Descrizione: da definire...
Incipit: Penso: Io. Esisto: sono. Spazio: qui. Tempo: ora Io penso, dunque sono: non posso essere che qui, ora.…
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Per altro è evidente che, stando così le cose, Dio è il creatore esterno all'universo. Anche questo dipende dal punto di vista.
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Conclusioni :
Noi siamo inscritti nella realtà di questo universo.
Noi come l'universo stesso subiamo e percepiamo il tempo come una linea dal passato verso il futuro.(entropia)
Se la teoria della relatività è vera, noi non abbiamo vero libero arbitrio all'interno della nostra realtà.
Questo perché osservando la terra da un diverso punto dello spazio, non vedremmo il nostro presente ma a seconda della distanza che intercorre (anni luce) vedremmo il presente relativo al punto di osservazione, cioè o il nostro passato o il nostro futuro.
Tutto non è dentro la nostra realtà, è al di fuori del nostro concetto di tempo, percepisce il nostro stesso universo magari come un unicum misura di tempo, cioè quella che per Tutto è una frazione di un istante per il nostro concetto di tempo potrebbero volerci miliardi di miliardi di miliardi di anni luce, immaginate Dio batte le mani, per lui è un secondo, per noi prima di sentire lo schiocco potrebbero intercorrere triliardi di milioni di anni luce.
Questo perché il tempo per Dio non sarebbe su una linea ma circolare, senza inizio e senza fine, quindi onnisciente e onnipresente, quindi fuori dal tempo e dallo spazio stesso.
Quello che per noi è la fine della nostra realtà, cioè la nostra morte, non è però la fine di questa stessa realtà in cui siamo tutti inscritti, quindi da un punto di vista interno alla realtà di questo universo, finché Tutto non ha battuto le mani, l'universo continua ad esistere ed espandersi e noi sotto forma di materia, quindi
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Una volta che Tutto, batte le mani, l'universo stesso e questa realtà cessano di esistere allo stesso modo di come sono stati creati.
Quello che sarà dopo non sta a me come a nessuno intuirlo. Potremmo essere dissolti in nulla come in Tutto stesso (tornare ad essere essenza).
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Ho arguito che il pensiero potesse essere l'espressione immateriale dello Spirito; ma nessuno ha ancora capito bene come il pensiero "spirituale" riesca a generare quell'energia fisica che muove la materia. Questo salto è ancora allo studio là dove neppure le ultime teorie della quantistica ci danno risposte esaurienti.
Dunque confermo tutta la tua sintesi e sono concorde sulle riflessioni che fai sulla relatività. D'accordo che Tutto (dio) sia al di fuori da quello che lui stesso ha creato.
Come ho già detto non possiamo vedere gli atomi guardando dentro un microscopio che è costituito lui stesso da atomi. Non possiamo capire la Realtà che esiste al di fuori della nostra natura. Possiamo solo intuirla.
Intuizione: parola magica che disperatamente tenta di dare una spiegazione ad un fenomeno che avviene nel nostro esistere e che si manifesta con la situazione di consapevolezza.
L'intuizione ci dice che esiste lo Spirito, che noi abbiamo insito nel nostro Uomo un Essere che è spirito, che non sappiamo cos'è, che non riusciamo ad indagare oltre alla consapevolezza della sua esistenza.
Questo Spirito fa parte del Tutto, ovvero come qualcuno dice, questo spirito è un'espressione di Dio ecc. ecc.
Allora la domanda nasce dal fatto che l'Essere spirituale che riconosciamo in noi, esiste davvero. Esiste perché la intuiamo ed esiste perché fa parte della nostra realtà individuale che crea la propria realtà. E la nostra realtà per noi è tutto: senza noi non esiste nulla nemmeno Dio.
Se non c'è Dio, perché ci sono io?
… e la domanda aspetta una risposta!
