Capriole di un Cuore in fuga

Spazio dedicato alla Gara stagionale di primavera 2022.

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Sondaggio concluso il 20/06/2022, 1:00

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Maria Cristina Tacchini
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Capriole di un Cuore in fuga

Messaggio da leggere da Maria Cristina Tacchini »

leggi documento Spiacente ma, in questo browser, la lettura a voce non funziona.

Oggi, una domenica svogliata come la cicala canterina d'estate, noi, coppia oppressa dall'insostenibile pesantezza dell'urbe, ci siamo ancora una volta trasmessi la voglia condivisa di tradire il condominio per gettarci fra le braccia idilliache delle colline esplose di colori, care amiche della meditazione e di una creatività spesso messa a dormire.
Colazione veloce sulla quale regna mai detronizzato un bollente caffè zuccherato di soli sogni e progetti, pantalone verde sottobosco a emulare un contadino cinese, sandali fratini ai piedi e via, pigiando l'acceleratore sull'istinto e tirando il freno ai "se" e ai "ma".
La strada è pullulante di camper e affini che sventolano bandiere di agognata libertà, e intanto curiosità ed invidia mi stanno solleticando il cuore.
Camperizzati, mansardati, semi-integrali che mi generano ineludibili miraggi di viaggi alternativi un po' spartani, un po' pionieristici, insomma da scoprire.
Lasciamo correre liberi i messaggi dell'Universo, le decisioni sgorgheranno fluenti come le quasi quotidiane pagine che la mia penna partorisce ogni giorno.
Arriviamo in quest'oasi di foglie maggiorate, e subito alberi amici ci invitano ad osare rincorse di passi. Nel mentre mi ritrovo a vendemmiare un improvvisato sacchetto di more che darà vita e colore al mio pseudo-pudding troppo inglese del mattino, purtroppo poco italiano ma così affine ai ricordi di pappette cremose di ovattati risvegli bambini.
More, castagne, funghi, lumache, piccoli grandi bottini delle mie avventure di bimba/ragazzina con nonni contadini. Sono le solite frotte di ricordi che mi accompagnano indelebili in questa fase troppo posata dell'età, tanto da cercarli frequentemente con dichiarato entusiasmo.
Come al solito, in questi rifugi di mondo, la camminata è piacevole e rigenerante come un massaggio per lo spirito ed il corpo, quasi a far concorrenza a una chiacchierata con lo "psico-qualcuno" di grido, sbloccante come una regressione ipnotica che magicamente spiffera gli arcani delle tue vite passate.
Può essere che ho un po' peccato d'ironia ma qui il mio poster in bianco e nero si tinge di colori, i miei pensieri d'un tratto sfrondano il superfluo e viaggiano semplici e scalzi, mentre un concerto di brezza e foglie mi genera una voglia malandrina di non ritorno alla città.
Una formica alata mi fa visita sulle pagine ancora bianche, passeggia, pare osservarmi e poi impaurita decolla sulle ali della sua invidiabile libertà.
Preziosa e ineludibile verità: la Natura ci parla, in ogni momento, come navigata maestra di vita, mi farò diligente scolara di un tempo……
Ultima modifica di Maria Cristina Tacchini il 21/06/2022, 15:34, modificato 1 volta in totale.
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Alberto Marcolli
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Commento Capriole di un Cuore in fuga

Messaggio da leggere da Alberto Marcolli »

Ecco un “corto”. Mi ci butto a pesce.
Lungi da me essere un criticone. Tento soltanto di offrire una diversa visione, spero utile se non altro a ragionarci sopra.
Nell’enciclopedia Treccani troviamo le regole per l’uso della d eufonica. La d eufonica si inserisce in genere solo quando le due vocali sono identiche: si avrà allora vivo ad Amalfi e non a Amalfi, iene ed elefanti e non iene e elefanti, e così via.
Seconda regola non scritta vuole che in un “corto” i periodi siano il più breve possibile, utilizzando una scrittura veloce e scorrevole. Con un termine che ho iniziato a usare qualche anno fa, lo stile dovrebbe essere paratattico. In questo racconto vedo piuttosto l’uso di uno stile ipotattico (il suo contrario), più elegante, ma anche più involuto che rallenta il ritmo del discorso.
Detto ciò l’idea mi è piaciuta, ma solo quella purtroppo.
Tenterò di fare un esempio di come trasformare uno stile da ipotattico a paratattico:
frase originale:
“Arriviamo in quest'oasi di foglie maggiorate, e subito alberi amici ci invitano ad osare rincorse di passi; e nel mentre mi ritrovo a vendemmiare un improvvisato sacchetto di more che darà vita e colore al mio pseudo-pudding troppo inglese del mattino, purtroppo poco italiano ma così affine ai ricordi di pappette cremose di ovattati risvegli bambini.”
Frase paratattica:
Arriviamo in quest'oasi di foglie maggiorate, e subito alberi amici ci invitano a osare rincorse di passi. Nel mentre mi ritrovo a vendemmiare un improvvisato sacchetto di more. Le userò per donare vita e colore al mio pseudo-pudding mattutino, troppo inglese e poco italiano ma così affine a ricordi di pappette cremose di ovattati risvegli bambini.
Maria Cristina Tacchini
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Re: Capriole di un Cuore in fuga

