La bottiglia di Sua Maestà

Pur non essendo abituata a leggere storie di fantascienza, esprimo il mio modesto parere..:MI PIACE! Ma dovresti spiegarmi come fai a collegarti con lo spazio e l'universo? (sono un po invidiosa)**SMILES**

Avrei scritto ottimo, ma non ho potuto, perché in nessun angolo dell’universo un Imperatore (etilico come il suo autore) può fare quello che ha fatto il tuo. E cioè offrire aggratis un liquido così prezioso... Ho capito cosa ti motiva a scrivere: tu ti affidi alla fantasia per sedare la tua coscienza, al fine di evitare di far quello che fai "commettere" agli attori delle tue storie. Vergogna!

Dopo aver saggiato le prime righe ho proseguito la lettura in un attimo incuriosito dallo sviluppo imprevisto degli eventi che si susseguivano. Il finale mi ha colto alla sprovvista lasciandomi a bocca asciutta. Se l'intento era questo ci sei riuscito benissimo, ma non posso fare a meno di domandarmi cosa succederà da quel momento in poi. Avevi in mente di farne un racconto più lungo?

Massimo, ho letto un po' le tue cose. Sei un Asimoviano di ferro. Uno di quelli che se sente la parola Impero non associa Napoleone o Nerone ma pensa subito alle spirali della Galassia. Sembra facile scrivere come Isaac, stile freddo, dialoghi e poche descrizioni, ma quello che conta è la trama. E in questo mondo iper surreale e iper contestuale a volte i giovani se la scordano proprio. Complimenti.

Furbissimo il tuo Re, il suo nome mi fa venire in mente il bucato, comunque, in un imperatore così ubriacone non mi ero mai imbattuta.
Povera sua Maestà non poteva vivere la sua vita, non era quella la sua pelle e appena si presenta
Marcus un vecchio disobbediente ne approfitta, dopo una bevuta di quel nettare raro, decide che è arrivato il momento di lasciare lo scettro di quella noiosissima galassia a quel vecchio saggio di Marcus, e si dilegua tra la folla.
Racconto spassoso, le mie risate hanno coinvolto tutta la tua galassia, sono arrivate fino al viale delle lune e sono ritornate più potenti di prima.

Racconto ironico e che incuriosisce il lettore piano piano fino al finale sorprendente che credo sia davvero difficile da immaginare/anticipare. Mi è piaciuto molto Per tutto il racconto, il lettore viene pervaso dal senso ironico e surreale della vicenda. Adoro i racconti di fantascienza che hanno una buona dose di surrealismo. Sarà che più vado avanti e più la realtà, delle volte, mi sembra maledettamente surreale. Il racconto risulta essere senz'altro divertente. Ma non solo però. Come spesso hanno saputo fare pochi comici in passato, e parlo dei comici con la C maiuscola, il sottile umorismo del racconto racchiude anche un messaggio profondo: il senso di decadenza e disinteresse che, talvolta, il potere assoluto può dare. Proprio come quella bottiglia, tutto 'sto potere può dare alla testa portando a una decadenza auto-infilitta e, forse, incosciamente sperata. Del resto, tante civiltà apparentemente eterne sovrane sono più o meno cadute allo stesso modo... Mi sorprende sempre la capacità di Massimo di scrivere in un modo diretto, facilmente leggibile, e di inscenare, allo stesso tempo, situazioni, tra le righe, complesse che lasciano al lettore la libertà di muoversi nella profondità della storia.

Racconto divertente ed anche appagante, il finale ci fa sperare in un futuro migliore (in questo caso un futuro del futuro): una saggezza nella rinuncia e profetizzo una saggezza dell'accettazione coatta che ne deriva come conseguenza (quale governante migliore?). Adoro la fantascienza.