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Re: Parole
"Pur con immagini diverse i concetti sono comprensibili dalla mappatura…"
Cosa significa sono comprensibili? Chi è che comprende il significato delle mappe di un concetto?
E soprattutto, le comprende in che modo? Confrontandole con quelle passate che ha in memoria?
E registrando quelle diverse per futura memoria associandole alla mappa del concetto?"
(continua)
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Re: Parole
Pur con immagini diverse i concetti sono comprensibili dalla mappatura…
Cosa significa sono comprensibili? Chi è che comprende il significato delle mappe di un concetto?
E soprattutto, le comprende in che modo? Confrontandole con quelle passate che ha in memoria?
E registrando quelle diverse per futura memoria associandole alla mappa del concetto?
(continua...)
Facciamo un esempio. La parola MIO.
Il concetto è quello di appartenenza o di proprietà di qualcosa. Questo concetto lo attribuisco a qualsiasi oggetto fisico o virtuale come un paio di occhiali o un sentimento di orgoglio. O a qualsiasi altro “oggetto” tra gli infiniti possibili perfino quelli immaginari impossibili.
Il concetto di “mio” da chi viene compreso? Ci deve essere un ente che comprende il significato di “mio” anche se applicato a oggetti diversi. Mi sembra ovvio che il significato vada oltre il possibile confronto tra le immagini disponibili; è qualcosa di diverso che appartiene solo a chi possiede il senso del concetto, a chi ne ha capito il significato. La comprensione non avviene con un confronto tipo quello che può fare una macchina. Questa fa tutti i confronti possibili ma non comprende il significato di quello che fa: darà un risultato ma lo consegnerà a chi lo saprà leggere.
Alla base c’è un’interpretazione riduttiva dell’uomo che lo descrive come un insieme organizzato di tante piccole parti: cellule, neuroni, organi, sistemi e mappature,ecc. un insieme integrato di più pezzi che seguendo le regole omeostatiche ha come scopo la propria sopravvivenza.
Invece l’uomo grazie alla sue parti diventa un unicum che ha un valore superiore all’insieme delle parti. Si dice Olistico?
Per fare un esempio : tutti i pezzi meccanici come gli ingranaggi, i pistoni, i tubi e tutto il resto compongono un insieme organizzato e funzionante; ma a questo insieme diamo un nome diverso , un nome che indica la sua unicità e la sua funzione: motore.
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Re: Parole
Il che è di per suo già un paradosso, se noi possiamo comprendere questa soggettività è perché essa a noi ci si rivela attuabile quindi comprensibile alle nostre funzioni cognitive, se non lo fosse come faremmo a comprendere e attuare oggettivamente e soggettivamente questa comprensione?
Se non comprendiamo nulla dell'essere in essere "Spirito"
( questo è un dato di fatto) come potremmo poi da questo riuscire a comprendere noi stessi? Se lo spirito ci "parla" lo fa perciò in maniera a noi totalmente non comprensibile quindi per logica non può essere in nessun caso questa la vera fonte che ci permette di comprendere noi stessi, perché i fattori in gioco così posti non sono comprensibilmente comunicanti tra loro.
Se invece la fonte di questo aspetto la si ritrova data dal corpo sul corpo stesso, cioè continue mappature interne, oltre che registrazione e memoria di esse, ecco che ora invece i fattori biochimici sono ben più che comunicanti e comprensibili sia singolarmente che sinergicamente tra di loro per portare al fine come risultato questa soggettività di sistema o di "motore" resa in noi possibile e totalmente attuabile, solo se infatti, ogni sua singola componente, risulta poi idonea al proprio compito e contribuisce allo stesso tempo al mantenimento generalizzato del sistema di cui è parte (omeostasi corporale e quindi cellulare). Ecco spiegato il perché poi certe patologie che vanno ad interrompere o cessare queste comunicazioni conosce o inconsce (automatismi) che siano, intaccano o cessano quindi anche la comprensione di questa soggettività in ogni sua forma espressa sia significativa che emozionale.
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Re: Parole
Se tu hai compreso di possedere una consapevolezza (Altra dal corpo) è possibile solo perché questa ti si è rivelata però comprensibile all'io. Come ti spieghi quindi dato questo dal tuo punto di vista fatto o dubbio di fatto, che però non puoi minimamente comprendere questo "spirito" o consapevolezza in essere? A volte comunica e a volte no? E a che pro dovrebbe volontariamente quindi celare informazioni così importanti al tuo conoscere e sapere di/su te stesso?