Messaggio da leggere da Maria Cristina Tacchini »

Grazie, Alberto. E' sempre utile ricevere preziosi consigli che terrò sicuramente in considerazione al fine di migliorare le mie lacune. Come dice un luogo comune, c'è sempre tanto di imparare.
Mi fa piacere che tu abbia gradito l'idea del mio scritto.
Ancora grazie, ciao.
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Marino Maiorino
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Messaggio da leggere da Marino Maiorino »

Cos'ho apprezzato: in un corto hai trovato il modo di sostenere la vicenda su due piani paralleli grazie al linguaggio, e non mediante qualche rimando, ma facendo realmente vivere il personaggio su entrambi i piani allo stesso tempo.
Mondo esteriore e interiore si sovrappongono, vanno di pari passo, e con un solo periodo hai raccontato entrambi. Congratulazioni!
Cosa limerei: le "d" eufoniche. Dovresti usarle solo in mezzo a due vocali uguali, e ancora di più in un racconto come il tuo che va letto tutto d'un fiato, che ha un ritmo così sostenuto, dove una "d" eufonica rappresenta un inciampo fonetico piuttosto che la pausa necessaria tra due parole altrimenti indistinguibili. E i trentatrè puntini finali: non si sentiranno troppo soli se li lasci in tre.
Sul linguaggio: è fresco, leggero, ondivago, anch'esso in modo "uscita fuori porta", e ci sta benissimo, ma alle volte sembra prenderti la mano (è un potente affabulatore, attenta a non lasciarti trascinare). Io dedicherei maggior attenzione a quel paio di occasioni che sembri aver perso il fuoco, che il pensiero non era così limpido.
Per il resto, sono rimasto ammirato da questa lezione di stile.
«Amare, sia per il corpo che per l'anima, significa creare nella bellezza» - Diotima

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Domenico Gigante
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Messaggio da leggere da Domenico Gigante »

Ciao Maria Cristina! Ti faccio i complimenti per lo stile così personale: questo misto di prosa ed elegia. Andrebbe sviluppato al meglio sistemando e limando il testo. Forse è ancora un po' grezzo, anche se gli ingredienti ci sono tutti.
Riguardo al contenuto la scampagnata per noi di Roma è quasi una necessità fisica: la distanza tra la vita in città e la natura è veramente ampia e rischia di alienarci la parte più bella della nostra provincia. Il tema è quindi personalmente molto sentito.
Brava!
Vorrei essere il mare che si muove per rimanere se stesso e più di tanto non lo sposta il vento. Fragile ma tenace.
Maria Cristina Tacchini
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Re: Commento

Messaggio da leggere da Maria Cristina Tacchini »

Grazie, Marino.
Mi fa piacere che tu abbia apprezzato il mio breve racconto oppure "corto", come sto apprendendo che è più appropriato definirlo.
Prendo nota dei tuoi preziosi consigli per quanto riguarda la fonetica e il linguaggio. Come avrai capito, sono alle prime armi con questo genere letterario e di conseguenza, nonostante il vulcano di idee che sgorga dalla mia testolina pirotecnica, ho tanto da imparare in questo ambito.
Per quanto riguarda i famigerati puntini finali, ammetto che sono una mia piccola fissazione, vedrò di chiuderne un pò in soffitta.
Ancora grazie per il tempo dedicatomi.
Maria Cristina Tacchini
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Re: Commento

Messaggio da leggere da Maria Cristina Tacchini »

Ti ringrazio, Domenico.
Come già detto, sono alle prime esperienze in questo genere letterario e anche i tuoi utilissimi suggerimenti mi sono di aiuto per affinare la mia tecnica un pò "ruspante", aggettivo che mi è particolarmente caro, anche se poco forbito.
Mi fa altresì piacere che il tema trattato è particolarmente sentito anche da te.
Ritengo infatti sia essenziale riuscire a condividere esperienze comuni coinvolgendo chi legge, e magari trasmettere
riflessioni, sensazioni o emozioni al riguardo.
Ancora grazie ciao.
Maria Cristina Tacchini
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Re: Commento

Messaggio da leggere da Maria Cristina Tacchini »

Grazie, Bravoautore. Mi fa particolarmente piacere, soprattutto di prima mattina dopo un "creativo" caffè, che il mio corto ti abbia trasmesso questa sensazione di leggerezza e di spensieratezza, in quanto quello era il mio intento prioritario nello scrivere queste mie esternazioni di piccole gioie quotidiane.
Come avrai capito, questo è lo stile di scrittura che mi viene innato, d'istinto, a volte a ruota libera, e questo probabilmente penalizza un po' la costruzione formale del racconto (vedi la "d" eufonica).
Come già ribadito ai colleghi, vedrò comunque di lavorare su questa mia carenza "tecnica", ci provo ...
Ancora grazie e buona giornata.
Namio Intile
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Messaggio da leggere da Namio Intile »

