Recensione o commento # 1, data 00:00:00, 01/07/2016
leggo che è una storia vera..?..questo regala un bel brivido da scampato pericolo, e anche un sorriso per l'ironia tragicomica della situazione. Mi è piaciuta molto la caratterizzazione ferroviaria, perché mio papà era capostazione e sono cresciuta sui treni che ho avuto gratutiti fino alla tenera età di 25 anni... A parte questo, è proprio un bel racconto, mi sono piaciuti e ho sviluppato una mini-affezione per tutti i personaggi, Ed e An inclusi!
Recensione o commento # 2, data 00:00:00, 22/07/2016
"il passeggero smise di guardare avanti per cercare di respingere quel mostro con la sola forza dello sguardo" solo questa frase vale il racconto... non dico altro per non rovinare la sorpresa a chi volesse leggerlo, ma i due fulminati son troppo forti. E se è una storia vera, tu chi eri dei due?
Recensione o commento # 3, data 00:00:00, 01/08/2016
Chissà se quel "M" era l'autore di questo racconto. Di certo non io che lo commento, anche se da ragazzino ne ho combiante altrettante
Ti segnalo un paio di problemi di punteggiatura:
"Meno male non ne potevo più mi fanno male le gambe e le panchine sono così sudice..." (assente)
"Il capostazione avanzò fino al bordo della banchina si sporse un poco e " (metterei una virgola dopo "banchina")
L'intera frase che inizia con "Un muro di acciaio fischiante", la spezzerei con almeno un punto.
Magari eliminerei anche le D eufoniche (
edora è utile in questo).
Il resto mi sembra buono, un bel raccontino scalmanato
risposta dell'autore, data 00:00:00, 01/08/2016
Ti ringrazio, appena ho un secondo apro e revisiono.
M. l'autore? No, l'autore è l'altro
recensore:
Ida Dainese(socio onorario, collaboratore)
donatore 2019 (2 dal 2015)
Recensione o commento # 4, data 00:00:00, 02/02/2017
Il mondo tranquillo degli adulti col loro lavoro, le proprie stanchezze, i progetti per l'indomani, sferzato all'improvviso da un'età che non conosce ragione, un'innocenza beatamente scriteriata. Inutile spiegare ai nostri ragazzi la rabbia che ci prende quando li sappiamo in pericolo, l'istinto assassino con cui li vorremmo strozzare, terrorizzati dalle conseguenze delle loro gesta. Non ci capiscono, loro vivono il presente come se fosse eterno, non hanno rimpianti e il futuro è ancora troppo lontano. Ho immaginato perfettamente la faccia di ognuno dei tuoi personaggi adulti mentre la vespa sfilava in mezzo a loro, rendendo ancora più concreta la separazione tra ragione e incoscienza, ma sono lieta che sia finito tutto bene.
Mi è piaciuto tanto il torrente di improperi che fuoriesce dal treno nel buio della notte, la vespa che "trova pace" dopo la sua danza sulla massicciata e lo sguardo di An quando chiede: "Quale treno?"
Recensione o commento # 5, data 00:00:00, 26/03/2017
Ho focalizzato il racconto sui due sposi che aspettano seduti sulla panchina. Invece gli attori sono altri. Due ragazzi che sfidano la morte e la pazienza degli adulti nel salvare loro la vita. Quei due, come molti altri giovani, pensano di avere molte vite come nei videogiochi. Invece la vita è solo una, e non c'è più voce a raccontare loro di conservarsela nel migliore dei modi, che già ci pensa il destino a complicarla. Ma niente questi due bastardelli la sfidano, e fortuna loro, hanno trovato dei validi uomini che hanno fatto di tutto per non fare accadere la catostrofe. Ottimo.
recensore:
Arcangelo Galante
Recensione o commento # 6, data 00:00:00, 08/09/2017
Gradevole, il racconto tutto, specialmente l'ambientazione ferroviaria, assai piacevole e ben argomentata, descrittivamente parlando. Veramente suggestivi, restano alcuni passaggi dello scritto, che si concatenano nel formare il tessuto narrativo, ove i personaggi si muovono con le loro sfaccettature e ogni peculiarità del proprio essere, che li caratterizza. Di bella invenzione, la vicenda, tragicomica, fortunatamente termina positivamente, per scelta e intenzione da parte dell'autore, al fine di regalare al lettore il brivido impensato, dello scampato pericolo. Applausi meritati. Un caro saluto, Alessandro.