Vedi che così percependo o guardando a questi quesiti poi le cause/effetto non tornano logicamente, ma diventano in tutto e per tutto associabili ad un sentimento di fede in ciò che non si può comprendere.
Per questo asserisco che siano derivate da un iniziale "inganno" percettivo che và disvelato per poter comprendere appieno, in parte già oggi, e in futuro possibilmente tutti, questi aspetti.
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Re: Parole
Inutile dire che se non avessimo la consapevolezza di noi stessi ci comporteremmo come quella scimmia: intelligente, con la sua coscienza di essere un individuo, con il suo io potente e ben definito.
L'evoluzione l'ha portata a un livello di perfezione che risponde a tutte le descrizioni che fanno i più illustri neuroscienziati.
Il suo cervello ha le stesse mappe neurali che costruiscono la sua mente attraverso i sensori esattamente come i nostri. Percepisce emozioni e ha sentimenti che stimolano la sue azioni. Ha una memoria alla quale tutto il suo corpo attinge per destreggiarsi nella vita. Sa fare progetti a breve termine, sa usare attrezzi per ottenere risultati migliori. Dal punto di vista dell'intelligenza è molto simile a noi ma non ha la parola e non sa comunicare un concetto astratto perché non ne comprende il significato e non sa generalizzare.
È esattamente come saremmo noi senza quell'illusione o inganno dell'Io che si chiama consapevolezza di se stessi. E la parola ne è il segno distintivo.
Quella scimmia intellettualmente è come un motore senza benzina.
Benzina che è di una dimensione totalmente diversa, esterna alla natura del motore ma che è l'energia che gli permette di girare, di avere vita. (naturalmente è solo un esempio).
Io tutto questo l'ho capito e so che per ottenere quello che vedo degli uomini è necessario inserire nella scienza elementi nuovi perché con quello che sappiamo i conti non tornano, non tutto si spiega. Le grandi domande nascono da un'esigenza interiore; si può ammettere che siano generate da un'esigenza omeostatica della specie umana. Occorre continuare a fare domande e a non accontentarci delle risposte che abbiamo e dire che non possiamo capire. Occorre aprire la mente alla fantasia e alla ricerca come abbiamo sempre fatto nei millenni per avere il progresso delle idee.
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Re: Parole
Purtroppo nessuno ha capito cosa succede tra un attimo prima e quello successivo di quando una cellula diventa viva avendo sinterizzato i suoi elementi costitutivi.
Sappiamo costruire incredibili robot biologici del tutto simili a quelli naturali. Peccato che non siano vivi. Non ho ancora sentito la grande notizia della creazione della vita da parte dell’uomo.
Qual è la differenza? in cosa consiste l’essere vivo?
Se questa differenza è evidente e inconfutabile, la logica umana esige una risposta almeno teorica, visto che quello che manca ovviamente non si può analizzare.
Se io dico che la scintilla vitale che rende viva una cellula originaria è di un’altra dimensione rispetto alla nostra natura ma che comunque resta ad essa legata, la logica non ha più valore? Se dico che la differenza è spirito non generato dalla materia, non è l’unica spiegazione possibile? Perché mi si risponde che siccome lo spirito non si può oggettivamente analizzare, non esiste?
Accetto qualsiasi definizione venga data al concetto di spirito ma non cambia il significato della domanda. Cosa ti serve per comprendere che lo spirito esiste, che ti tocchi l’anima o che ti soffi in un orecchio?
