Intervista a Nicola Bibolotti

Area dedicata alle interviste con gli autori che sono diventati famosi o che hanno capito come uscire dall'ombra. In questa sezione ci si potrà dare appuntamento per discuterne con loro.

Moderatore: Isabella Galeotti

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Intervista a Nicola Bibolotti

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Nicola Bibolotti, un esordiente viareggino che racconta raccontandosi, due romanzi all'attivo molto apprezzati dal nostro gruppo, a breve avremo il piacere su averlo nostro ospite.
Restate sintonizzati :wink:

1) Ciao Nicola, parlaci un po’ di te, cosa fai nella vita?
Ciao a tutti. Sono un ex operaio metalmeccanico, attualmente alle prese col limbo dei contratti a termine del mondo dei supermercati. Se avessi avuto la costanza per imparare a suonare come si deve la chitarra elettrica, sicuramente avrei fatto parte di un gruppo di musica rock. Ho ripiegato sui libri. Sono sposato e ho una splendida famiglia composta da: Flavia e Sara, rispettivamente mia moglie e mia figlia; e Mina, Romina e Priscilla, le mie due gatte e la mia canina. Dall’anno scorso faccio parte del direttivo dell’associazione culturale “GLI EDITORI”, un ente che senza fini di lucro si occupa di promuovere eventi culturali in Versilia.

2) Leggendo il tuo libro, si ha la sensazione di trovarsi di fronte a una persona che legge moltissimo, è giusto? Quali sono gli autori che prediligi?
Leggo molto, anche se quel molto non è mai abbastanza. Amo in maniera viscerale autori come: Pratolini, Pavese, Silone, De Luca e Leone Sbrana, un autore viareggino che negli anni settanta pubblicò alcuni romanzi anche per una grande casa editrice italiana. Non perdono alla mia città di averne perso memoria, di non ricordarlo se non con una vietta periferica a lui intitolata e di cui quasi tutti i miei concittadini ne ignorano perfino l’esistenza. L’altra mia passione letteraria sono alcuni scrittori americani del secolo scorso. J. Fante e J. Steinbeck su tutti.

3) Ne “I Resistenti” e “L’undicesimo comandamento” sono descritti personaggi molto realistici e particolari, esistono nella realtà o sono solo frutto della tua fantasia?
Nei miei libri, purtroppo, la fantasia è come si suol dire ridotta ai minimi termini. Non riesco a scrivere cose di pura fantasia. Tutti i personaggi che fanno parte dei RESISTENTI sono realmente vissuti, fanno parte di me. Le uniche eccezioni sono Luigi e il parroco di ESAQUI (anagramma di QUIESA, un paesino della lucchesia). Del primo mi sono inventato anche la storiella: un disadattato che ogni anno, alla stessa ora dello stesso giorno, ha un fantomatico appuntamento al bar Casablanca col suo amico Giò. Ho scritto questo raccontino mentre ascoltavo “AL BAR CASABLANCA” di Gaber, storico locale della Passeggiata di Viareggio e dai cui tavoli è nato quello splendido pezzo. Per quanto riguarda il parroco di ESAQUI, invece, mi sono divertito con un personaggio di Italo Calvino… ho calvinizzato il vero parroco del QUIESA, detta in altre parole. Anche i coniugi Arciboldi dell’undicesimo comandamento, anche se solo in una certa misura, esistono realmente. Potremmo benissimo essere io e mia moglie tra una quarantina d’anni. Il Conte, invece, era un uomo che conobbi una ventina d’anni fa durante il servizio di leva.

4) Ne “I resistenti” parli di persone ai margini della società o al limite della devianza. Hai fatto personale conoscenze di questi tipi? Ti sei trovato realmente coinvolto con l’esperienza di qualcuno di essi? Insomma, sono un parto letterario oppure il frutto di un’osservazione diretta?
I personaggi dei RESISTENTI li ho tutti conosciuti. Anche il parroco, nonostante il mio innato anticlericalismo. Come ho detto: fanno parte di me. Alcuni di loro tipo il Biolle o Roberto (Felice nella realtà) sono stati dei veri fari e punti di riferimento: senza loro due non sarei mai diventato quello che sono oggi. Sicuramente mi sarei perso…

