Recensione o commento # 1, data 00:00:00, 13/03/2011
Doppia mattina, un titolo che capiamo solo alla fine.
Molto delicato, mi ha proprio dato il senso della mattina, quando tutto si risveglia, una mattina ancora buia, che giá comincia per chi combatte una battaglia — una doppia battaglia — tutti i giorni. E con la mattina, tornano i sogni, sogni di viaggi, sogni di vita diversa.
Come sa il venditore di chai, sogni resteranno, perché il posto di ognuno è in qualche modo giá deciso; comunque, non basta viaggiare per conoscere, "se si bevono solo bottigliette sigillate".
C'è stato un periodo in cui leggevo voracemente ogni cosa che parlava di India, dopo aver letto "La maga delle spezie", e in qualche modo questo tuo bel racconto me l'ha ricordato.
Scritto molto bene, un unico appunto, che non so se fa parte di uno stile voluto: gli "a capo", io ne avrei messo qualcuno — aiuterebbe la lettura e a sottolineare qualche passaggio — magari con un rientro di riga e una interlinea di 0,10 o giù di lì tra paragrafo e paragrafo.
recensore:
Giuseppe Novellino
Recensione o commento # 2, data 00:00:00, 13/03/2011
E' proprio una doppia mattina, come quella di quel ragazzo di quinta elementare (mi raccontava una volta un mio amico maestro) che si alzava alle cinque, rigovernava la stalla, aiutava suo padre, e alle otto andava a scuola. Rendeva poco, nello studio, perchè a metá mattina veniva preso dal sonno. Bel raccontino, molto attuale, dove si descrive con pennellate efficaci il triste risveglio di un povero indiano. Lui ristora i viaggiatori con il suo té, ma sogna di evadere verso un modo di bottigliette di plastica e barrette di cioccolato.
Recensione o commento # 3, data 00:00:00, 16/03/2011
Una finestra su un mondo sconosciuto dove la povertá è fierezza e non vergogna. Una tenera immagine del protagonista che, per sfamare e curare i propri familiari, si inventa una seconda occupazione nel limbo fra la notte e l'alba, vendendo la sua bevanda sul treno. Una critica spietata per la civiltá occidentale “…questa gente che vive di fretta, che non si fida di nessuno, ma che viene fregata da tutti…”. Con uno stile asciutto di narrazione, l'autrice mette in evidenza come sia possibile vivere con dignitá secondo schemi diversi da quelli diffusi e esaltati nelle nostre “culture”. Netti e incisivi l'incipit e l'epilogo. Complimenti.
Recensione o commento # 4, data 00:00:00, 17/03/2011
La doppia mattina del povero indiano, che va a vendere il suo tè in giro prima che faccia giorno, è un tempo sottratto al sonno ristoratore, al calore silenzioso e intimo della propria famiglia. Ma ha bisogno di quei pochi soldi per arrotondare quello che ricava dal suo "normale" lavoro quotidiano, non ha altro modo per combattere la sua povertá e assicurare il cibo ai suoi figlioli sapendo che non riuscirá a pagare le cure della malattia del suo piccolo. E' un mondo diverso quello che si staglia davanti agli occhi del lettore che coglie con chiarezza gli "appunti" agli occidentali che si atteggiano a furbi diffidenti ma che non riescono a sottrarsi agli inganni di chi è ancora più furbo di loro. Al di lá dei giudizi, emerge una dignitá severa e sobria, uno stile di vita che prolunga il corso della giornata in cui non c'è tempo per dormire ma solo per vagare in lotta per la sopravvivenza. Una racconto semplice e lineare, denso di significato nella sua essenzialitá , e che si fa perdonare qualche virgola mancante.
Recensione o commento # 5, data 00:00:00, 21/01/2017
racconto profondo, dove si colgono tutte le osservazioni del protagonista, il quale, per mantenere la propria famiglia esce di casa la mattina molto presto e con il suo contenitore per liquidi offre, un bicchieri di CHAI ai viaggiatori sia locali, quindi abituati a questo rito mattutino che ai turisti. Molti viandati beveono dalle loro bottigliette acqua fresca, ma non sanno cosa si perdono non assaporando un ottimo chai bollente. Poi l'uomo, dopo aver camminato sui marciapiedi della stazione sui vagoni si accuatta in un angolino e conta quanti soldi ha raccimolato, si accorge che non sono tanti, ma basteranno comunque per il pranzo. Poi pensa per un attimo ai suoi sogni alla voglia di volare in europa, ma immediatamente accantona questo desiderio e ritorna a casa cambiandosi e preparandosi per aprire il suo negozio. Racconto diretto,lo si legge volentieri, ad esempio io non sapevo di questa usanza del Chai, bello scoprirlo così, leggendolo in un racconto. Mi aspetto un secondo brano,sarebbe bello leggere del babbo e della sua famiglia di come gli va la vita....gia gia.
recensore:
Ida Dainese(socio onorario, collaboratore)
donatore 2019 (2 dal 2015)
Recensione o commento # 6, data 00:00:00, 13/08/2017
Bel racconto che si apre come una finestra su un mondo quotidiano e estremamente povero. Un doppio lavoro, un continuo accantonare i sogni, un cogliere occhiate di commiserazione, tutto per avere appena i soldi per mangiare e nient’altro. Eppure, si osserva dell’altro dalla finestra che non possiamo scavalcare: i sorrisi e le voci di chi lo chiama, il tepore di una teiera che riscalda, sguardi su un mondo lontano che non lo comprende, un sottile senso di felicità inafferrabile che se ne va via con lui. La finestra si chiude, ma il racconto è scritto così bene che ci lascia l’eco di suoni, di voci e di sapori di un mattino diverso da quelli a cui siamo abituati.
recensore:
Arcangelo Galante
Recensione o commento # 7, data 00:00:00, 06/09/2017
Un racconto molto intenso e veramente profondo, nel quale il protagonista si dà veramente da fare, per sostenere, economicamente, al meglio, la propria famiglia. Ed è così che trascorre le giornate, alzandosi molto presto, riempiendo il suo contenitore di Chai, da vendere ai turisti, ma anche agli abitanti del luogo. A metà giornata, si mette a contare i pochi soldi racimolati, sapendo che basteranno appena, per il pranzo e quindi, accovacciato in un piccolo angolo nascosto, sogna… il tanto agognato viaggio verso l'Europa. Un sogno che, però, svanisce presto: è ora di tornare al negozio e riprendere la normale routine quotidiana. Un bel testo, scorrevole nella lettura, e letto con vero piacere. Sinceri complimenti.