Davvero io

Gentile Giancalo, la ringrazio per l'attenzione posta ai miei pensieri e mi scuso per la mia tardiva risposta alla sua recensione.
Sono anche io sempre contenta dell'apertura di nuove discussioni.
Condivido il suo relativismo, sebbene in parte. Se penso alle teorie del vitalismo e del relativismo in materia di letteratura e filosofia (Pirandello, e prima Bergson), condivido il loro pensiero quello della vita come un fluire ininterrotto in continuo cangiamento e da qui il realtivismo conoscitivo e l'idea di una "personalità frammentata". Credo però che il determinarsi dell'uomo di una coscienza, non sia il tentativo di ridurre quel vitalismo in una Forma. Credo che il determinarsi di una coscienza soprattutto Morale sia nell'uomo fondamentale in quanto animale sociale, e in quanto animale razionale. Nella mia idea di cosicenza non rientrano il commercio sociale e gli schemi che essa impone per addattarvisi. Ciò che che mi spinge al giudizio e quindi all'azione è proprio la mia coscienza morale, quando a decidere per me stesso invece sono gli altri, quando non penso nè agisco secondo la mia coscienza morale ecco che l'uomo da prova della sua debolezza in materia di ragione. Avrei tanto altro da dire, ma spero che sebbene in maniera non esaustiva, la mia visione le sia arrivata.