
Riflessione sulla decadenza e le sue conseguenze




Descrizione: Riflessione sulla decadenza fisica e le sue conseguenze.
Incipit: Senza nemmeno desiderarlo, veniamo al mondo. Siamo costretti a sopravvivere tramite il lavoro imposto dalla nostra società capitalista e consumista, la quale senza un continuo ricorso ai consumi dei prodotti indotti dal suo braccio armato che risponde al nome di Televisione.
Ovviamente esprimi idee degne di rispetto ma, se posso permettermi, vorrei dirti quanto io la pensi diversamente. Non ha senso per me dire che non ho scelto di nascere, perché sarebbe come pretendere di programmare il mio futuro. Per me la vita è troppo breve, forse perché ne ho già vissuta più della metà, ma mi rendo conto che non potrebbe essere più lunga perché l'anima umana non può sopportare secoli di esperienze, perdite, gioie e dolori. Comprendo che la Morte sia una liberazione, non dalla Vita, ma da terribili, sfortunati casi di malattie. L'esempio dell'Alzheimer che hai citato mi tocca da vicino, ma io più che alla perdita guardo al bagaglio di ricordi, al tempo passato insieme, e questo è stato un dono.
Possiamo ipotizzare che ci sia uno scopo finale, ma non avendone prove pur avendolo cercato per millenni non credo sia costruttivo provarci ancora.
Dopo una considerazione del genere in che modo possiamo gestire questa continua tragedia?
Edonismo? Stoicismo? Nichilismo?
Facciamola semplice, godiamoci quel che la vita ci da di bello e difendiamoci dal male che porta con se fino a che ce la facciamo, ma rimaniamo coscienti che forse la morte non è per sempre. Forse non saremo noi quelli che la sconfiggeranno, ma la strada che abbiamo intrapreso è quella, cerchiamo da sempre di sconfiggerla e forse alla fine ce la faremo, ma la tragedia non cambierà di molto, avere una lunga vita significa avere lunghi dolori, anche se non fisici, non facciamoci troppe illusioni, la sofferenza fa parte della vita.
Non ha senso vivere con la paura della morte, ma se andate bene a guardare quasi ogni nostra azione deriva da quella paura.
Io penso che facciamo parte di una lunghissima saga in cui il nostro scopo come razza è più che chiaro, vogliamo vivere per sempre, come la vita stessa e in questo possiamo anche trovare una giustificazione alle nostre sofferenze odierne, ma individualisti come siamo non ce ne rendiamo conto e generalmente anche se non ce ne accorgiamo remiamo contro.
La vera tragedia è proprio questa, non abbiamo un senso di appartenenza, non ci sentiamo tutti figli della stessa madre.
La consapevolezza si, è una tragedia ma allo stesso tempo direi che è abbastanza utile per sottrarci dalle schiavitù, se sapessimo usarla nel modo giusto. Per esempio, se giungessimo alla conclusioni che alcuni bisogni della nostra società sono indotti, e non necessari ci sentiremmo più liberi, in quanto riusciremmo a capire di non averne bisogno come ad esempio una macchina costosa od un viaggio alle Hawai. Questo io penso sulla consapevolezza, che può anche portare sofferenza. L'ho scritto in una delle mie opere "il Consapevole". Se non l'hai letta te la consiglio, mi è stato detto che è molto interessante per il materiale di riflessione che propone. A breve vedrò di scrivere altre opere, se troverò ispirazione e materiale.
Visitatore
dal nulla
Senza che lo volessi
e poi
Mi hanno detto :
ci sei!
Mi hanno detto:
sei libero !
Mi hanno detto:
TU vivi
mi hanno detto:
gioisci !
Ma perché ?
Ma vaffanculo !
Ma chi dà il diritto
di creare persone
che prima non ci sono
ma dopo
irrimediabilmente sì ?
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descrizione: Il racconto "Una storia nera" è arrivato sesto al concorso "La biblioteca d'oro" ed è stato incluso nella omonima antologia.
incipit: Il dito girava nel bicchiere in senso antiorario, inghiottito da un mulinello rosso. Michele lasciò posare il vino, portò l'indice alla bocca e lo succhiò. Un crocefisso di legno, lungo quanto una mano, pendeva dalla parete. L'uomo accarezzò il volto del Cristo seguendo le rughe d'ebano, lo staccò dal muro e lo ripose nel cassetto della credenza. Bevve il Brunello in un sorso.
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incipit: Quel giorno…
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descrizione: Breve storia fantasy-horror che affronta i temi della diversità e del cambiamento
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descrizione: 300 parole per un incubo.
incipit: "O Grande Regina, eterna sorella io ti invoco. Ammettimi al tuo cospetto tu che asciughi il pianto all'umana gente. Madre tenebrosa, figlia eterna, Morte io ti invoco"
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descrizione: La storia di una donna che visse per amore…
incipit: Oggi vi vorrei raccontare la storia che sa dell'incredibile. Anch'io se devo dirvi la verità sono rimasto sbalordito. È la storia di un'amore che durò per sempre ma che non ebbe mai inizio…
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