Le cugine e il mare
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Le cugine e il mare
- Alberto Marcolli
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commento Le cugine e il mare
Mi limiterò a segnalare la pioggia di “che” dei primi due paragrafi: un mio pallino “che” non riesco a togliermi.
Un funerale sotto la pioggia e il gelo implacabile. Non proprio il massimo ma certe volte ci si deve andare per forza.
Leggendo della vita di queste due cugine e amiche, mi è sembrato proprio di vedermele apparire, distese sulla spiaggia o mentre nuotano felici nel mare.
Se il racconto è autobiografico ancora meglio. Brava.
Non ho approvato il modo in cui la più grande mette fine al suo matrimonio ormai esaurito, forse perché per me il matrimonio non si può esaurire dopo una vita insieme, semmai si trasforma, e sta alla buona volontà di entrambi saperne accettare i cambiamenti.
Voto 5
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Re: commento Le cugine e il mare
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Comunque piaciuto.
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Re: Commento
Ciao Andr, e si, è proprio come dici non è più un'ipotesi lontana... E' l'inevitabile conclusione, per tutti, del nostro passaggio qui. Conserviamo almeno i ricordi, che a meno che non arrivino a lobotomizzarci il cervello, non ce li toglie nessuno. Grazie per aver letto, commentato e valutato molto positivamente il mio scritto.Andr60 ha scritto: ↑24/01/2024, 17:09 Sì, struggente è il termine giusto per questo racconto delicato ma inesorabile nella sua conclusione. Ho raggiunto anch'io un'età, come le protagoniste della vicenda, nella quale la Morte è una presenza ingombrante e non più solo un'ipotesi lontana: genitori e zii non ci sono più, e ora è il turno dei cugini, compreso il sottoscritto. Sopravvivono i ricordi, almeno quelli non ce li toglie nessuno (per ora).
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Re: Commento
Grazie per la lettura. Circa il tuo: "Avresti potuto dire... " che dirti? Ho detto secondo me...Letylety ha scritto: ↑23/01/2024, 22:51 Un racconto struggente, cinematografico, con tanti flash back del passato come fosse una vita precedente. Sarebbe stato un 4 ma purtroppo non sei stata scaramantica e hai "osato" prevedere la morte dell'amata cugina. Anzi un po' scaramantica lo sei stata. Avresti potuto dire: Seduta su questa sedia in questi miei ultimi giorni ricordo.....
Comunque piaciuto.
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Re: Commento
Ciao Raffaella, io ringrazio te per l'apprezzamento massimo dato al mio racconto. Sono contenta che ti abbia suscitato ricordi meravigliosi con tua cugina. Mi spiace però che ti abbia anche intristito. Bisognerebbe, ma è molto difficile, riuscire a trattenere solo la gioia che certi ricordi suscitano. Grazie molte ancora. CiaoRaffaella villaschi ha scritto: ↑27/01/2024, 7:42 Stupenda, mentre la leggevo mi venivano in mente dei ricordi veri che ho passato anche io con mia cugina al mare, si chiamava Ilda, quindi leggerti ho vissuto quei meravigliosi momenti, ed ora lei non c'è più. Sembra che lo hai scritto per me, sto piangendo scusami....Però una cosa è certa sia dall'inizio alla fine del tuo racconto è stata un esperienza bellissima, tra fantasia e verità il mio voto è 5.
Grazie
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Re: Le cugine e il mare
Ciao Raffaella, a rileggerci volentieriRaffaella villaschi ha scritto: ↑28/01/2024, 7:15 Ciao Laura, sai il racconto è favoloso, mi è piaciuto moltissimo, poi la mia mente ovvio che cercavo dei ricordi a me molto cari, quindi ringrazio te che hai scritto questo racconto . Ciao a presto!
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Re: Commento
Ciao X, chi è Stefania? Te la sei sognata visto che tal nome non è minimamente menzionato nel racconto? Sei stato davvero molto divertente, mi ha fatto ridere di cuore la tua uscita. Continua così dai! Diverte il tuo inventare nomi e altro sui racconti altrui. Altra precisazione, parli di dialoghi ripetitivi ma ti faccio notare che non ci sono dialoghi nel mio racconto, nemmeno uno. Comunque grazie per tutto, per il commento divertente e per la valutazione. CiaoXarabass ha scritto: ↑01/02/2024, 10:55 Il racconto è piuttosto prevedibile. La morte di Stefania è annunciata fin dall'inizio e la storia segue un percorso lineare che porta inevitabilmente al suo epilogo.
