La camera 28 non ha musica

Non male questo racconto, secondo me sei riuscita soprattutto a descrivere bene le sensazioni.
Forse ripeti un po' troppo un paio di frasi, credo che dovresti provare a trovare altri modi per spiegare il concetto.
È il tuo primo racconto qui dunque: avanti così!

Trovo che tu sia riuscita benissimo ad esprimere le emozioni della protagonista utilizzando delle immagini mentali molto interessanti per descrivere le varie situazioni. Penso che tu abbia utilizzato la giusta quantità di descrizioni e sensazioni senza mai eccedere né nell'una né nell'altra, ed in un'opera apprezzo molto il raggiungimento dell'equilibrio tra questi due elementi, soprattutto quando si vogliono descrivere situazione di forte impatto emotivo. Ho sinceramente apprezzato lo stile di scrittura che ho trovato talvolta richiamante uno stile un pochino più aulico.
Sicuramente sono da rivedere alcuni passaggi dove ci sono alcune parole ripetute e per cui sarebbe necessaria la sostituzione con qualche sinonimo, ma nel complesso trovo che sia molto scorrevole e con frasi calibrate sia nella lunghezza che nei contenuti.
Penso che sia abbastanza chiaro il fatto che mi sia piaciuto e che sicuramente sarebbe interessante leggere altre cose scritte in questo modo. Continua così, trovo che sia stato un ottimo inizio.

Notevole racconto, brava.
Non esente da imperfezioni però. Quell'ottantasei andrebbe a lettere e non a cifre. Ma lascerei il 28 a cifre per segnare la differenza di quel ventotto particolare.
Privé e non privee La musica erano le mie mani strette e non era.
Laddove "una dimensione parallela, si mi appariva coì… " il sì va accentato e dopo parallela avrei messo della punteggiatura diversa, più cospicua, non dico un punto fermo ma un bel due punti.
A volte qualche virgola non è attaccata alla parola a cui segue ma si trova in mezzo a due.

Le ripetizioni delle parole sono proprio la forza del racconto, sono impiegate e dosate con maestria, costituiscono la particolarità del narrato, non vanno cambiate a mio avviso.
È questo ritornare ridondante la forza del racconto, insieme alle descrizioni.
Invece io l'avrei interrotto prima, a "un cielo terso d'estate". Dove hai interrotto con lo spazio.
La continuazione appesantisce un testo altrimenti snello e quasi poetico e non dice nulla di più al lettore.
Splendido il titolo e l'aggancio che hai saputo creare nel testo.
Spero di leggere altro di tuo