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Igor Taransky

(racconto narrativa, breve - per tutti)
2.772 visite dal 25/01/2011, l'ultima: 1 mese fa.
6 recensioni o commenti ricevuti
Autore di quest'opera:




Descrizione: Descrizione da definire…

Incipit: Mi chiamo Igor Taransky e adoro osservare la gente. Saprò sempre riconoscere la sofferenza di una persona dall'opacità del suo sguardo o la sua voglia di evadere dal mondo semplicemente da come infila la camicia nei pantaloni.


Igor Taransky
file: igor-taransky.doc
size: 31,50 KB


Elenco Tag dell'opera:
tag dell'autore: #adolescenza(56)    #dramma(4)    #amore(796)



Recensioni: 6 di visitatori, 6 totali.
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recensore:

Pia
Recensione o commento # 1, data 00:00:00, 26/01/2011
fino all'ultimo non avevo capito, è fuorviante (ma voluta) la frase "mio padre non c'è mai, è a sbronzarsi" ma il finale è davvero bello. Cosa possiamo sapere di quello che pensa una persona tenuta in vita da una macchina? Il tema è molto scottante e Francesco ha scelto un modo tutto suo per affrontarlo: la permanenza di Karen che ha portato una ventata di gioia nella sua vita. L'ha saputa raccontara con un velo di amara ironia che ha alleggerito la drammaticitá  del racconto è stato bravo. Un appunto devo necessariamente farlo al modo di usare la punteggiatura, a qualche ripetizione tipo la parola "splendidi" usata due volte e in maniera troppo ravvicinata e a errorini come "di fronte la realtá " o "guidare la macchina a ritorno". queste sono cose che si possono aggiustare con l'editing, quindi facilmente rimediabili, lo stile c'è Wink



recensore:

Visitatore
Recensione o commento # 2, data 00:00:00, 26/01/2011
In effetti l'editing deve ancora iniziare Smile
Ce la metteremo tutta. Crediamo in Francesco ciecamente.

www.edizionilagru.com



recensore:

Giuseppe Novellino
Recensione o commento # 3, data 00:00:00, 28/01/2011
Il protagonista di questo racconto (procede con una narrazione quasi a flusso di coscienza) è inchiodato su un letto, attaccato a una fredda macchina che lo mantiene in vita. Quindi non ha un corpo con cui comunicare. Solo la sua mente è attiva: essa è capace di analizzare gli altri, di elaborare le osservazioni del presente e le immagini del passato. Questa creatura, per quanto limitata, ha però la capacitá  di amare e questo supplisce a tutto il resto. Se l'esistenza è partecipare al disegno d'amore dell'universo, allora questo uomo è vivo e integro, più vivo e più integro di tanti esseri umani che, dotati di bellezza, vitalitá  e intelligenza sembrano padroni del mondo. La prosa è felice, densa ma chiara. Qualche imperfezione di battitura e qualche veniale refuso rendono un po' faticosa la lettura.



recensore:
avatar di Stefano di Stasio
nwStefano di Stasio
donatore 2010

Recensione o commento # 4, data 00:00:00, 07/05/2011
Ritratto impertinente con morto e incidente. L'autore propone una impalcatura di racconto in cui è la voce del protagonista, Igor Traransky, a narrare direttamente e a interloquire liberamente con il lettore. Il tono è arrogante, a volte sprezzante. Il dolore lo ha reso malvagio. Prova piacere a osservare e disprezzare gli altri in un gioco di relazione al massacro in cui pretende di ottenere amore senza mai concederne. Scorrono così via via, come su un palcoscenico, vari personaggi. Una scialba ragazza, Karen, che a quattordici anni ha le sue idee precise e decise sull'arte, passando da Vassily Vasilyevich Kandinskij per finire alla Nouvelle Vague. Poi la madre del protagonista, depressione e lacrime. Infine il padre. E mentre per la madre l'autore rivela una sicura coerenza narrativa descrivendo con cinismo una persona che in fondo disprezza per la sua incapacitá  di reazione, viceversa, sulla figura del padre affiorano alcune incertezze che ne rendono il profilo incerto e poco credibile, una volta al giro di boa di prospettiva nel finale. Per esempio, il padre riserba al figlio da poco maggiorenne il discorso più importante, “ Â…Mi disse che nella vita è sbagliato arrendersi e che bisogna lottare finché se ne hanno le forze. Smettere di combattere equivale ad una sconfitta prematura…”, poi scompare prematuramente nell'incidente, “… Mi torna alla mente solo il camion Â… Mio padre non c'è più…”, infine riappare nelle battute iniziali a incidente giá  avvenuto da tempo, sette anni, “… Mio padre non c'è mai, probabilmente passa le giornate a sbronzarsi in qualche bettola…”.
I refusi sono numerosi (punteggiatura spostata, spazi soppressi) ma a questi è facile rimediare.



recensore:
avatar di Isabella Galeotti
nwIsabella Galeotti
(collaboratore)
donatore 2012

Recensione o commento # 5, data 00:00:00, 01/04/2017
Bravo, ho iniziato a legggere il tuo racconto e scorrendo riga dopo riga non riusci a capire, ho interpretato fino a che fosse la morte il narratore. Invece è il racconto introspettivo di un ragazzo inchiodato a letto per colpa di una malattia. Lui osserva giudica, non può fare altro. La sua vita, se così possiamo chiamarla, alle dipiendenze di una macchina. A volte mi chiedo, npi li vediamo lì fermi immobili, come se fossero assenti, ed invece alcuni sono atttivi, ma non possono farlo capire è una situazione terribile. Bel racconto,



recensore:
avatar di Ida Dainese
nwIda Dainese
(socio onorario, collaboratore)
donatore 2019 (2 dal 2015)

Recensione o commento # 6, data 00:00:00, 15/08/2017
Un bel racconto che esprime i pensieri di una persona costretta ormai all’immobilità senza poter comunicare con gli altri. Così, tutto ciò che può fare è dialogare con se stessa, recuperare ricordi e osservare i dettagli delle altre vite che le passano accanto. I pensieri del ragazzo sono ben espressi, con le giuste sfumature di rabbia per la sua condizione che si riversano sugli altri, ben delineate le figure di Karen, di sua madre e della madre del ragazzo, più confusa quella del padre. Il fondo Igor è presente alla sua morte, gli dovrebbe dedicare più spazio (che non vuol dire farlo parlare di più) per far comprendere se il suo ruolo sia positivo o negativo; è un ubriaco che frequenta bettole, assente nell’infanzia e nell’adolescenza di Igor e poi gli fa un discorso morale? Fa guidare il figlio per infondergli stima o è ubriaco?





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tag dell'autore: #adolescenza(56)    #famiglia(74)    #figli(21)    #genitori(15)    #programmi(2)    #rapporti(2)   #teledipendenza    #televisione(33)    #conflitti(4)

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