L'origine, e l'importanza, del divieto di mandato imperativo

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1 recensioni o commenti ricevuti

Autore di quest'opera:

Namio Intile

(collaboratore)

Descrizione: Breve articolo sulla necessità di mantenere il divieto di mandato imperativo accompagnato da un piccolo excursus storico.

Incipit: Ritorna spesso, sollevata da una forza politica o dall'altra, il tema dell'abolizione del divieto di mandato imperativo. Tuttavia, prima di capire in cosa consista il divieto bisognerebbe stabilire cosa sia il mandato imperativo. Innanzitutto, il mandato imperativo è collegato alla figura della rappresentanza come essa è delineata dagli articoli 1703 e seguenti del codice civile, poiché lega con un vincolo giuridico due soggetti: il mandante e il mandatario, cioè colui che conferisce il mandato …

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Recensione o commento # 1, data 11:42:17, 18/10/2020

E' proprio come scrivi, Namio. E' vero che nella stragrande maggioranza dei casi i rappresentanti fanno gli interessi della classe che rappresentano o peggio del loro partito, ma ci sono le eccezioni che confermano la bontà del principio. Vincolare il mandato limiterebbe il ruolo di "rappresentante della collettività" relegando il parlamentare a mero esecutore degli ordini della scuderia e i parlamenti diventerebbero delle assemblee di rappresentanti di categoria.

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recensore:

Namio Intile

(collaboratore)

risposta dell'autore, data 11:02:49, 26/11/2020

L'avevo postato da tanto di quel tempo che non mi ero accorto che ci fosse un commento.
Lieto che tu comprenda, la tua analisi è esatta, Francesco.
Senza il divieto di mandato imperativo il Parlamento cesserebbe di rappresentare gli eletti, si trasformerebbe in un consiglio di amministrazione, come molti vogliono.
Purtroppo a capirlo mi pare che siamo rimasti in pochi. E prima o poi anche questo baluardo soccomberà alla marea.

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