Conchiglie sulla spiaggia

È quasi assurdo pensare che essendo solo noi ad avere reale cognizione del tempo che passa, da un presente, percepito e vissuto poi sempre passato, a un futuro che diviene inesorabilmente sempre presente e quindi torna ad essere immediatamente passato, solo noi in virtù della nostra cognizione né siamo quindi anche "schiavi" coscienti. Per tutto il resto delle forme vitali invece, non esiste né passato né tantomeno futuro, ma solo un de-finito presente. Quello che fanno rivolto verso il futuro sono solo azioni legate ad un istinto o sentimento primordiale di sopravvivenza che impone loro di metterle poi in atto, non certo la concezione propria di loro stessi nel passare del tempo. Quindi si può dire che è la coscienza o consapevolezza di noi stessi che ci lega inesorabilmente al nostro passato e quindi al nostro passare con esso. L'ultimo verso della poesia ha una bellezza e potenza emozionale disarmante.

Emerge un disincanto particolare verso il vivere, che non non permette di fermare la bellezza dell'essere e della natura in nessuna fase del tempo, per nostra incapacità, forse, o per la caducità intrinseca dell'universo. Una bella poesia, Domenico.