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Re: Parole
cioè che ad ogni modo questo spirito non ci tocca. Per l'esempio della scimmia è la stessa differenza che c'è anche tra quest'ultima e una qualsiasi pianta o forma di vita vegetale, sono semplicemente progressi evolutivi di un sistema chimico/biologico differentemente evolutosi , però stranamente è solo nel nostro caso che poi vogliamo aggiungere qualcos'altro di presente in noi di esterno a ciò che siamo e che comprendiamo fin troppo bene anche se non in maniera esaustiva che possa poi in qualche modo permettere o sostenere un ulteriore stadio dell'essere. Come mai sugli animali che raggiungono uno stato a loro volta molto più rilevante ed evoluto del loro sé che sfiora in certi casi o di specifiche specie una sorta di acerbo sé autobiografico (quantomeno sociale e di linguaggio specifico, le orche su tutti, si esprimono addirittura con vocalizzi diversi a seconda del gruppo sociale a cui appartengono, sistemi di caccia sviluppati a seconda della preda cacciata diversificati da gruppo a gruppo anche cacciando le stesse prede, forte senso di appartenenza ad uno specifico gruppo/famiglia ecc.) anche risultando sicuramente privo ancora di una vera e propria soggettività, rispetto ad un qualsiasi proto sé o al massimo in alcune determinate piante di sé nucleare, appartenente invece al mondo vegetale?, se noi avessimo lo spirito se paragonato agli animali anche gli animali dovrebbero averne uno se paragonati alle piante, le piante a loro volta se paragonati alle prime forme di vita cellulare o batterica e anche queste se messe in stretta relazione al confronto di organismi privi di vita con solo particelle elementari e quindi atomi in movimento al loro interno. Capisci che non regge se attribuiamo solo a noi stessi il ruolo di protagonisti indiscussi? Non siamo così speciali, noi ancora oggi come già detto dipendiamo in tutto e per tutto da forme evolutive a noi inferiori, ma non per questo meno essenziali al nostro mantenimento, anzi siamo noi che risultiamo non essenziali alla vita stessa esattamente come anche loro a loro volta non lo sono fino a scalare agli albori delle prime forme di vita. Per questo si chiama processo evolutivo. Gli animali non erano necessari per le piante come le piante non erano necessarie per la proliferazione dei batteri ecc. Ma tramite questo processo evolutivo solo noi ora essendo al gradino più alto, necessitiamo però di chi sta "sotto" per sopravvivere. E saremmo noi quelli così speciali che però per darsi un senso abbisognano di interventi esterni da altre dimensioni per credere o continuare a credere ad un perché Altro per motivarsi tutto questo? Chi siamo noi in fondo tolta la nostra soggettività presente e relativa solo al corpo su sé stesso? Atomi in essere e divenire nel loro tempo e nel loro spazio come tutte le altre forme vitali o meno che siano appartenenti alla realtà, realtà stessa che non è a sua volta esente dal medesimo processo sempre in divenire: inizio, mantenimento e cessazione di essere in divenire. Come la giri torniamo sempre lì, non esiste niente di eterno ed infinito in questa realtà.
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Re: Parole
e questa sarebbe la mia risposta:
1- Non mi risulta che qualcuno abbia creato la vita mettendo insieme sostanze chimiche o biochimiche. Mi risulta che molti tentino, manipolando elementi già vivi, di capire meglio come la vita funzioni. Se qualcuno riesce a costruire ex novo una cellula viva, fammelo sapere, grazie.
2- Io non sono in grado di decretare l’esistenza dello spirito. La mia è un deduzione logica che risponde all’esigenza di trovare spiegazioni che la scienza non da. Esigenza ( omeostatica) insita nella natura dell’uomo. Se la scienza dimostrerà, creando la vita di avere capito di cosa si tratta, probabilmente saprà anche dimostrare in che cosa consiste quell’energia che chiamo spirito, e se si tratta di una dimensione diversa come io suppongo.
La fede non è la mia ma la tua quando decreti che lo spirito non esiste e che non potrò mai comprendere.
3- non escludo assolutamente che tutti gli esseri viventi siano pervasi dallo spirito, anzi. La presenza della vita è proprio la dimostrazione che esiste. Certo non si può dare la stessa conformazione allo spirito di una cellula e a quello dell’uomo. D’altra parte non conosciamo cosa è lo spirito e quali sono le sue caratteristiche. Immaginiamo o supponiamo che sia quell’energia vitale che differenzia i vivi dai morti o inerti minerali ecc. tutto qui. Ma di che tipo di energia si tratta ancora nessuno lo sa.
4- Non è vero che lo spirito sia solo quello dell’uomo, semmai è solo l’uomo che ha la capacità mentale di arrivare alla coscienza consapevole in grado di scoprire se stesso e di conseguenza di intuire lo spirito in una dimensione diversa del proprio esistere. Se lo spirito è presente nelle orche non è detto che queste se ne accorgano: dipenderà dalla loro evoluzione.
