuole farsi avanti…
Recensione o commento # 1, data 20:33:21, 19/03/2022
Se fossi io il poeta
Vorrei esprimere adesso
Con versi emergenti dal cuore
L'essenza dell'Essere
Racchiuso nel mio stesso
Limite umano.
Vorrei ma non posso
Perché quello che so
Non l'ho ancora capito.
risposta dell'autore, data 21:02:23, 19/03/2022
Se fossi io il poeta, saprei di essere tutto quello che so di non poter sapere o comunque cogliere appieno e per questo so e accetto che non potrò mai neanche capire. Questo spiega perché non posso esprimere la mia essenza, non con la mente, non con queste mie "vuote" parole, perché io stesso non potrei mai arrivare a comprendere ciò che non riesco e non posso esprimere, a cui non posso guardare, dare un suono, gusto, profumo o tatto. Posso solo continuare ad ascoltare, conoscere e indagare me stesso e intuirne e avvertirne in qualche modo per questo, presenza, ma questo sentire non è qualcosa che si vive sottopelle, ne che si riflette sull'altro, quindi per questo non prende ne corpo ne forma, non è fattibile come descrivere l'amore o un sentimento purtroppo.
risposta dell'autore, data 22:02:51, 19/03/2022
Grazie per aver colto subito la mia provocazione Giancarlo, si potrebbe creare una discussione molto bella partendo dal "se fossi io il poeta… " ma penso purtroppo che saremmo in pochi a discuterne, sarebbe interessante però ascoltare anche punti di vista differenti sul proprio sentire.
risposta dell'autore, data 18:16:43, 20/03/2022
Comunque bel tentativo Giancarlo, ma queste continuano ad essere "parole non tue", mi spiego se non fosse stata chiara la provocazione del mio scritto: tutto quello che noi esprimiamo in versi, per quanto trasudano sentimento o innovazione non sono testualmente nuove parole, non sono "nostre" parole, sono la nostra rivisitazione tramite il nostro sentire di cose o questioni già affrontate, gia discusse, già teorizzate, già udite, già messe infinite volte in versi. Però e correggetemi se sbaglio, nessuno nella storia è mai riuscito a parlare con "nuove parole", quindi qualcosa di mai descritto prima, qualcosa di mai udito, qualcosa che se fatto concretamente appunto, eleverebbe quella persona al punto di poter "inondare l'oceano, creare una nuova terra e brillare più degli astri celesti, di luce propria, semplicemente parlerebbe e si esprimerebbe con la stessa lingua di Dio (Energia dell'universo, Tutto ecc.), per capirci. Neanche nei testi "sacri" compare questo, anche li sono utilizzate immagini, suoni, parole già conosciute, quindi comprensibili. Chiaramente la mia è pura provocazione, dal momento che se qualcuno facesse davvero questo, noi non riusciremmo neanche a comprenderlo. Il mio scritto è un modo come un altro di farci comprendere il nostro ruolo, il nostro posto, il nostro essere niente, in confronto al Tutto, da non potere in nessun modo neanche riuscire a capire quello che siamo e soprattutto perché siamo.
risposta dell'autore, data 18:38:51, 20/03/2022
Questo discorso sui libri sacri (tutti), dimostra poi, almeno per me, che questi libri non sono la "parola di Dio", ma sono le nostre parole, che se comprese e capite possono anche portarci ad avere si intuizione, tramite la ricerca e l'ascolto vero di se stessi, del concetto di Dio (Tutto) in noi (essenza), ma quello che noi leggiamo e per cui in passato si è e si continua oggi ad uccidere il nostro fratello, sono solo le nostre di parole, quando nella nostra infinita arroganza applichiamo questo sotto la formula "in nome di Dio" faccio questo e faccio quello… è solo nel nome di noi stessi che viene fatto. Se nei testi sacri ci fosse la vera parola di Dio noi non la potremmo ne leggere ne comprendere, esattamente come non comprendiamo chi siamo e soprattutto perché siamo.