Descrizione: descrizione da definire...
incipit: Va di fretta Assunta, le faccende quotidiane da sbrigare in casa lasciate a metà e più tardi dovrà andare al lavoro, ma il frigorifero è vuoto e allora, di corsa al supermercato più vicino per per una spesa veloce, solo l'indispensabile per il pranzo,
Descrizione: Piccolo esercizio di costruzione di un racconto basato sull'utilizzo vincolato di alcune parole. Il racconto diventa quindi pretesto di riflessione sul processo creativo e comunicativo.
incipit: Un punto nero si stacca dal sole, calandosi lungo correnti concentriche, invisibili. Strade trasparenti si aprono al gioco alare della piccola rondine piroettante sopra il tetto di un palazzo magenta, in una celeste mattina di aprile. Un ultimo balzo in avanti, oltre il cornicione e più giù, lungo le grondaie di rame precede il tuffo radente la facciata dell'edificio.
Descrizione: Il narratore racconta attraverso suoi ricordi una questione che lo assilla da quando era bambino: se i rumori dei frigoriferi fossero in realtà espressione di un loro linguaggio? In questo caso, cosa potrebbe raccontarci un frigorifero?
incipit: Casa in montagna. Un attico grazioso con i tetti spioventi al quarto piano. Mio padre passava le serate nella sua compagnia di svagati adulti. In attesa del suo ritorno, in una stanzetta con i letti a castello, mentre provavo a prendere sonno, per la prima volta mi imbattei nell'enigma della misteriosa lingua dei frigoriferi. Il sacro silenzio della montagna veniva violato continuamente da una strana sequenza di rumori che terminavano con una vibrazione.
Descrizione: Uno spettacolo eccitante e crudele che questi due sconosciuti non dimenticheranno facilmente.
incipit: Faceva caldo, molto caldo, e una settimana col frigorifero rotto mi aveva resa abbastanza idrofoba. …
Descrizione: La fine di un'importante storia d'amore e le parole, dette e non che ci tormentano mentre cerchiamo di riemergere.
incipit: Prima di quell'estate non mi ero mai chiesta quale fosse il rumore del vuoto, delle cose preziose che si infrangono sotto i nostri occhi, un giorno qualsiasi. Ora lo so, lo riconosco. Lo sento riecheggiare nell'aria spessa come la nebbia, nel frinire malinconico delle cicale, nel frigorifero vuoto dopo una giornata spenta. è come un ronzio che ti scoppia nel petto, lacerando le carni, frantumando le ossa, fino a ad insinuarsi nel cervello, ed è lì che rimane, una serpe strisciante.
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