5- La consapevolezza avviene con la scoperta del Sé, o con l’illusione dell’io.
6- Che lo spirito sia eterno può essere una caratteristica solo immaginata frutto di retaggio culturale religioso. Non mi pare per ora fondamentale sapere se assomigli al Dio della Bibbia.
7- Sicuramente il tutto non cambia il mio menù di pranzo
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Re: Parole
Io non ho più nessuna fede, se l'avessi concorderei con il tuo discorso come ho fatto e io stesso intendevo questo aspetto in passato, ma nonostante avessi fede comprendevo già che tramite questa non avrei però trovato risposte a me comprensibili, altrimenti non sarebbe fede, non c'entra il tipo di fede o dubbio posto in essere, qualsiasi cosa ti porti fuori dal corpo risulta solo come il medesimo dubbio/fede riposto/a in essa, ci si può solo abbandonare ad esso , quindi abbandonare logica e ragione. Se vuoi le risposte non è lì che devi cercare quindi. Però libero di provarci mi farai sapere quando avrai nuovi ulteriori risvolti, oltre alla tua stessa convinzione su questo. Non ho bisogno di avere fede per motivare le mie conclusioni quindi, mi basta il semplice dato di fatto su ciò che posso comprendere e cosa no.
Quanto abbiamo scoperto in 4000 anni di storia sul corpo e quindi su di noi? Quanti benefici per le masse ha portato questo conoscere?
Quanto abbiamo scoperto in 4000 anni di storia tramite la fede o dubbio in altro all'infuori di noi che non sia solo un nostro personale sentirne presenza? Quanti benefici invece ha portato nelle masse questo sentire?
Fai due conti.
Non c'entra qui il Dio biblico, chi comprende realmente la sua fede o crede nello spirito và oltre al concetto solo prettamente umano di divisione in religioni diverse. Quindi se di fatto ci fosse realmente uno spirito presente (o volontà Altra) ovviamente sarebbe la deduzione più semplice per motivare lo stato di origine di vita dove questa andrebbe poi sicuramente ad abbracciare o sarebbe diretto punto di origine di ogni sua forma poi diversificata solo in propria evoluzione, senza bisogno di dividersi in primi della classe e ripetenti, ma se così fosse dovrebbe essere comunque in uno stato di essere eterno e infinito, cioè solo in essere per poter anche solo ipotizzare, sempre dal mio punto di vista logico, di poter avviare invece uno stato o sistema universale, ivi presente, in essere e divenire. Il tempo e lo spazio, le leggi che lo regolano non possono venire da sé stesse non presentando questa realtà né uno stato di eterno tempo, né uno di infinito spazio, quindi o sono state create o si sono venute a creare per forza da una situazione esterna ad essi di infinito spazio e di eterno tempo, oppure totale assenza di questi due fattori (Tutto/Nulla). Questo non posso escluderlo a priori, properrei più per il Nulla, ma anche mettendo in gioco un Tutto o volontà di creazione Altra da noi non comprensibile, non cambia di una virgola il mio punto di vista, perché comunque rimane esterno a noi, quindi ha creato solo (se parliamo di spirito) lo stato iniziale di vuoto chiuso e finito nel suo tempo e spazio da cui è poi scaturito il Big bang. Oppure, come invece credo io, lo stesso procedimento è partito da uno stato sempre presente in essere cioè completamente esente dal tempo e spazio, che quindi rimane sempre per noi incomprensibile in essere tale, di Nulla, da cui poi si è formato e anche cessato istantaneamente questo stato chiuso e finito di vuoto iniziale. Ora tutto ciò sarebbe avvenuto istantaneamente in un tempo zero, solo per lo stato in essere Nulla (presentando questo in essere uno stato di assenza di tempo e spazio) ma allo stesso modo sarebbe o durerebbe magari ,miliardi di anni luce ancora presenti in essere e divenire, per chi invece presenta al suo interno uno scorrere spazio/temporale entropico (la nostra realtà), cioè come una sorta di bolla venuta in essere in/da uno stato di Nulla e passata quindi istantaneamente da uno stato di solo essere Nulla, ad uno di vuoto/bolla in essere e divenire solo al suo interno, e istantaneamente tornare in essere nuovamente (solo in relazione allo stato esterno alla bolla di Nulla) in essere, Nulla. Quindi dal punto del Nulla è successo il Nulla, cioè uno zero quasi assoluto, ma dal punto di vista di questo zero quasi assoluto (per la solita legge quantistica che niente in stato di seppur minima energia presente, nemmeno uno di vuoto/zero di movimento o moto, può essere assolutamente tale e perdurare infinitamente nel tempo (siamo già all'interno dello stato di vuoto e non di Nulla, non scordiamolo) e che questa oscillazione quantistica abbia avuto istantaneamente o meno un picco e quindi dal vuoto ecco il Big bang e presentando quest'ultimo ora al suo interno tempo e spazio in divenire, presenta quindi movimento, moto, energia, materia e infine tramite evoluzione di questa, vita. Quindi da come starebbero le cose in ambedue i casi potremmo comunque solo comprendere il corpo o noi stessi solo tramite il corpo stesso, esattamente come facciamo. Quindi nessuno spirito, che se anche fosse stato presente esternamente non ci tocca e non ci ha mai toccato però direttamente , ma è sempre stato esterno alla realtà. Lo dico non motivato da un dubbio/fede, ma perché so perfettamente senza ombra di dubbio appunto ciò che possiamo e non possiamo comprendere con o senza il dubbio o fede su questo stesso comprendere o non potere comprendere, posta.