In secondo luogo, i personaggi sono poco approfonditi. Lorenza e Stefania sono personaggi piatti, privi di sfaccettature e di personalità. La loro amicizia è descritta in modo superficiale e non si riesce a comprendere appieno il legame che le univa.
In terzo luogo, il racconto è lento e prolisso. La narrazione si dilunga in descrizioni superflue e in dialoghi ripetitivi che rallentano il ritmo della storia.
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Re: Le cugine e il mare
- Marino Maiorino
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sempre delicati i tuoi racconti, e questa volta ti cimenti col mistero più grande di tutti.
Capisco la storia di questo rapporto prima forte, poi affievolitosi e poi ripreso, ma quello che fai risaltare, alla fine, è che a un funerale ciascuno piange la propria perdita: il rapporto che ciascuno aveva col defunto.
Recentemente (nell'ultimo mese) ho avuto due eventi simili e, se prima sapevo di avere un rapporto particolare con la signora in nero, ora mi è più chiara la peculiarità di questo rapporto, e il tuo racconto lo esplicita.
La cugina in vita soffre la mancanza, ripercorre tutta la vita accanto (o meno) all'altra come se il dolore fosse tutto e solo il suo. Non sembra esserci nessun'altra figura di rilievo nella vita della defunta al funerale, solo in fine citi un fratello che, dico io, avrà avuto un rapporto più stretto, no?
Quindi io, che mi sono sempre messo in secondo piano (anche coi vivi), non ho mai capito davvero l'angustia di chi sente una scomparsa come qualcosa che colpisce soprattutto il sé: io a un funerale celebro con gli altri la vita di qualcuno che manca a tutti; a molti, assai più di quanto manchi a me, e di persone care ne ho perse. Sono quella persona assurda che, persa la nonna materna con la quale è cresciuto, consolava i propri cugini che l'hanno vista meno di me...
Tutto questo per dirti che leggo il tuo racconto come autentico, ma di un'autenticità che a volte ho quasi invidiato. Io vorrei aver sofferto quello che anche gli altri.
Sullo stile, ti ho visto esitante. Rifuggi dal personalizzare il racconto, e il testo ne soffre: il nome della cugina ricca viene introdotto con una freddezza angosciante "lei, IL CUI NOME È Lorenza", tanto ti pesa personalizzarlo da prenderlo con queste pinze? E dell'altra... resta "l'altra" per tutto il racconto!
I viaggi che hanno potuto fare sono un punto "ballerino": fai capire che una e più ricca e l'altra meno, dapprima Lorenza sembra aver viaggiato di più, ma quando si ritrovano parlano volentieri dei viaggi che hanno fatto... E il marito di Lorenza, tanto solido? Non c'è al funerale?
Credo, mi permetto di immaginare, che tu sia alquanto sensibile al tema, e che tu stessa non sapevi come proteggere o comunicare il tuo intimo sentire quando hai affrontato questo racconto. Da qui le inconsistenze che ho osservato.
Ma quando scrivi "in qualche forma ignota si ritroveranno" non devi scriverlo per consolare Lorenza, non è una frase fatta: è vero. Devi crederci perché è vero.
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Re: Commento
Ciao Marino e innanzi tutto grazie di cuore per il commento molto attento e preciso al mio racconto e per l'ottima valutazione assegnata. Cerco di rispondere ad alcune tue domande. Circa il modo "isolato" di vivere il dolore della cugina "altra", credo sia dovuto al fatto che ognuno reagisce come può dinnanzi a simili tragici eventi. Lei si è chiusa in se stessa non riuscendo a vedere nulla attorno a sé, ma percependo solo i singhiozzi, testimoni di altre presenze addolorate. Ho menzionato solo il cugino perché ha segnalato, fisicamente, la sua presenza avvicinandosi all' "altra"; si è pertanto fatto vedere. Vero è, come dici, che avrei potuto dilungarmi e personalizzare maggiormente le due cugine, dando un nome anche all'altra. Del marito di Lorenza ho dato per scontata la presenza, faceva parte di quei singhiozzi trattenuti. In merito alla ricchezza maggiore di una rispetto all'altra e poi dall'aver scritto che entrambe avevano molto viaggiato, il mio "ricca" si riferiva a quando erano bambine, quindi un benessere proveniente dalle rispettive famiglie d'origine. Poi chissà, non lo ho detto e potevo certamente farlo, ma anche "l'altra" avrà avuto modo di viaggiare, date le esperienze scambiate su ciò ( certo avrei potuto raccontare come e perché, se col marito poi lasciato o altro...). Si avrei potuto farlo.Marino Maiorino ha scritto: ↑10/02/2024, 11:00 Ciao Laura,
sempre delicati i tuoi racconti, e questa volta ti cimenti col mistero più grande di tutti.