5) Il tessuto sociale e i problemi quotidiani di cui racconti, ripropongono tutte situazione nelle quali chiunque si può riconoscere, come nascono i tuoi romanzi?
I miei racconti nascono sempre da un forte mal di pancia. Fino a giugno 2008 non avevo mai scritto niente e non ero neanche un grande lettore, eccezione fatta per i periodici mensili sulla pesca. A far nascere quel libro fu la mia totale estraneità al mondo del lavoro in cui ero costretto a operare. Lavoravamo in condizioni al limite dell’umano, per dirla in breve. Per farvi rendere conto del degrado che regnava in quell’ambiente (la cantieristica navale) vi posso dire – e le cronache locali mi sono testimone - che dal 2008 a 2010 (anno del mio licenziamento) ho dovuto far i conti con il suicidio d’un amico, un tentato omicidio di un dipendente nei confronti del proprio datore di lavoro – gli ha sparato tre colpi di pistola calibro 22 nella pancia - e con la tragica fine di un ragazzo di 24 anni morto cadendo da un ponteggio. E’ da tutta questa melma che sono sbocciati quei dodici fiori

6) Ci sono delle frasi che mi hanno colpita particolarmente, una è: “Quando una persona sogna da sola è solo un sogno, quando si sogna in due incomincia la realtà”. Amicizia, cameratismo, solidarietà, sono sentimenti che abbondano nelle tue storie, quanto ci credi o ti piacerebbe crederci?
…e come ci hanno insegnato “quando una persona sogna da sola è solo un sogno, quando si sogna in due incomincia la realtà”. Questa frase non è mia ma di Ernesto Guevara. Gliela ho rubata. Potremmo discutere per mesi su quest’uomo, ma su una cosa credo che possiamo essere tutti d’accordo: il “Che” era un sognatore, e oltre a un grande condottiero fu anche un fine poeta. A me, personalmente, ha trasmesso moltissimo. Sono un idealista. Credo nell’amicizia e odio il cameratismo; il racconto di cui parlavo prima di Luigi e Giò, due persone appartenenti a due ceti sociali completamente diversi ma uniti a doppio nodo l’uno all’altro, credo ne sia un esempio. Quanto credo in certe virtù? Più o meno sono tutta la mia vita, assieme, ahimé, ai miei pacchetti di sigarette.

7) Dovendo fare una scala valori, cosa metteresti in cima, il lavoro o l’amicizia?
Bè, se devo fare una scelta di valori metto sicuramente al primo posto l’amicizia. Purtroppo mi sono accorto che non riesco a lavorare assieme a persone con cui non riesco a stringere un sincero ed effettivo rapporto d’amicizia. Ho dovuto quasi sempre far di necessità virtù.

8 ) La prosa apparentemente semileggera nulla toglie alla tragicità di alcune storie, come quella di Antonio e Sonia, con il loro essere uniti che li pone al di sopra di tutto e tutti. Quanto è voluta la strategia per non scadere nel patetico e arrivare diritto al cuore del lettore?
Nello scrivere “L’undicesimo comandamento” non mi sono posto strategie. Non sono uno stratega, ho solamente voluto accarezzare dei personaggi. Magari un’altra volta mi vien da prenderne a pugni degli altri. Questo credo sia il bello dello scrivere. Anche in questo caso, questo lo voglio dire, ad aprire le chiuse è stata una canzone di quello che attualmente è secondo me il più grande cantautore italiano in circolazione: Bobo Rondelli. Quando lo incontrerò dovrò sicuramente offrirgli una cena.

9) Hai mai provato a sottoporre i tuoi romanzi ad altre Case Editrici?
No, non ho mai provato e non ci ho mai pensato. Ho conosciuto il mio editore per puro caso e siamo diventati subito amici. Una cosa la voglio dire, a proposito della mia casa editrice: la Sirio Edizioni è l’unica piccola casa editrice della mia zona che pubblica libri ad autori sconosciuti come me senza chiedere un euro di contributo o l’acquisto di una sola copia. Ne vado orgogliosissimo. Se non avessi incontrato Irene e Giuliano non sarei mai riuscito a pubblicare una sola riga. Questo ve lo posso firmare col sangue, visto i quattrini che hanno dovuto sborsare alcuni miei amici per pubblicare i loro libri con altre case editrici. Credo che del primo libro ne siano state stampate circa 700 copie mentre del secondo 400 o 450. Anche questo, a chi mastica un po’ d’editoria locale, penso possa dir qualcosa sulla grandezza della mia piccola casa editrice. Insieme faremo grandi cose… sempre nel nostro piccolo, s’intende.

10) Ti sei mai cimentato in un altro genere?
Come ho detto non riesco a scrivere libri di fantasia. Tutto quello che scrivo lo devo aver masticato, magari anche soltanto a livello emotivo ma lo devo aver vissuto. E’ per questo che i miei libri o piacciono o non piacciono. Non esiste una via di mezzo, di questo ne sono convinto. Rispecchiano in tutto e per tutto il loro autore.

