




Descrizione: Saggio sul DNA.
Incipit: Evoluzione del DNA e meccanismi di auto protezione.
Queste le mie idee:Il DNA è un Acido tenuto insieme da 4 Basi.
Disposto come due serpenti incrociati dentro una pressa.
È presente in ogni cellula del corpo umano e di ogni essere vivente.
Sembra complicato, viene idealizzato fino a diventare il Deus ex machina della vita.
In realtà, è informazione incarnata che opera insieme alla "carne".Essendo fatto di due elementi chimici diversi e complementari, per lo meno in questo caso, funziona come un codice binario con un linguaggio digitale.
Non ha niente di quantistico se non la capacità di lavorare a enorme velocità utilizzando un numero enorme di informazioni
Per il resto origina e gestisce bene tutto quanto vive.
Alcuni pensano che il DNA da solo non riuscirebbe a fare quello che fa a meno che non peschi informazioni da qualche parte ma non si sa dove.
Ad esempio, nel caso dell'uomo, il cervello funziona molto con una intuizione di fondo di cui non siamo consapevoli.
Molti premi Nobel hanno detto che nel loro lavoro contava più spesso intuire che pensare logicamente.Intuendo, capivano cose che con la ragione non avrebbero mai capito dato che mancavano loro i dati per capire.
Da dove arrivano i dati?
Watson e Crick era disperati perchè non riuscivano a capire come ci potessero stare il DNA dentro una cellula.
Finalmente, una notte, uno dei due sognò due serpenti che danzavano intrecciati allungando e restingendo i corpi.La mattina dopo, avevano finalmente capito!
Chi fu il regista del sogno?
Doveva essere uno che conosceva benissimo il DNA e la sua collocazione nella cellula, il suo essere intrecciato, avvolto e pressato ma non fisso
In pratica un laureato in genetica nucleare.
A proposito di sogni, guardate che i sogni non sono "privati" e "chiusi" come si pensa,
se lo fossero ce li ricorderemmo tutti o quasi…
"Certo è possibile che quelle molecole organiche indispensabili per la formazione del DNA siano arrivate sulla Terra con gli asteroidi o con le comete, ma la sostanza del discorso non cambia, da qualche parte si erano formate e la risposta è sempre la stessa, il caso."
"Come dice il protagonista di una serie televisiva a me molto cara " Il caso governa il mondo." e non ci sono disegni superiori a cui appellarsi per giustificare la vita. Era possibile che nascesse e quindi era inevitabile che prima o poi lo facesse."
I tuoi brani che ho riportato sottolineano il tuo convincimento sul ruolo del caso nell'origine della vita e nell'evoluzione come unico fattore.
Tuttavia, la complessità degli organismi viventi e l'apparente "progettualità" di molti processi biologici possono far sorgere dubbi sulla sufficienza del "caso" come unica spiegazione. Certo semplifica ma non risolve i problemi.
Potrebbe essere utile esplorare ulteriormente il concetto di "necessità" in biologia, ovvero le condizioni che hanno reso possibile l'emergere della vita e la sua evoluzione. La scienza può fornire spiegazioni causali per molti fenomeni naturali, ma non può rispondere a tutte le domande come dimostrare con certezza che la vita sia nata per un serie di condizioni favorevoli uniche. Sarebbe possibile creare la vita e invece possiamo solo replicarla. Ci sono aspetti della realtà che sfuggono alla nostra comprensione attuale e che potrebbero richiedere approcci interdisciplinari o nuove teorie.
La comparsa della coscienza e della mente umana inoltre rappresenta una sfida per una spiegazione puramente materialistica dell'evoluzione. Come si è passati dalla materia inanimata alla coscienza? Qual è il rapporto tra mente e il corpo ? Queste domande sostengono un dibattito filosofico e scientifico ancora aperto che non si può liquidare semplicemente con "il caso".
Piccoli esempi:
Se è vero che non c'è determinismo in questo, ma solo una casualità praticamente infinita, cosa significa "l'espressione della volontà di conservare se stesso di quell'algoritmo"?
Dici che il sistema è sempre quello, il Feed Back, una sorta di meccanismo premio-punizione che ormai funziona da miliardi di anni.
Eppure la coerenza con il piacere o dispiacere e il loro significato non è chiara. Come fa la cellula a capire che uno stimolo essendo piacevole è anche utile? Come fa a conoscere la coerenza tra piacere e utilità?
Poi ammetti che nonostante non ci sia un disegno e che è solo una casualità, "ora che il nostro cervello ha maturato una cultura storica anche lui fa la stessa cosa e protegge se stesso come specie e non sappiamo dove potrà arrivare; ma qui sì che c'è un determinismo che può diventare pericoloso.
Infatti la cosa che cambia tutto è la consapevolezza di esistere che introduce il libero arbitrio.
A questo punto cosa dire di più? Tu dici: impariamo dalla realtà, accettiamola senza coprirla di mistificazioni e rendiamoci conto di quel che siamo e potremmo essere.
Sono perfettamente d'accordo.
non gli va bene niente che li metta in discussione come tali a meno che siano costretti a farlo o lo facciano quel tanto che basta, per fare piacere aloro stessi e compiacere gli altri.
I bambini in questo sono maestri, gli adulti, per fortuna di solito, lo sono un po' meno.
Ma c'è sempre e comunque qualcosa che striscia e svolazza, mormora e agisce che non mi piace per niente e, spesso, dove non dovrebbe esserci.Detto questo, hai fatto bene ad aprire la discussione sul forum.
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