Capisco la storia di questo rapporto prima forte, poi affievolitosi e poi ripreso, ma quello che fai risaltare, alla fine, è che a un funerale ciascuno piange la propria perdita: il rapporto che ciascuno aveva col defunto.
Recentemente (nell'ultimo mese) ho avuto due eventi simili e, se prima sapevo di avere un rapporto particolare con la signora in nero, ora mi è più chiara la peculiarità di questo rapporto, e il tuo racconto lo esplicita.
La cugina in vita soffre la mancanza, ripercorre tutta la vita accanto (o meno) all'altra come se il dolore fosse tutto e solo il suo. Non sembra esserci nessun'altra figura di rilievo nella vita della defunta al funerale, solo in fine citi un fratello che, dico io, avrà avuto un rapporto più stretto, no?
Quindi io, che mi sono sempre messo in secondo piano (anche coi vivi), non ho mai capito davvero l'angustia di chi sente una scomparsa come qualcosa che colpisce soprattutto il sé: io a un funerale celebro con gli altri la vita di qualcuno che manca a tutti; a molti, assai più di quanto manchi a me, e di persone care ne ho perse. Sono quella persona assurda che, persa la nonna materna con la quale è cresciuto, consolava i propri cugini che l'hanno vista meno di me...
Tutto questo per dirti che leggo il tuo racconto come autentico, ma di un'autenticità che a volte ho quasi invidiato. Io vorrei aver sofferto quello che anche gli altri.
Sullo stile, ti ho visto esitante. Rifuggi dal personalizzare il racconto, e il testo ne soffre: il nome della cugina ricca viene introdotto con una freddezza angosciante "lei, IL CUI NOME È Lorenza", tanto ti pesa personalizzarlo da prenderlo con queste pinze? E dell'altra... resta "l'altra" per tutto il racconto!
I viaggi che hanno potuto fare sono un punto "ballerino": fai capire che una e più ricca e l'altra meno, dapprima Lorenza sembra aver viaggiato di più, ma quando si ritrovano parlano volentieri dei viaggi che hanno fatto... E il marito di Lorenza, tanto solido? Non c'è al funerale?
Credo, mi permetto di immaginare, che tu sia alquanto sensibile al tema, e che tu stessa non sapevi come proteggere o comunicare il tuo intimo sentire quando hai affrontato questo racconto. Da qui le inconsistenze che ho osservato.
Ma quando scrivi "in qualche forma ignota si ritroveranno" non devi scriverlo per consolare Lorenza, non è una frase fatta: è vero. Devi crederci perché è vero.
Il mio intento nel raccontare, invece, é stato un po' "egoistico", forse; volevo focalizzare l'attenzione solo sulle due cugine. E poi quanto è vera e tenera la tua frase conclusiva: "Devi crederci perché è vero". Si caro Marino, dobbiamo sicuramente aver tale fiducia, io ci credo assolutamente; ciò mi dà forza in questa vita, mi fa accettare la morte con serenità e come componente ineluttabile dalla vita. Grazie ancora davvero tanto. Alla prossima, ciao.
- Fausto Scatoli
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riassunto di due vite, prima intrecciate, poi separate e infini di nuovo intreccaite fino alla separazione definitiva.
belle le descrizioni, molto gradevoli e chiare. a volte pare di avere davanti la scena, cosa non facile da realizzare.
scritto piuttosto bene, ho notato un solo errore.
complimenti
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Grazie molte Fausto per l'ottima valutazione e per quanto hai scritto, sei stato davvero gentilissimo. Era tantissimo che non ti si "vedeva", ciao e grazie ancora.Fausto Scatoli ha scritto: ↑23/02/2024, 19:52 anche questo è un buon racconto.
riassunto di due vite, prima intrecciate, poi separate e infini di nuovo intreccaite fino alla separazione definitiva.
belle le descrizioni, molto gradevoli e chiare. a volte pare di avere davanti la scena, cosa non facile da realizzare.
scritto piuttosto bene, ho notato un solo errore.
