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I Bombi di sua Maestà

(racconto favola, breve - per tutti)
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37 visite dal 06/09/2021, l'ultima: 2 settimane fa.
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Descrizione: Nel giardino del Re ci son Bombi pestiferi, davvero fastidiosi, ma guai a toccarli o adirerete il sovrano!

Incipit: Nel giardino del Re ci sono delle api. Non di certo piccole, ma nemmeno così grosse da passar per gatti. Comunemente chiamato come bombo, unici della tribù dei bombini. Siccome soggiornavano intorno il castello e nell'ampio giardino, non facevano altro che andare avanti e indietro, indietro e avanti nelle stanze reali. Il Re e la Regina facevano capriole per evitarli mentre stavano a letto, e inzaccheravano il giullare finché questi annoiato non li inseguiva con la scopa di saggina.


I Bombi di sua Maestà
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I Bombi di sua Maestà
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I Bombi di sua Maestà di FedTesoro è pubblicata sotto licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Italia.
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Elenco delle opere che condividono una o più tag con questa opera

(racconto narrativa, breve)  di nwBruno Magnolfi
Descrizione: descrizione da definire...
incipit: «Non sono fatti miei», dice la signora Clara mentre serve la solita tazza di tè al maestro Bottai, che come ogni mattina, dentro alla stanza di casa adibita a studio, sta riordinando gli appunti per i suoi insegnamenti di pianoforte.

tag dell'autore: #proiezioni(56)

tag automatici: #pianoforte(22)   #adibita    #insegnamenti(9)    #persino(98)    #presuntuoso(4)    #colpita(6)    #rimasta(35)    #lezioni(41)


(racconto grottesco, brevissimo)  di nwMaria Elisabetta Spanu
Descrizione: Una storia che viaggia attraverso il tempo.
incipit: Questo racconto fu dapprima narrato a mia madre da suo padre, per poi giungere alle mie orecchie in questi giorni.

tag dell'autore: #insegnamento(9)    #nonni(46)    #saggezza(28)

tag automatici: #dapprima(10)    #orecchie(38)    #bisognerebbe(4)   #inventarli    #villaggi(5)    #generazione(32)    #limitrofi(3)    #ingenti(2)


(racconto biografia, breve)  di nwCau Francesco
Descrizione: Certi ricordi non si scordano mai.
incipit: Mio nonno era il mio eroe sempre pronto per aiutarmi.

tag dell'autore: #nonni(46)

