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Utopia

(poesia altro, brevissimo - per tutti)
Tempo di lettura: meno di 1 minuto
29 visite dal 13/08/2023, l'ultima: 4 settimane fa.
4 recensioni o commenti ricevuti
Autore di quest'opera:








Descrizione: Utopia come prezioso valore.

Incipit: La utopia é prerogrativa solo umana.


Utopia
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#api(8)    #utopia(13)



Recensioni: 4 di visitatori, 7 totali.
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recensore:

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Recensione o commento # 1, data 16:21:17, 13/08/2023
Mi ha colpito questo tuo testo, si nota la sincerità con cui è stato espresso, gli insegnamenti, il valore personale che si pone e su cui si confida ciò che è stato singolarmente trasmesso, e io non posso, né tantomeno voglio giudicare né inficiare la stessa.

Però a costo di sembrare prolisso, voglio portare il tuo discorso sicuramente apprezzabile e condivisibile da un tuo singolare punto di vista, ad una riflessione più
ampia, almeno sul valore di percezione che si ha poi
globalmente e non solo singolarmente di una utopia, e pertanto ti domando:

Perché l'utopia che, come giustamente hai detto, è una prerogativa solo umana, come lo è la speranza, porta sempre ad una situazione globale e non singola di un amore reciproco e paritario, ad una società sostenuta e mantenuta pacificamente e quindi ad un processo di una ipotetica possibile e reale giustizia per tutti?

Perché l'utopia per protrarsi nei secoli sempre uguale a sé stessa (posta solo su differenti contesti) si nutre però, si alimenta solo di speranze, e mai di realtà oggettive e concrete?

Io credo appunto perché essa differisce totalmente dalla realtà dei fatti, e quindi in questo e unico nostro caso possibile, dalla realtà di fatto espressa dall'uomo.

Ora, è ovvio che sarebbe percettivamente più facile da accettare una propria sfavorevole individuale, così come altrui situazione posta, su un difficile e complicato contesto sociale, se percettivamente si nutrisse, si alimenti costantemente in sé stessi la speranza di un cambiamento su di esso; ma ciò non porta mai ad un reale cambiamento equo per tutti, ma solo, e al massimo, ad un cambiamento (mitigazione o miglioramento) sul singolo, o su una determinata egemonia di singole individualità inerenti e riconosciute come aderenti al medesimo principio di pensiero/azione, il che porta conseguentemente ad una effettiva possibile affermazione del singolo, o di un comune stato sociale; ma, mai però, allo stesso affermarsi e rivalutarsi concretamente di questo anche su di ogni altro gruppo sociale o singolo ivi presente.

Pertanto mai su quello che chiamiamo o percepiamo come appunto, una idea utopistica che, altro non è quindi, se non l'illusione percepita verso un ipotetico futuro di realizzazione della stessa nostra attuata o meno, "affermazione", al contempo possibile su tutte le presenti individualità, o comunità sociali, espresse a livello globale.

Ora un reale condiviso cambiamento (al suo massimo possibile, mitigazione) almeno dal mio punto di vista necessita di comprensione e quindi accettazione della realtà di fatto su di un qualsiasi specifico oggetto/soggetto posto in esame.

Se prendiamo in oggetto/soggetto in esame l'uomo cosa obbiettivamente denotiamo e quindi deduciamo, storicamente da esso?

Individualità.

Ciò comporta al contempo qualsiasi sua prerogativa emozionale possibile espressa:

arte, creatività, comprensione, consapevolezza, cultura, scienza, tecnica, progresso, ecc.

Ma anche:

individualismo, affermazione e quindi sopraffazione, egocentrismo, divisione per classi, divisione per idee, divisione religiose (pertanto divisioni sia culturali che sociali), invidia, guerra, desiderio di potere, predominio, ecc.

Tutto questo a partire già da noi stessi e sul nostro percepirsi tali, e traslato poi successivamente in entrambe queste espressioni, sul convivente/famiglia, sul parente, sull'amico, sul vicino, sul conoscente, sul concittadino, sullo straniero.

Tutto questo però comporta che, quello che a noi ci appare come singolarmente favorevole, altrettanto comporti che lo stesso favore, se da noi realizzato e concretizzato, venga poi al contempo a sua volta tolto, o sicuramente parzialmente negato all'altro; che venga privato o parzialmente privato, al contempo, a chi non è appartenente al nostro stesso contesto di espressione.

Questo perché tutti in fondo desideriamo in primis un contesto innanzitutto favorevole alla nostra singola potenziale ed effettiva espressione, al suo pervenire, al suo essere riconosciuta, al suo mantenersi tale, e al suo potenziale ampliamento futuro.

Questo a prescindere da qualsiasi natura una individualità vada, o potenzialmente voglia, poi esprimere.

Noi abbiamo bisogno pertanto sì di una società con e su cui potere confrontarci e coesistere, ma in cui, e su cui però, prima di qualsiasi altra questione, potere e volere sempre affermare, o quantomeno veder riconosciuta, la nostra singola espressione individuale, la nostra individualità.

Per desiderare, volere, o pretendere questo per noi stessi, inesorabilmente andremo contro, il desiderare, volere, o pretendere lo stesso da parte di altri.

