Vecchiaia

Un bel ritratto di questo signore simpatico e malinconico. Simpatico perché non nega la sua età, comprende il passare del tempo, valuta con ironia i fatti e le persone. Malinconico perché pur vivendo nel presente gli sono chiari i ricordi di un'infanzia ormai lontana, di una giovinezza che non aveva acciacchi.
Hai descritto bene i pensieri di quest'uomo attraverso i gesti che gli fai compiere. E' umano nel suo pettinarsi i pochi capelli, tirar dentro la pancia, velocizzare il passo a costo di restare senza fiato, cercare nel buio un gesto d'affetto. E' conscio della sua età nell'osservare una bambina che si è fatta donna, nel comprare i dolcetti per la nipotina, nel gioire delle sue risate. E' capace di vivere, senza dare limiti alla sua fantasia, assecondando quell'urgenza di dire, di raccontare che gli rimugina nella mente e nel cuore. E ha ragione, lui è vivo proprio per quello che si porta dentro e che continua a difendere. Certo, tiene conto di un corpo che rallenta, che ha bisogno di pillole e di prestare attenzione alla dieta, ma sa che il vero guaio sarebbe lasciar morire la gioventù dell'anima.

Qualche sociologo ha affermato che si diventa vecchi quando si perde il senso delle piccole cose, il valore dei sentimenti e, soprattutto, l'entusiasmo per la vita. Tutto questo smarrimento causerebbe l'invecchiamento dell'uomo, indipendentemente dall'avanzare dell'età. La prosa dell'autore mi ha ricordato, invece, che l'anima di un essere umano mai invecchia, fintanto che la fiamma della speranza per un futuro migliore brucia ancora dentro, specialmente quando, simpaticamente, ci si ricorda dell'età che avanza. Considerazioni che si alternano a sfumature di malinconico pensiero, per colorarsi di riflessioni introspettive davvero significative e importanti. Molto apprezzata l'intera pubblicazione.