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Sapendo come stanno le cose…

(aforisma filosofia, brevissimo - per tutti)
Tempo di lettura: meno di 1 minuto
40 visite dal 03/08/2022, l'ultima: 2 giorni fa.
6 recensioni o commenti ricevuti
Autore di quest'opera:
avatar di Giancarlo Rizzo
nwGiancarlo Rizzo
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Descrizione: da definire...

Incipit: Ma allora, sapendo come stanno le cose, perché fate figli?


Sapendo come stanno le cose…
file: opera.txt
size: 62,00 Bytes
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Recensioni: 6 di visitatori, 8 totali.
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recensore:

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Recensione o commento # 1, data 23:01:23, 03/08/2022
Personalmente avendo io una figlia non certo nella speranza di poter cambiare qualcosa né per loro, né grazie a loro, quando poi arriverà e sarà anche il loro turno di fare i conti con la realtà.

I figli si fanno per due motivi, uno strettamente biologico, la vita vuole sempre proseguire nella sua traccia evolutiva.

L'altro seguendo questo stesso principio è per creare e sostenere quindi nella sua crescita qualcuno di altrettanto unico e inimitabile, qualcuno che avrà comunque un suo preciso ruolo nel suo tempo e nel suo spazio diverso dal nostro. Quindi qualcuno che sopravviva a sua volta a questo stesso tempo e spazio dato a ognuno di noi. Da questi poi tutti i sentimenti e le emozioni date, ricevute e vissute come niente altro nella tua vita può lasciare, essendo questa se la si prende o accetta la responsabilità in essere e divenire più grande che si possa scegliere o avere data.



recensore:

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Recensione o commento # 2, data 05:33:58, 04/08/2022
Su questa Terra ognuno può fare quello che vuole, il problema sorge laddove fa qualcosa con un piano personale dietro le quinte.
Fare figli non è obbligatorio, non farne neppure e, a dire il vero, il "mondo" se ne frega di queste cose, quello che gli importa è come usare una di queste due scelte.
Se hai dei figli, stai pur certo che qualcuno, prima o poi, cercherà di influenzarli e di usarli.
Se non ne hai lo farà con te e con altri.
Vedi, il paradosso terreno è proprio questo:tu puoi fare o non fare, avere o non avere essere o non essere MA stai sicuro che in ogni caso questa tua libertà sarà "tentata", influenzata o usata e non certo nel senso tuo o quasi mai.
È questo che frega la gente, l'illusione di essere libera in un mondo che non lo è mai stato!



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Recensione o commento # 3, data 11:24:35, 04/08/2022
Io penso anche che molti comunque si trovino più che bene ad essere indottrinati e accompagnati passo per passo, è più semplice vivere la vita, non si pensa più del minimo sindacale, si rimane semplicemente ottusi e contenti, non percependo neanche la realtà per quella che è palese o meno che sia. Lo stesso per chi è ridotto alla fame, o in situazioni disperate, essendo totalmente concentrato sulla propria sopravvivenza e null'altro. La "condanna" arriva o nasce se invece al contrario, si ha di che campare in qualche modo, ma purtroppo si tende anche a riflettere.



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avatar di Giancarlo Rizzo
nwGiancarlo Rizzo
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risposta dell'autore, data 14:43:02, 04/08/2022
Parole, parole.
Egoismo, calcolo bieco sulla sopravvivenza dei genitori anziani; piacere di avere affetto gratuito e dovuto.
E soprattutto, il vero motivo, è quello di sconfiggere la morte, per avere attraverso i figli l'illusione della propria immortalità.
Poco importa se siamo i primi a considerare la vita senza uno scopo che non sia quello di sopravvivere.
Poco importa se vivere una vita basandoci specialmente sul godere non è eticamente giusto. Saranno problemi dei figli risolvere quello che già noi crediamo utopico e impossibile.



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Recensione o commento # 4, data 17:19:14, 04/08/2022
No non è così. Tu lo leggi a questa maniera perché hai scelto di non avere figli partendo da un presupposto dal tuo punto di vista giusto. Quindi leggi solo cinismo dalla mia risposta.
Dai figli non viene amore incondizionato, così come dai genitori verso di loro. Altrimenti non si spiegherebbe il perché poi i figli vengono così trascurati, il perché ci si nasconde dietro la qualità sul tempo dato e non la quantità. L'amore da e in risposta a un figlio non è qualcosa di presente a priori, bisogna coltivarlo, viverlo, crescere insieme ad esso, vale anche per i figli, anche se verso di loro spesso risulta un processo più naturale, ma non per questo scontato. Non c'è nessuna illusione di immortalità, nel finire il proprio tempo in favore del loro, loro sono singoli unici individui, non siamo noi o una nostra propagazione, questo è solo un aspetto biologico non emotivo. Loro sono loro e da soli dovranno trovare il loro tempo e il loro spazio nella realtà. Io lo scopo lo trovo nel vivere, non nel sopravvivere, il senso è riuscire dove e finché è possibile a comprendere la vita cioè a comprendere se stessi. Vale anche per loro. È quello che abbiamo sempre fatto ed è quello che tutti continueremo consapevoli o meno a fare.



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Recensione o commento # 5, data 17:40:17, 04/08/2022
Forse però avendo voi deciso consapevolmente di privarvi di questa specifica esperienza per qualsiasi motivo da voi ritenuto più giusto essere, questo per te ora non è e non può essere pienamente comprensibile, non potendo viverlo direttamente e attivamente, ma solo di riflesso su quello che vedi o percepisci dagli altri.



recensore:
avatar di Giancarlo Rizzo
nwGiancarlo Rizzo
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risposta dell'autore, data 18:50:43, 04/08/2022
"Non c'è nessuna illusione di immortalità" no questo non lo puoi contestare. Leggi qualsiasi trattato di psicologia. Dillo a quelli che aspettano il figlio maschio per considerarlo erede… la storia insegna.
Se mi contesti questo è come contestare l'illusione dell'Io.
Per il resto non voglio infierire ma non sei assolutamente convincente. Si parla in generale e non riferito ai tuoi sentimenti.



recensore:

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Recensione o commento # 6, data 21:11:44, 04/08/2022
Si io mi riferivo a me in quel passaggio, per come la vivo io, in senso generale e generico invece posso convenire in parte con il tuo pensiero, ma anche questa è e resta in ogni caso una percezione illusoria sulla realtà, la realtà reale (chiara a tutti in fondo) è quella da me descritta, almeno a mio parere. Sull'inganno dell'io invece non si tramanda certo tra le generazioni biologicamente, vale solo sulla salvaguardia o speranza di mantenimento della propria singola coscienza in vita. Succcede a tutti poi solo per un fatto di circostanze relative e specifiche alla costruzione dell'io lungo la propria esperienza di vita, associato al diverso porsi di ognuno verso questo problema della morte e accettazione di essa. Son due cose diverse, due percezioni ben distinte a mio avviso. Questa è solo un lasciare un pegno/segno del/sul proprio passaggio alle generazioni a venire. Non c'entra con la propria tendenza all'"immortalità" non in senso stretto del termine o per quello che io intendo per inganno dell'io. Nel lasciare parte genetica di sé ai figli non lasci la tua coscienza attiva e viva in essi, avendone una poi tutta loro propria e individuale, al massimo lasci un esempio o traccia da poter seguire a loro diverso modo. Comunque infierisci pure non ti porre limiti, poi ti risponderò più che volentieri.





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