7 mi hai messo fame vado a magna'.
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Re: Parole
Le risposte possibili a noi comprensibili quindi si fermano al vuoto, ciò che è prima è totalmente non dimostrabile a mio avviso, quindi solo di possibile ipotesi dettate da convinzioni, percezioni, dubbi o fedi personali, perciò in nessun caso, non da oggettive e reali risposte date o poste su questo.
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Re: Parole
La donna dipinta per caso
racconti e poesie imperniati sulla donna in tutte le sue sfaccettature
Il libro contiene quattro racconti lunghi, undici racconti brevi e trentuno poesie. Il tema principale è la donna in tutte le sue sfaccettature: amante, madre, figlia, gioco, musa, insegnante, dolore, tecnologia, delusione e speranza. Nella prefazione è ospitato un generoso commento del prof. Carlo Pedretti, professore emerito di storia dell'arte italiana e titolare della cattedra di studi su Leonardo presso l'Università della California a Los Angeles, dove dirige il Centro Hammer di Studi Vinciani con sede italiana presso Urbino. Copertina e alcune illustrazioni interne di Furio Bomben.
Di Massimo Baglione.
Vedi ANTEPRIMA (2,11 MB scaricato 801 volte).
Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
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256 racconti da 1024 Karatteri
Raccolta delle migliori opere che hanno partecipato alla selezione per l'antologia 256K. Ci sono 256 racconti da non più di 1024 battute. A chiudere l'antologia c'è un bellissimo racconto del maestro della fantascienza italiana Valerio Evangelisti. Ogni pagina, è corredata da una cronologia dei vecchi computer dagli anni '50 agli '80. A ogni autore è stato inoltre assegnato un QR Code. Da non perdere!
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B.A.L.I.A.
Buona Alternativa alla Lunga e Illogica Anzianità
Siamo nel 2106. BALIA accudisce gli uomini con una logica precisa e spietata, in un mondo da lei plasmato in cui le persone nascono e crescono in un contesto utopico di spensieratezza e di bel vivere. BALIA decide sul controllo delle nascite e sulle misure sanitarie da adottare per mantenere azzerato l'incremento demografico e allungare inverosimilmente la vita di coloro che ha più a cuore: gli anziani.
Esiste tuttavia una fetta di Umanità che rifiuta questa utopia, in quanto la ritiene una distopia grave e pericolosa.
BALIA ha nascosto il Passato ai suoi Assistiti, ma qualcuno di questi ha conservato i propri ricordi in un diario e decide di trascriverli in una rischiosa autobiografia. Potranno, questi ricordi, ripristinare negli Assistiti quell'orgoglio di vivere ormai sopito? E a che prezzo?
Di Ida Dainese e Massimo Baglione.
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La Gara 64 - L'amore e le sue sfumature
A cura di Massimo Tivoli.
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GrandPrix d'autunno 2022 - Endecasillabo di un impostore - e le altre poesie
A cura di Massimo Baglione.
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Gara d'estate 2020 - Anniversari, e gli altri racconti
A cura di Massimo Baglione.
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