




Descrizione: Nel brano si applica alla vita militare e professionale lo stratagemma «se vuoi drizzare una cosa, impara prima tutti i modi per torcerla di più». Un leader vuole imparare a motivare i collaboratori? Cominci, intanto, a capire come non demotivarli…
Incipit: La mancata resistenza di reparti della II armata, vilmente ritiratisi senza combattere o ignominiosamente arresisi al nemico, ha permesso alle forze austro-germaniche di rompere la nostra ala sinistra sulla fronte Giulia. Luigi Cadorna, parte del bollettino emanato il 28 ottobre 1917, a seguito della disfatta di Caporetto.

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Quel che mi chiedo è perchè non si sia pensato di cambiare il nome a tutte le "piazza Cadorna" o "via Cadorna" sparse in varie città e paesi italiani.
Ti faccio i complimenti per queste interessanti pillole di storia che ci regali.
user deleted
Nei reparti che cedevano al nemico senza motivo e senza che si potessero riconoscere dei colpevoli si giustiziavano alcuni componenti del reparto stesso scegliendoli a caso. Come punizione per gli stessi reparti.
Ciò avvenne nel rispetto della legge, considerato che il capo di stato maggiore dell'esercito aveva potestà legislativa nei territori in cui operava e nei confronti dei membri dell'esercito stesso.
In verità il Regio Esercito entrò in guerra largamente disorganizzato e privo di armi moderne. La guerra sull'arco alpino orientale non poteva che essere una guerra di posizione, vista l'impreparazione italiana come quella austro ungarica oltre alla cattiva disposizione al combattimento dei due eserciti per motivi talvolta convergenti.
Cadorna sapeva qual era il materiale umano dell'Esercito italiano, sapeva qual era il grado di preparazione e l'armamento. Sapeva che un esercito di coscritti di uno stato nazionale con scarsa coscienza di sé non avrebbe potuto reggere a lungo senza una ferrea disciplina.
Questo non per assolverlo, ma per inquadrare l'ambiente in cui operava. Non era un pazzo macellaio, come non lo erano i comandanti degli altri eserciti in guerra.
Che si trovarono a combattere una guerra di trincea quando tutte le guerre europee fino ad allora, comprese quelle napoleoniche, erano state guerre brevi e con battaglie estremamente mobili.
A nulla servì la lezione della Guerra Civile Americana, forse la prima guerra moderna, molto simile a quella mondiale di inizio ventesimo secolo.
Ecco allora le undici battaglie dell'Isonzo in due anni. Ognuna una paurosa carneficina con l'unico obiettivo di reggere il fronte. Nel 1917 l'agonizzante impero austriaco chiese aiuto ai cugini tedeschi. I quali organizzarono in fretta un corpo di spedizione dotato anche dei nuovi carri armati. Tra i giovani ufficiali tedeschi sul fronte dell'Isonzo arrivò un giovane Erwin Rommel, la futura volpe del deserto, che si distinse per l'uso innovativo della cavalleria corazzata. La nuova tattica tedesca e l'uso di armi più performanti come i carri armati, adoperati come mezzo dì offesa indipendente e non a servizio della fanteria, sbaragliarono in fretta il breve fronte carsico italiano. Il Piave fu davvero un miracolo di organizzazione e di resilienza estrema dei reparti, e sul Piave Cadorna impedì la capitolazione italiana nel 1917 come invece avvenne per la Russia nello stesso anno.
Da quel momento il Regio Esercito non riuscì più a passare al contrattacco e aspettò dietro le linee del Piave che la nottata passasse. Le truppe italiane passarono al contrattacco soltanto a fine ottobre 1918 quando i plenipotenziari tedeschi e austriaci stavano già trattando la resa e su esortazione, supplica, del Governo e del Re a Diaz a muoversi al fine di conquistare più terreno possibile prima della prossima resa nemica.
Vittorio Veneto fu un colossale imbroglio messo su dalla propaganda, un raggiro che ancora si studia sui libri di scuola come un miracolo. Quale città italiana non ha una piazza o una via Vittorio Veneto?
Cadorna era certo un uomo spietato, ma a mio avviso, vuoi per mezzo delle destituzioni degli ufficiali anche superiori al minimo sbaglio, vuoi con le decimazioni, vuoi con gli attacchi frontali, resse il fronte per due anni mantenendo una modesta spinta offensiva. Dopo Caporetto, se la guerra non si fosse decisa su altri fronti avremmo subito la sconfitta.
Quanto alle decimazioni, il numero dei soldati fucilati per codardia o diserzione non è di molto dissimile da quello degli altri eserciti in guerra.
Ci sarebbe da chiedersi invece perché entrare in guerra in una situazione evidentemente sfavorevole dato che gli austriaci dominavano tutti i passi alpini. Il disprezzo per le sofferenze degli uomini e delle donne partiva dall'alto, dal Quirinale e passava da palazzo Chigi, dove si parlava d'Italia e non degli italiani.
Appena ho un poco di tempo andrò a leggere altri tuoi saggi, ho visto che ne hai postati parecchi e se sono tutti come questo sara' una ottima lettura.
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