11) C’è già qualcos’altro pronto nel tuo cassetto?
Ho incominciato un racconto. S’intitolerà “1988” e sarà dedicato a un amico morto ammazzato in un carcere francese. Spero la giustizia gli renda da morto quello che gli ha negato da vivo. Era uno dei più grandi batteristi che ho mai conosciuto.
miriam
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Re: Intervista a Nicola Bibolotti

Messaggio da leggere da miriam »

Attendo anch'io l'incontro online. Nicola sembra una bellissima persona oltre che un bravo scrittore. :D
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Alcuni esempi di nostri libri autoprodotti:


77, le gambe delle donne

77, le gambe delle donne

ovvero: donne in gamba!

Antologia di 77 opere e 10 illustrazioni per esplorare, conoscere e rappresentare la complessità e la varietà dell'universo femminile. Ognuno dei testi presenti in questa antologia riesce a cogliere tanti aspetti, anche contrastanti, di questa creatura affascinante e sorprendente che assieme agli uomini per millenni ha contribuito, nell'ombra o sul palco della storia, all'evoluzione della civiltà così come la conosciamo oggi. è inutile aggiungere che 77 opere soltanto non hanno la presunzione di fornire una rappresentazione esaustiva, ma lasciamo che la parte di questo "iceberg" femminile ancora sommerso rimanga pronto per emergere in prossime indagini e, perchì no, per costituire ancora la materia prima di altre future opere di ingegno.
A cura di Massimo Baglione.

Contiene opere di: Tullio Aragona, Maria Basilicata, Mara Bomben, Alessandro Borghesi, Emanuela Bosisio, Nunzio Campanelli, Paolo Caponnetto, Alessandro Carnier, Gino Centofante, Polissena Cerolini, Antonio Ciervo, Luigi Andrea Cimini, Giacomo Colosio, Cristina Cornelio, Marika Davoli, Stella Demaris, Maria Rosaria De Simone, Cetta de Luca, Cristoforo De Vivo, Roberta Eman, Luca Fadda, Lorella Fanotti, Lodovico Ferrari, Raffaella Ferrari, Virginia Fiorucci, Anna Rita Foschini, Franco Frainetti, Manuela Furlan, Nicola Gaggelli, Isabella Galeotti, Rebecca Gamucci, Lucilla Gattini, Michela Giudici, Antonino R. Giuffrè, Alessandro Kabon, Concita Imperatrice, Carlotta Invrea, Greta Leder, Silvia Leuzzi, Yuleisy Cruz Lezcano, Libero, Marina Li Volsi, Rosalia Maria Lo Bue, Diego Luci, Sandra Ludovici, Verdiana Maggiorelli, Marino Maiorino, Angelo Manarola, Myriam Mantegazza, Germana Meli (geMadame), Roberta Michelini, Samuele Mocellin, Maurizio Nequio, Teresa Pace, Marina Paolucci, Roberto Paradiso, Umberto Pasqui, Viviana Picchiarelli, Daniela Piccoli, Anna Pisani, Luciano Poletto, Monica Porta, Pietro Rainero, Gianluigi Redaelli, Maria Rejtano, Stefania Resanfi, Franca Riso, Massimo Rosa, Francesca Santucci, Libera Schiano Lomoriello, Daniele Schito, Veronica Sequi, Salvatore Stefanelli, Stella Stollo, Paola Tomasello, Sonia Tortora, Liliana Tuozzo, Alessandro Zanacchi.

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Human Take Away

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Umani da asporto

"Human Take Away" è un racconto corale dove gli autori Alessandro Napolitano e Massimo Baglione hanno immaginato una prospettiva insolita per un contatto alieno. In questo testo non è stata ideata chissà quale novità letteraria, né gli autori si sono ispirati a un particolare film, libro o videogioco già visti o letti. La loro è una storia che gli è piaciuto scrivere assieme, per divertirsi e, soprattutto, per vincere l'Adunanza letteraria del 2011, organizzata da BraviAutori.it. Se con la narrazione si sono involontariamente avvicinati troppo a storie già famose, affermano, non era voluto. Desiderano solo che vi gustiate l'avventura senza scervellarvi troppo sul come gli sia venuta in mente.

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Questo libro è il seguito di "nwUn passo indietro". Come il primo, è autoconclusivo.
"Esistevano davvero, gli dèi. Ma non erano dèi. Non lo erano stati per un'oscura volontà divina, ma lo erano semplicemente diventati mediante un'accanita volontà terrena di sopravvivenza".
L'Evoluzione umana (e non) come non l'avete mai immaginata.
Un romanzo postumano e transumano che vi mostrerà un futuro che forse non tarderà a divenire.
Di Massimo Baglione.

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A cura di Dario Maiocchi.
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