Un po' per colpa anche di Internet

L'articolo di Gilbert fa davvero riflettere. Il mondo sta cambiando, e non solo nelle forme di comunicazione che dalla carta stampata si spostano in rete (per ovvie ragioni di economicitá  e di speditezza) con tutte le conseguenti perdite di posti di lavoro nel settore dell'editoria, ma anche nel modo di gestire e vivere i rapporti con gli altri.
Piuttosto che incontrarsi, parlare, scambiarsi un contatto reale e autentico, le persone, comodamente situate a casa propria, preferiscono chattare, mandare email, collezionare amici fantasma, scrivere nei loro blog utilizzando lo strumento tecnolgico per eccellenza del presente e del futuro: il computer. Computer che, collegandosi a internet, apre una finestra su un mondo potenzialmente infinito, ricco, vario e stimolante dove immagini, parole e suoni ci travolgono con il loro peso "leggero" e stuzzicante. Dove ci poterá  questo nuovo fenomeno dalla portata ancora non quantificabile? Non è dato saperlo. Di certo non alla fine del mondo paventata dai Maya nè ad un futuro funesto, meglio non lascairsi prendere dal catastrofismo. Paravischiva, da buon credente, confida nell'intervento di un Dio misericordioso e benevolo verso la razza umana che salverá  in qualche modo. Gli altri lettori, se non hanno una fede tanto grande, si prendano un po' di tempo per riflettere,pensando che i periodi di crisi, di mutamento e di incertezza forse servono per farci rendere conto di quello che siamo diventati, per capire che quel tanto che abbiamo può diventare poco e niente, che la virtualitá  sta sofffocando in modo inquietante la realtá , mentre dietro il nostro apparente benessere si cela un malessere esistenziale, politico e sociale che funziona come una bomba a orologeria. Magari non scoppierá  nel 2012....ma restiamo comunque in guardia.