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(saggio altro, medio)  di nwGino Ragusa Di Romano
Descrizione: Mia nobile Sofia, il dialogo che con te condivisi qualche anno fa…
incipit: Pietraperzia 21 giugno 2010     Mia nobile Sofia,     il dialogo che con te condivisi qualche anno fa, riportato nel mio libro - Accenti d’amore e di sdegno -, avrei desiderato tanto oggi poterlo proseguire ancora, seduto di fronte a te, ma motivi di salute, purtroppo, mi impediscono il salutare incontro, che dà immediata vitalità alla mia mente, perché, fatta la domanda, la tua risposta è pronta. Non potendo fare altro, ti scrivo, esponendoti i miei pensieri e il mio progetto, nonché il mio patema a causa delle difficoltà, in tutti i settori della vita sociale, che tutti noi incontriamo quotidianamente per colpa di disonesti reggitori, che si arricchiscono da parassiti sulle sofferenze del debole popolo.   Anelo ad annientare con i miei poveri mezzi, la disperazione, mia cara Sofia, e gli atti insani conseguenti che l’uomo a forza commette a causa dell’incertezza di potersi guadagnare con il lavoro onesto e produttivo e col sudore un pezzo di pane e una casa.   Spero, inoltre, che l’uomo possa vivere in pace, con fratellanza, con onestà e con giustizia sociale nel rispetto di madre natura.   Io abito, come sai, in questa parte della terra chiamata Italia, della quale uomini d’illustre pensiero hanno ben descritto tutte le bellezze naturali ed artistiche, che altri uomini di gran talento ci hanno nei secoli donato.   Ma oggi, purtroppo, a parte una sparuta minoranza, non emergono più grandi geni in tutti i settori delle attività, ma, invece, prolifera già da molti anni il malcostume, l’idiozia, la depravazione in senso lato, la corruzione, la concussione, il latrocinio: il denaro innanzitutto, il denaro soprattutto; la micro e la macro delinquenza, l’ignoranza, la sopraffazione, la prostituzione fisica e mentale, il nepotismo, la schiavitù etc.   Chi vuole un posto di lavoro deve conquistarselo con la sottomissione e l’asservimento alla chiesa, al politicante o al mafioso, cioè alle tre istituzioni delinquenziali.   Dilaga la paidobìa (dal greco pais - paidos che significa fanciullo e bia o biazo che rispettivamente significano violenza e far violenza, quindi far violenza ai bambini, ai fanciulli e agli adolescenti; infatti, quella che viene chiamata da tante persone istruite erroneamente pedofilia significa tutt’altro e precisamente amore verso i bambini, come filosofia: amore per la sapienza et cetera filos = amico, cioè qualcosa di sublime, di spirituale. Ho voluto dare la spiegazione per coloro che non conoscono la lingua greca e sommessamente chiedo venia se sono stato cattedratico, ma ho ritenuto giusto farlo per far capire come tutto viene distorto a piacimento dai cosiddetti sapienti plutocrati e ierocrati in tutte le espressioni della vita umana a discapito del popolo debole ed ignorante. Parassiti! Voi siete quelli che traete salute dalla malattia degli altri. Non mi dispiace insistere in quanto in maniera umoristica voglio ricordare che il termine spagnolo “pedo” in italiano significa scoreggia, peto, e in siciliano “piditu”. Quindi, come si può essere pedofilo, cioè amico del peto? Anche voi, talenti della cattiva stampa, siete i peggiori divulgatori della scorretta lingua italiana.   La lingua italiana non può sposare la lingua greca in maniera distorta per formare spesse volte anche vocaboli italiani di significato diverso e cacofonici.   Voi, sapienti, che vigilate sulla purezza e sulla correttezza della lingua italiana, voi che nei vocabolari italiani ripetete gli errori e li perpetuate, dando l’imprimatur, non siete dei cultori del patrimonio linguistico italiano, ma della gente che “tira a campare”.   Un tempo, mia cara Sofia, scrittori, giornalisti et cetera, come ben m’insegni, scrivevano e parlavano correttamente e si sforzavano sempre di più a descrivere notizie vere e costruttive, a migliorare il lessico. Manzoni, il grande poeta e scrittore milanese, decise financo di “ lavare i panni in Arno”. Oggi vi è una completa degenerazione non solo del pensiero, ma anche del linguaggio scritto e parlato. Inoltre, dulcis in fundo, molte penne asservite scrivono, infatti, il pensiero del plutocrate pagante ed anche la loro lingua rispecchia il disonesto cervello dello stesso.   La maggior parte dei quotidiani, settimanali et cetera o trasmissioni televisive spesso non rispettano la corretta lingua italiana; anzi a correggere gli errori, si finisce per fare brutte figure. “Arti, lettere, onor, tutto è stoltezza in quest’età dell’indorato sterco, che il subitaneo lucro unico apprezza. Tracce d’amor di gloria invan qui cerco”. Oggi, infatti, purtroppo, è tutto giustificato nella forma e nella sostanza, come in materia ecclesiale, di giustizia, di politica e così via: gli orrori e gli errori più gravi si possono redimere e possono essere assolti.   Così continuando, gli insegnamenti che si danno alle generazioni sono quelli che producono e produrranno i malesseri sociali più devastanti e degli stessi ne siamo tutti a conoscenza da gran tempo. Io penso che, pur vivendo in mezzo al fango, ognuno di noi deve sforzarsi a qualsiasi costo di scostarsi dalla massa. Chi ha una mente benpensante, ciò che dice o scrive è corretto nella lingua, nonché nella forma, nella sostanza e nell’operato quotidiano. Non ricordo chi disse che chi sa parlare bene e correttamente, sa pensare ed agire bene e correttamente, ma certamente aveva ragione.   La lingua, come qualsiasi pensiero, idea ed altro è in continuo divenire e, pertanto, è giusto accettare le innovazioni e i neologismi, ma gli stessi prima di essere immessi nella lingua italiana devono essere accuratamente sottoposti ad uno studio etimologico con riguardo alla fonetica, alla morfologia e alla semantica; i neologismi non devono essere distorsioni linguistiche, come ho anzidetto, e neanche cacofonici, ma eufonici in senso lato.   Alla stessa stregua si può dire anche dell’amministrazione della cosa pubblica: tutto si può e si deve innovare, ma in meglio, adeguando il tutto ai tempi ed alle circostanze in cui si vive, ma soprattutto alle esigenze del popolo. Ho detto riformare in meglio e non in peggio come da molti anni, purtroppo, avviene in Italia per colpa della feccia della delinquenza politica ed ecclesiastica, che, a parte una piccola minoranza, governa dolosamente malissimo “ le genti del bel paese là dove il sì suona”, traendone vantaggi e privilegi a discapito del popolo, che per la sua passività ed indifferenza in maniera diretta o indiretta colposamente contribuisce negativamente alla buona riuscita di qualsiasi progetto amministrativo, anzi diventa, talvolta, il comburente o il combustibile, di cui si servono poi i feticci della pubblica delinquenza, sopra menzionata.   Svegliati, popolo italiano! Sii cosciente e responsabile! Non strisciare mai ai piedi di coloro che tu hai reso potenti con la tua debolezza. Sii uomo e non un giullare. Non essere un numero di vile pecorame. Non abbassare mai la fronte, cammina eretto e non curvarti mai davanti a nessuno: chi ti sta di fronte è un tuo simile, che ha il tuo stesso sembiante, che sulla terra ha gli stessi bisogni, nonché gli stessi diritti e doveri. Rifletti! Applica il detto di Dante: “Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza”. Sii resipiscente, popolo italiano!   Mia nobile signora, mi piange il cuore, notando da tanti anni quanto è dannoso, infatti, per l’Italia e certamente per qualsiasi nazione candidare e poi eleggere individui indagati, condannati o anche sospettati di avere amicizie losche ed altro di poco onesto e poco dignitoso. Il candidato deve essere candido, pulito…