Ecco perché ogni concezione di società globalmente equa, solidale, pacifica, rimarrà sempre una illusione, appunto solo un conforto, una speranza che aiuti a negare, e non a riconoscere invece, la realtà per come essa globalmente, contestualmente, e quindi anche singolarmente, se si pone attenta analisi, si rivela a noi oggi, così come è sempre stata essere



recensore:

risposta dell'autore, data 16:57:36, 13/08/2023
Grazie! Grazie. Io sono un autodidatta e mai arriverò hai suoi livelli. la profondità del scritto va riletto varie volte. Inmaggino le sue dotte letture e mi piacerebbe attingere a qualche testo e conoscerlo di più purtroppo virtualmente. Io vivo di immaginazione e mi piace peccare di poesia che é frutto delle mie mani contadine. Le molte letture anarchiche senza guida mi pesano tutte. Le sarò debitore



recensore:

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Recensione o commento # 2, data 17:25:27, 13/08/2023
Ti ringrazio per i complimenti. Sono anche io un autodidatta Dino, ho la terza media, e una qualifica da scuola professionale come elettricista, le mie riflessioni non vengono da letture specifiche su questi argomenti, ma da analisi e costanti riflessioni su me stesso, e di conseguente così comprensione anche su quello che, comunemente espresso poi ognuno a suo singolo modo però ci accumuna tutti. Ho letto sì svariati libri da autodidatta appunto di filosofia, fisica e psicologia, ma anche qui le letture di per sé fanno poco senza riflessione e autoanalisi poi sulle stesse. Se vuoi un consiglio però su un testo che mi ha portato sicuramente e inizialmente a molte riflessioni e considerazioni poi fatte ed elaborate personalmente è "Psiche & Techne" di Umberto Galimberti.



recensore:

risposta dell'autore, data 20:13:09, 13/08/2023
Che bello! Io ho preso la licenza di terza media a militare in una base missilistica.Ho fatto un percorso che ha del incredibile. Ho letto e continuo ancora a leggera di tutto fuori che i rosa. Ho frequentato la facoltà di filosofia a Padova da abosivo mentre lavoravo di notte in fabbrica e il filosofo Dario antisiri a un seminario mi ha scoperto e ne siamo diventati amici. È il filosofo italiano più citato all'estero. Ho fatto tre anni di teologia senza dare esami. Per contracambiare ti suggerisco una lettura abbena divorata. LE LACRIME DI NIETZSCHE di lui ho letto tutto. La mia filosofia di riferimento è il Personalismo ma per gustarla ho dovuto spaziare nei classici. Ti ringrazio. Sei in altri social? Mi hai reso bella questa giornata. Mi farò arrivare a breve il tuo suggerimento. Scrivo in braviautori per avere memoria di cio che scrivo. Ho potuto cosí recuperare tutto e a breve farò un tascabile da regalare a amici. lo intitolerò Racconti Borlotti perché ho fatto anche il contadino e ho fondato la Confraternita Borlotto Nano Levada facendo piantare fagioli al mio paese e ogni anno si fa sagra grande. scusa se ti ho tediato



recensore:

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Recensione o commento # 3, data 21:37:48, 13/08/2023
Non ho social, scrivo solo qui per diletto e perché ho trovato uno spazio proficuo dove poter esprimermi e leggere spunti interessanti da parte di altri, e naturalmente nessun tedio Dino, sono contento piuttosto che nonostante anche tu non abbia avuto o conseguito specifico titolo di studio, ti sia comunque, come il sottoscritto e tanti altri, poi appassionato a temi filosofici o quello che ti ha colpito o ti sia capitato leggere, perché aiutano o danno sicuramente buoni spunti su cui riflettere. Personalmente ho letto molto, ma non ho mai avuto singoli autori di riferimento o linee, correnti guida di pensiero su cui basare un mio ragionamento o giudizio. Semplicemente cercavo di comprendere al meglio tutto ciò che mi capitava sottomano leggere, o che più mi poneva riflessione ed autoanalisi, questo senza però farmi mai influenzare troppo né dal nome altisonante, classico o moderno che sia, né dalla corrente di pensiero a cui portava quel determinato nome. Ho sempre pertanto cercato di fare semplicemente miei i passaggi, di analizzare e razionalizzare il tutto secondo il mio punto di vista. Altrimenti si tende poi comunemente ad associare a certi nomi, a certe personalità molto influenti in campo accademico, una sorta di immutabile e imprescindibile verità assoluta, diventando quasi incontestabili su i concetti o le loro riflessioni portate, il che a mio avviso è sbagliato perché niente è fisso né tantomeno immutabile, soprattutto il pensiero. È stato un piacere fare due chiacchere e recupererò volentieri il libro di Nietzsche da te consigliato, ho letto anche i suoi testi naturalmente, ma proprio per il discorso che ho fatto prima, non associo mai, o tendo a dimenticare alla svelta un determinato pensiero letto con seguente mia riflessione, allo scrittore che lo ha posto alla mia attenzione, pertanto mi ricordo solo i titoli e gli scrittori dei vari libri, il loro contenuto invece è già una parte del mio bagaglio, è già, se mi ha colpito, parte di un mio pensiero, ma non più portato come è stato letto su carta, ma così come da me viene, o verrà poi in caso, a seguente mia analisi e riflessione, da me espresso. Alla prossima.



recensore:

risposta dell'autore, data 13:57:21, 14/08/2023
Mi è gia arrivato il libro consigliato da te. Ho letto alcune recenzioni e credo che mi piacerà e ne trarrò profitto. Mi ha colpito una dove lui non da risposte alla morte e che tutto finisce li. Siccome nulla si creoa e si distugge, seccondo me si era nel primordiale e lo saremo anche nell'etreno. Mia divagazione



recensore:

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Recensione o commento # 4, data 09:49:54, 06/09/2023
La sua poesia è davvero magnifica, mi ha fatto emozionare e piangere, alla scoperta della natura terra come Dio ci insegna, come il mestiere del contadino insegna, insegnante del giorno. È delicata istruttiva per i giovani che se ne vanno via per lavoro altrove. La terra nostra Madre è il ceppo della Natura in generale, grazie per questa poesia incantevole!





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