Un quanto d'armonia

Un racconto che non annoia. Apprezzabile la fantasia dell'autore a pensare il mondo fantascientifico dei primi 2/3 del racconto, con i suoi personaggi caratterizzanti. Un aspetto gradito, da lettore, è che i personaggi vengono scoperti piano piano nei vari dialoghi col protagonista, così come anche il mondo SUPER GLOBAL in cui vive. Un tema è centrale, questo è chiaro, i.e., ai miei occhi, la famiglia e i suoi "effetti collaterali". Ma vengono toccati anche altri temi laterali ma importanti: l'integrazione, la globalizzazione, la libertà di pensiero e orientamento sessuale, etc. Forse, un po' troppe cose in un solo racconto. Il protagonista e la sua famiglia, a me, è piaciuta un sacco, soprattutto Corina. Può sembrare l'oca della situazione, ma ha capito tutto, dopotutto è una MEDIA... non finisco neanche la parola, ha capito tutto! Il protagonistista, be' non si può non volergli bene. È un eroe, ma no come Super man è Ironi man ma come Don Chisciotte Una frase mi è rimasta impressa: siamo noi a perderci, o ci perde chi decide come vanno le cose? Per me, il racconto è tutto qua. Il protagonista torna indietro, fa in modo di poter decidere e si ritrova, colma la precedente perdita. Ma siamo sicuri che il fratello, ignaro, non si perda nel sogno infranto di essere un soldato? Certo, l'altrnativa sarebbe stata la morte... ma, dopotutto, Jim non lo sa. In complesso, un racconto SciFi che mostra come la Fantascienza, o in generale il Fantastico, possono essere Mainstream

Un’idea accattivante quella di poter tornare indietro non per rivivere ma per fare una scelta diversa e sperare in conseguenze diverse. Questo racconto si legge con curiosità e piacere ed è scritto con tono vivace ( ti sfugge sempre “gli” al posto di “le”). Si prova ammirazione per la tua fantasia nel creare il mondo fantascientifico nel quale si muove il personaggio che, nonostante i suoi scarsi successi nei rapporti emozionali, risulta proprio simpatico. Ho trovato curiosa la razza Shannie e un po’ inquietante quella degli Eidei che sono in grado di capire troppo, alla faccia della privacy.
Molto divertenti la scena con la figlia, dove il gap generazionale è ai massimi livelli, e quella col figlio, con la definizione della sorella. Si prova un po’ di emozione nel seguire gli sforzi di Frank per sfuggire al suo fallimento/dolore e per il ricordo del fratello perduto. Mi ha colpito la frase: “Le cose che cerchiamo sono sempre lì…”.
Mi piace molto il titolo che dà significato e poesia a tutto il testo, un piccolo cambiamento, una particella diversa e tutto un mondo può cambiare, senza perdere la sua armonia e restituendone un po’.
Però, per quanto piccolo sia il cambiamento a ogni istante si produrranno conseguenze diverse sulle altre vite, come quella del fratello ora presente e destinato a una vita diversa.