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(poesia narrativa, brevissimo)  di nwGino Ragusa Di Romano
Descrizione: descrizione da definire...
incipit: Quannu t'incuntravu Quannu t'incuntravu parravi cu alligria, e iju, mutu, filici, ascutava vicinu a …

tag dell'autore: #accenti(2)    #delusioni(35)    #fiele(2)    #lacrime(183)    #miele(5)    #patema(2)    #sdegno(3)    #sorrisi(36)    #speranze(168)    #amore(796)

tag automatici: #incuntravu    #editore(7)   #parravi   #alligria   #ascutava   #luntanu   #mungibiddu   #purtavu


(poesia filosofia, brevissimo)  di nwGiuseppe Gianpaolo Casarini
Descrizione: Domanda filosofica: in natura prevalgono pur di fronte al pericolo o dannose situazioni istinti primordiali che fa l'uomo in simili frangenti, prevale il senno a anche qui l'irrazionalità?
incipit: Le foglie non amano del vento le carezze non di amorevole atto ma ingannevoli che al distacco portano dal materno ramo foriere quindi di morte lor certa sicura ma nulla possono le foglie dove decide e domina la natura, pur non ama la notturna falena della accesa lanterna il chiarore lucente forte dall'attrar funesto che offese e bruciate son le ali e negato per sempre il volo per lei ecco morte certa morte sicura, ma il naturale istinto non impedisce ma porta presto.

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(racconto fantasy, breve)  di nwMarino Maiorino
Descrizione: Un vecchio stregone racconta come riuscì a salvare il regno dalla guerra civile. Estratto dalla raccolta "Racconti alla Luce della Luna".
incipit: All'epoca dei fatti che sto per narrarvi, la fiducia degli Uomini nei confronti degli Elfi era già di molto calata; ma gli Uomini, si sa, per loro natura hanno sempre nutrito poca fiducia nei confronti di ciò che non comprendono.

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(racconto favola, breve)  di nwIsabella Galeotti
Descrizione: Luxus il re aveva un pensiero che non abbandonava mai. Più ci pensava e più credeva che ci voleva un miracolo per far sposare suo figlio. Il figliolo era affetto da un terribile difetto.
incipit: Re Luxus aveva in mente di far sposare il suo unico figliolo Blasius, perchè voleva anche avere accanto a se dei bei nipotini, ma Blasius, non trovava moglie per via di un suo difetto. A corte tutte le dame lo evitavano e lo deridevano.

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(poesia narrativa, brevissimo)  di nwAngela Mori Angelika
Descrizione: descrizione da definire...
incipit: Sto sola ad ammirare il cielo Ascoltando il fragore del mare A farmi abbracciare dal tramonto.

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(poesia narrativa, brevissimo)  di nwIvana Piazza
Descrizione: Emozioni date dalla natura nella sua semplicità.
incipit: Margherite gialle bucano il verde della siepe; il piccolo lago è celato dall'ardire dei rami e dei rovi, placide anatre solcano le sue fresche acque,

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che hanno capito che non serve solo a riempire il cranio e che
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A voi, astanti ed esteti dell'arte.

(Sam L. Basie)




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