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Grazie per la bellissima esposizione del tuo pensiero circa il mio racconto, sei stato molto gentile e preciso nell'analisi effettuata, grazie molte anche per l'ottima valutazione, ciaoTerradipoeti ha scritto: ↑25/02/2024, 16:15 Il testo narra la storia di due cugine il cui rapporto è stato segnato da giochi e affetto durante l'infanzia. La vita le ha portate su percorsi diversi, ma il destino le ha riunite in età adulta. La narrazione esplora la loro amicizia rinnovata, caratterizzata da passeggiate, dialoghi profondi e l'amore per il mare. Tuttavia, la trama prende una svolta drammatica quando la più giovane delle due muore, sottolineando la fugacità della vita. L'immagine finale della pioggia durante il funerale suggerisce un addio doloroso, ma l'idea di un ritrovo in un'altra forma, magari tra le onde del mare, suggerisce una speranza nell'eternità dell'amicizia. Il testo esplora emozioni profonde e il ciclo della vita, dall'infanzia all'età adulta e oltre. Ottimo racconto.
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Re: Commento
Ciao Selene, mi fa davvero piacere che il racconto ti sia piaciuto e abbia evocato in te ricordi dell'infanzia. Grazie per il commento e per il voto molto gratificante. CiaoSelene Barblan ha scritto: ↑05/03/2024, 15:57 Ciao Laura, un bel racconto il tuo, che evoca ricordi e pensieri. In particolare mi sento vicina ai giochi da bambine che descrivi, io lasciavo in pace i girini, poveretti, ma ricordo bene le poltiglie vegetali che creavo con mia sorella e i bambini del vicinato. Anche l’atmosfera è ben ricreata, il mare, la tristezza, belle immagini nitide!
Voto 4 per me
La donna dipinta per caso
racconti e poesie imperniati sulla donna in tutte le sue sfaccettature
Il libro contiene quattro racconti lunghi, undici racconti brevi e trentuno poesie. Il tema principale è la donna in tutte le sue sfaccettature: amante, madre, figlia, gioco, musa, insegnante, dolore, tecnologia, delusione e speranza. Nella prefazione è ospitato un generoso commento del prof. Carlo Pedretti, professore emerito di storia dell'arte italiana e titolare della cattedra di studi su Leonardo presso l'Università della California a Los Angeles, dove dirige il Centro Hammer di Studi Vinciani con sede italiana presso Urbino. Copertina e alcune illustrazioni interne di Furio Bomben.
Di Massimo Baglione.
Vedi ANTEPRIMA (2,11 MB scaricato 801 volte).
Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
256K
256 racconti da 1024 Karatteri
Raccolta delle migliori opere che hanno partecipato alla selezione per l'antologia 256K. Ci sono 256 racconti da non più di 1024 battute. A chiudere l'antologia c'è un bellissimo racconto del maestro della fantascienza italiana Valerio Evangelisti. Ogni pagina, è corredata da una cronologia dei vecchi computer dagli anni '50 agli '80. A ogni autore è stato inoltre assegnato un QR Code. Da non perdere!
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Buona Alternativa alla Lunga e Illogica Anzianità
Siamo nel 2106. BALIA accudisce gli uomini con una logica precisa e spietata, in un mondo da lei plasmato in cui le persone nascono e crescono in un contesto utopico di spensieratezza e di bel vivere. BALIA decide sul controllo delle nascite e sulle misure sanitarie da adottare per mantenere azzerato l'incremento demografico e allungare inverosimilmente la vita di coloro che ha più a cuore: gli anziani.
Esiste tuttavia una fetta di Umanità che rifiuta questa utopia, in quanto la ritiene una distopia grave e pericolosa.
BALIA ha nascosto il Passato ai suoi Assistiti, ma qualcuno di questi ha conservato i propri ricordi in un diario e decide di trascriverli in una rischiosa autobiografia. Potranno, questi ricordi, ripristinare negli Assistiti quell'orgoglio di vivere ormai sopito? E a che prezzo?
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La Gara 64 - L'amore e le sue sfumature
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GrandPrix d'autunno 2022 - Endecasillabo di un impostore - e le altre poesie
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