Terza età

Raccontino dal sapore amarissimo e difficile da digerire. Lo stile è asciutto e secco, punge come travi di legno scheggiate, si concede una traccia di poesia malinconica nel finale. Tre personaggi anziani e uno giovane, fatto di cattiveria. Vite che si trascinano stanche, senza reagire, lungo i giorni che restano a disposizione fino a una sera come tante in cui, con una scossa, qualcosa si risveglia, un barlume di coraggio che cerca di interrompere un’ingiustizia. Il commento sul giorno in più da vivere sembra rimproverare sul cosa si perde a fare gli impiccioni, ma forse è proprio nel momento di quella brutta serata che il vecchio Jefferson ha vissuto davvero.
Se posso, vorrei suggerirti di togliere “gli” in: “Il gancio arrivò” perché suona meglio con il continuare della frase. Ho anche un dubbio: volevi dire “polmonite” o proprio “poliomielite”? Perché da quest’ultima non ci si riprende.