Una sorta di diario minimo di viaggio in cui più che i luoghi sono i sentimenti della protagonista a mediare e provocare emozioni. Non è quindi tanto il breve tragitto a provocare interesse quanto la predisposizione verso il mondo che la protagonista riesce a trasmettere al lettore. La prosa è quasi poetica e gradevole, non annoia ed è adeguata come il linguaggio.
Insomma, un bel racconto.
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Maria Cristina Tacchini
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Re: Capriole di un Cuore in fuga

Messaggio da leggere da Maria Cristina Tacchini »

Ti ringrazio, Namio.
Mi fa piacere che tu abbia colto lo spirito del mio "diario minimo di viaggio" (bella la tua definizione).
Come già ribadito ad altri colleghi, è sempre mia intenzione prioritaria tentare di trasmettere riflessioni, sensazioni, ricordi, oppure emozioni a chi mi legge. Il fatto che la lettura ti sia altresì risultata scorrevole e magari portatrice di spensieratezza mi sprona a proseguire in questo apprendistato di "racconteria" (amo inventare termini inesistenti), nel quale cercherò di perseverare con gioia.
Ancora grazie.
Maria Cristina Tacchini
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Re: Capriole di un Cuore in fuga

Messaggio da leggere da Maria Cristina Tacchini »

Grazie, Francesco Pino.
Ben venga la benevola tirata di orecchie per i peccatucci grammaticali. Da diligente scolara, metto nella cartella, porto a casa e ci studio per migliorare.
Ti ringrazio per la definizione "scrivere intrigante", sicuramente galvanizzante per il mio morale di apprendista scrittrice.
"Questo congiuntivo non s'ha da dimenticare...". Nel frattempo, ti auguro una buona giornata.
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Laura Traverso
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Messaggio da leggere da Laura Traverso »

Brava! Ho trovato nel tuo "corto" delle descrizioni veramente accurate che ben fanno entrare nella storia narrata. Forse è vero che, in quanto racconto breve, i periodi sono un tantino lunghi. Però l'idea mi piace, il tuo scritto è un inno alla Natura, cosi come anche l'accenno alla fisica quantistica quando dici " Lasciamo correre liberi i messaggi dell'Universo, le decisioni sgorgheranno fluenti come le quasi quotidiane pagine che la mia penna partorisce ogni giorno". A rileggerti, ciao
Maria Cristina Tacchini
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Re: Commento

Messaggio da leggere da Maria Cristina Tacchini »

Grazie, FraFree.
Ti ringrazio per i suggerimenti. Come dico spesso, mi considero un'apprendista scrittrice e, di connseguenza, mi fa sempre piacere ricevere opinioni differenti e considerazioni di chi ha sicuramente più esperienza della sottoscritta.
Il mio chiamiamolo "stile" personale in effetti è molto istintivo, di cuore, ed è quindi possibile che lo scritto esca a volte un pò ricamato, con aggettivi e descrizioni pseudo poetiche, in quanto senza filtri e senza premeditazione di testa.
Ben vengano quindi i consigli, lo scopo del confrontarsi con altri è anche quello di crescere.
Ancora grazie. Ciao
Maria Cristina Tacchini
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Re: Commento

Messaggio da leggere da Maria Cristina Tacchini »

Grazie, Laura.
Mi fa piacere che tu abbia apprezzato il mio racconto.
In effetti, da aspirante scrittrice un pò "pirotecnica", lascio spesso e volentieri libero sfogo al lato emotivo e poetico di quanto sto scrivendo, snobbando un pochino la cura della forma.
Ovvero, viva il cuore e abbasso la ragione, per dirla in modo scherzoso.
Accetto comunque ogni prezioso consiglio, non si finisce mai di imparare.
Ancora grazie. Ciao
Andr60
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Messaggio da leggere da Andr60 »

Racconto molto piacevole scritto con sottile ironia su una domenica qualunque. Come già detto dagli altri commentatori, è una prosa che a volte si lascia andare a voli pindarici, come un aquilone sfuggito di mano a causa di un colpo di vento: può capitare, se si è distratti dai ricordi dell'infanzia.
Le "d" eufoniche sono bandite dalla scrittura, io le usavo sempre ma da quando scrivo qui le ho eliminate.
Saluti
Maria Cristina Tacchini
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Re: Capriole di un Cuore in fuga

Messaggio da leggere da Maria Cristina Tacchini »

Grazie, Andr60.
Mi fa piacere che tu abbia apprezzato il mio racconto.
I voli pindarici sono un pò una mia caratteristica, alla quale devo cercare di porre un piccolo freno. Diamo la colpa al cuore, a tratti un pò troppo pirotecnico. Grazie comunque dei consigli.
Per quanto riguarda le "d" eufoniche, sto cercando di diventare ligia e di bandirle, dopo un'attenta rilettura di ogni testo.
Ciao.
Giovanni p
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Messaggio da leggere da Giovanni p »

testo breve ma gradevole che scorre bene e diverte.
Anche se non è una lettura nelle mie corde devo ammettere che mi sono divertito a leggerla, quindi non voterò seguendo solo i miei gusti personali.

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