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La mia intuizione differisce su questo dalla tua, io ormai credo di non avere nessun essere spirituale derivato da Tutto dentro di me che forma la mia comprensione, quindi non solo Tutto è fuori dalla mia realtà ma anche ogni sua possibile emanazione spirituale, non è questa che tocca e muove la mia intuizione, ma è la stessa consapevolezza di me stesso, avuta non per mezzo di un essere spirituale (essenza di Tutto, spirito, anima ecc.), ma per mezzo della mia evoluzione stessa in uomo sapiens. Questa evoluzione, già inscritta nei nostri geni/atomi ecc., come stessa voluta volontà di Tutto. Quindi tutto ciò che è Tutto è solo all'infuori di me. Dove noi sotto forma di creato (l'universo intero), siamo sua espressione, una sua forma di volontà creativa.
La mia comprensione quindi, deriva da una volontà di Tutto (creazione dell'universo/realtà), quindi per me rimane comprensibile solo la parte che rimane inscritta nella mia realtà (evoluzione in uomo sapiens), non posso cioè indagare la volontà di Tutto (fuori dalla mia realtà), quindi non posso comprendere nella mia realtà né il come, né il perché ho ereditato tramite evoluzione questa stessa consapevolezza.
Ragionando così, accetto che si che la mia realtà relativa al mio essere che io comprendo, finisce alla mia morte, ma non la realtà stessa, in cui il mio stesso essere è inscritto, questa realtà, questo universo va avanti, io stesso continuo a essere materia sotto forma di energia, ora e anche dopo la mia morte, ora in vita è materia/energia cosciente, dopo credo continuerà ad essere presente in questa realtà incoscientemente magari, come energia derivata da materia incosciente di se stessa (come il resto del creato) non lo posso sapere per certo questo. Il fatto invece certo è che comprendo che questa realtà che mi ingloba come suo stesso creato, partendo dal soffio di Tutto, continuerà ad esistere ed espandersi anche senza di me o sotto questa forma che mi rappresenta oggi.
Questo continuerà finché Tutto ha deciso che continui, non posso con il mio concetto di tempo, attribuire un tempo di scelta a Dio, quello che per lui può essere una frazione di secondo, per me lo stesso tempo potrebbe valere come triliardi di anni luce del tempo da noi misurabile, cioè nel tempo che Dio batta le mani, si potrebbe creare e concludere lo stesso universo da lui creato. Questo per dire che la mia realtà, vale solo per me, può descrivere solo il mio essere e sentire, ma non Tutto. Se io non sono Tutto (so per certo di non esserlo, perché non lo posso comprendere, con la stessa comprensione con cui posso comprendere invece me stesso), ma so per certo che Tutto esiste (perché la comprensione di me stesso mi ha portato a comprenderne reale l'esistenza, totalmente e nella sua interezza fuori dal mio essere), ed esiste per questo solo fuori dalla mia realtà comprensibile, questo vuol dire che Tutto è Tutto anche senza la mia stessa individuale realtà.
Questo spiega logicamente ogni cosa a noi comprensibile. Come intuito, se noi togliamo da dentro noi stessi il concetto di spirito, anima, essenza, parte di Tutto dentro di noi, anche il suo stesso tocco, non è e non può essere più tale in essere o percepito in noi. Compreso e accettato questo torna tutto. Noi siamo solo creato dalla voluta volontà di Tutto che ha voluto tramite la nostra evoluzione donarci la possibilità di comprendere tramite intuizione derivata solo dalla comprensione di noi stessi, dovuta essa stessa alla nostra evoluzione in uomo sapiens, quindi essa stessa in essere come processo evolutivo in noi, farci partecipi, darci un sentore, ma senza spiegazione dei suoi piani, non perché comprendessimo o potessimo e aggiungo dovessimo noi comprenderne i perché, ma perché possiamo tramite la nostra intuizione logica e il nostro stesso sentire comprendere la sua esistenza, il suo esserci fuori da questa nostra realtà.
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