Dal diario di Sesshomaru

Un medesimo flusso di pensieri, adoperati descrittivamente in prima persona, e posti su di un uguale piano espressivo, tracciano un punto di vista terribile e inusuale, appartenente proprio al figlio del demone più potente del Giappone, battezzato con il nome di Sesshomaru. Grande immedesimazione, quella dell'autrice, nel porsi nel cervello di un sì tale personaggio "infernale" e, contemporaneamente, peculiare, tutto da conoscere e da approfondire, mediante il prosieguo della lettura. Alla fine, mi sono detto che questa narrazione, usata per partecipare alla Gara letteraria 8, poteva anche essere la personificazione di un "umano" aspetto, presente in ogni essere terreno, come se fosse quest'ultima a parlare e a sciogliersi, nelle vene della vittima. Certo, che rendere positivo, l'antagonista di una rivalità, giacché la spiegazione è già inclusa nella definizione della parola stessa (antagonista), deve avere richiesto un impegno inventivo, non indifferente. Complimenti, per la storia ben congeniata.