Riflessione

Sarebbe impossibile dare torto alla riflessione espressa con una modalità poetica che non sminuisce affatto il senso del messaggio. Credo che viviamo in un mondo nel quale la gente non può essere se stessa, tranne in alcuni casi, perché il bigottismo, l'ignoranza, i facili giudizi che etichettano l'essere umano, sono divenuti chimere. Troppe volte ho letto parole inerenti pure la libertà di espressione dell'individuo, ma l'ipocrisia sovrana regna, specie quando non si è capaci di sostenere un confronto con le persone autentiche, vere, originali, sincere e capaci di distinguersi dalla massa. Pertanto, come afferma l'autore, "appare sciocca l'intelligenza che nulla può contro... l'apparenza di vivere entrambi i lati della storia". Cosa posso aggiungere all'importanza insita nel testo pubblicato? L'argomento l'ho trovato significativo e quindi mi scuso per il commento schietto che ho scritto con spontaneità: tutti abbiamo da imparare dagli altri, per un miglior vivere fatto non solo di unica apparenza, che, ahimè, fa parte anch'essa di uno dei lati dell'umana storia. Opera molto gradita.

Versi che poggiano misteriosi sulle cinque strofe della poesia. Si formano e si uniscono, rincorrendosi come i pensieri nella testa dell’autore, suscitati da ricordi, da immagini, da un passato e da un presente su cui si sta meditando. Le cose del mondo si rivelano nella loro dualità, nel contrario di se stesse, nell’illusione della loro esistenza: pioggia che infiamma, un tempo isolato, una stanza vuota di mobili, cocci che danno giubilo, un’intelligenza sciocca. Davvero viviamo entrambi i lati?