Recensione o commento # 1, data 00:00:00, 18/05/2012
I racconti brevi e brevissimi mi fanno impazzire perchè in poche righe l'autore deve esprime nel miglior modo possibile il succo della storia.
Inserendo tutte quelle qualitá per farne un bel brano.
Scritto ciò questa breve storia ha tutte le caratteristiche del caso.
Questa donna che probabilmente anela a diventare mamma, ma suo malgrado
non può. E' afascinata da queste stelle che la sera baciano il suo freddo
lago. Lei si accovaccia sulle sue sponde dopo il tramonto del sole e sera dopo sera....Dire che è meglio tagliare qui, il finale e' da scoprire.
Lettura molto scorrevole, il carattere è un pò piccino, ma sará la mia etá che avanza.
Recensione o commento # 2, data 00:00:00, 05/06/2012
Racconto breve, intenso, drammatico. Ancor più per il contrasto del tema trattato con le immagini calme presentate: la pace e tranquillitá del lago sono inaspettatamente generatrici di ricordi tragici e veicolo per la morte, per l'oblio. Questo avviene però senza violenza, senza che l'acqua si increspi, ma solo come espressione di volontá della protagonista, alla quale il lago, complice silenzioso, acconsente. Leggendo il racconto ho provato freddo e solitudine, resi molto bene dalle descrizioni sfumate e silenziose, e dall'esposizione dei pensieri della protagonista, a cui nessuno risponde. Il dramma, reso doppio dall'ultimo atto, mi ha lasciato molto triste, colpendomi per la personalitá di una ferita che io posso solo immaginare. L'immagine degli occhi sul fondo del lago mi ha un po' inquietato, essendo parte macabra del mondo interiore della protagonista che, per disgrazia, lei non può cambiare, ma solo liberarsene unendosi a esso. Commovente e melanconico come un addio al passato senza un futuro in cui sperare.
recensore:
Ida Dainese(socio onorario, collaboratore)
donatore 2019 (2 dal 2015)
Recensione o commento # 3, data 00:00:00, 24/07/2017
Uno stile sicuro per un racconto pieno di dolore, un dolore asfissiante, da cui non ci si può liberare. Per sfuggirgli si può solo creare un angolo lontano, un posto in cui ci sia quiete e si possa piangere e gridare senza dover rendere conto agli altri. Questa donna ha perduto un figlio piccolo, strappato “all’alba”, e ne ha portato il ricordo con sé, nell’angolo di pace che si è creata, un lago notturno che risplende di stelle. Ma la sofferenza riesce ad allungare le sue dita fino a quel luogo e allora a questa donna sembra che non resti altro modo che raggiungere il suo bambino là in fondo, nel freddo e nel silenzio, in una pace che non li potrà separare.
recensore:
Arcangelo Galante
Recensione o commento # 4, data 00:00:00, 25/07/2017
Una storia drammatica che, nella sua brevità, sintetizza l'intero contenuto, inerente al messaggio di una donna che aspira alla maternità, la quale, è negata dalle circostanze stesse della vita. Malinconia e solitudine le fanno compagnia mentre lei è affascinata nel mirare le stelle che, nel serale cielo, paiono baciare le acque di un lago freddo e immobile. Le descrizioni appaiono sfumate e taciturne, ma senza perdere la loro relativa suggestione emotiva, come la tranquillità del lago che, inaspettatamente, genera ricordi brutti, divenendo un veicolo per la morte e per l'oblio d'ogni sofferenza provata. Dall'esposizione dei pensieri della protagonista, a cui nessuno risponde, sino al giungere della finale tragedia, tutto è coinvolgente. Il racconto m'ha lasciato triste assai, colpendomi per la personalità di una ferita che posso immaginare, per il tipo di sensibilità peculiare che possiedo. Lettura molto scorrevole, dove l'autrice ha saputo ben giocare le sue qualità, al fine di rendere il testo toccante. Un cordiale saluto, Antonella!