La scoperta dell'acqua calda
Descrizione: da definire...
Incipit: Provo a fare un esempio che come sempre serve solo a facilitare il concetto non a sostituirlo nella …
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Aspetto che rispondi alla mia domanda, sull'ultimo commento, nell'altro testo.
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"Noi certamente potremo arrivare anche a capire, e probabilmente lo faremo, come scaturisce nel dettaglio in noi questa nostra comprensione, dal momento che essa è parte di noi, quindi di questa realtà finita."
certo che oggi io non ti posso dire che cosa effettivamente sono, però se capisco da dove derivano e capisco e comprendo il loro significato attivo nella mia persona (decidere, pensare, muovere, e tutto il resto… ), capisco però cosa sicuramente non sono.
ripeto una definizione di comprensione, di io, impulsi emotivi, ecc… la abbiamo già perché li proviamo in noi sulla pelle, oltre a poterli in qualche modo svelare tramite lo studio di noi stessi, i vari diversi comportamenti scaturiti dalle emozioni che uno può o meno provare ecc… ci sono studi su tanti di questi argomenti. (vedi è il senso esatto di comprendere noi stessi infatti, che porta anche a queste stesse comprensioni poi)
trovami invece uno studio reale sullo spirito, dammi la definizione reale di esso… se io chiedo a Namio (per dire) di darmi la definizione di "comprensione" o cosa implica questa su di noi potrebbe darmela soggettivamente e oggettivamente per certi versi (la comprensione dei comportamenti sociali e così via),
se gli chiedo dammi la definizione di "spirito" o cosa implica in noi, lui cosa mi risponde?
tu cosa mi rispondi?
le cellule, gli atomi, … e quindi?
un' altro mi risponde Dio, l'infinito, l'anima…
dov'è la differenza, avete ragione entrambi, perché tutti dentro lo spirito o l'anima giustamente ci vedono e cercano quello che vogliono o che più sentono vicino, cioè la stesso concetto che ho provato a spiegare prima su questo.
Comprendi, io vado ad esclusione quindi su quello che oggi o in futuro posso oggettivamente comprendere, e su quello che invece non posso, non solo perché probabilmente non basterebbe questa nostra evoluzione e comprensione stessa, ma proprio perché non fa parte di noi in essere.
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Tutti possiamo essene consapevoli. Tutti!
Ciascuno "sa" ed è consapevole di questo. Che altre prove necessitano quando tutti gli uomini arrivano allo stesso risultato? Abituati a ragionare nei termini di logica e scienza, è naturale tentare di ridurre la ricerca interiore a questi parametri, e se non ci riusciamo, diciamo: "per ora".
IO LO SO che sono l'Essere che possiede il mio vivere. Non posso condividere questa verità posso solo invitarti a concentrarti su te stesso e sperare che anche tu riesca a vivere la stessa esperienza. Non posso dimostrarti che tu provi amore, posso solo sperare che tu lo scopra.
I sentimenti sono la cosa più facile da descrivere perché tutti, anche gli animali li provano. Non ti devi stupire se la consapevolezza di esistere degli uomini non sia alla portata di tutti. Come ben sai ci vogliono millenni per attendere (esempio) che le scoperte di un qualsiasi Platone o di un Einstein vengano "comprese" dalla moltitudine (nel sociale come dici tu). Non puoi liquidare come "fede" ovvero credere senza ragione, un'esperienza intima e personale solo perché non è condivisibile direttamente. Nessuna esperienza personale lo è, neppure i tanto comuni sentimenti: cosa sono, questione di fede?
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altro esempio:
A mia nonna per colpa del diabete le hanno tolto una gamba (è vero non sto inventando), come ti spieghi che lei percepisce parte del suo corpo che non ha più?
spiego, lei pensa e VUOLE muovere la gamba, sente che si muove, tutto in lei le porta a credere che sia così, fisico e mente, all'unisono, ma la gamba non c'è. Tanto che ha bisogno di accarezzarsi l'arto mancante per averne poi sicurezza e prova certa di questo. Quindi questo che sarebbe? errore di valutazione dell'essere che vive nel suo corpo che è perfettamente cosciente di non avere una gamba, ma altrettanto coscientemente poi non lo comprende o realizza più? Quindi in realtà è cosciente di abitare un corpo senza però essere pienamente cosciente di una propria menomazione fisica ora presente nel corpo dato? è questo lo spirito che lega gli atomi che danno quindi in quella frazione di secondo un errore di valutazione sensoria e motoria?
oppure più semplicemente l'io emozionale di mia nonna ha percepito la sua gamba per oltre 70 anni quindi quando pensa e consciamente decide di muoverla la memoria fisica e mentale, quindi il suo io, che le permette di prendere coscienza di se stessa e di questo stesso processo che per anni ha compiuto la trae ora in inganno, dandogli quindi l'illusione di una percezione reale di qualcosa che non è però più presente?
in parole povere è lo spirito che vuole muovere insistentemente e coscientemente una gamba che comprende perfettamente non essere presente, quindi già in partenza, prima come anche dopo che si è pensato di farlo, ma nonostante questo decide quindi consciamente di voler provare a muovere lo stesso una gamba che non c'è, o è forse la volontà memonica dell'io, legata a doppio filo ad un impulso emozionale di mia nonna a volerlo fare?
È questo lo spirito immateriale che legherebbe gli atomi nostri e dell'universo e ci donerebbe poi coscienza e comprensione di noi stessi?
Siamo d'accordo che il corpo sia controllato dall'IO il quale è "questo insieme che ci fa reagire e provare determinate percezioni che cambiano di stato e forma al nostro corpo ( esempio chimica del sangue) a seconda del loro grado di incidenza su di noi; quello che chiamiamo emozioni o sentimenti sono "solo" il cambiamento generato in noi da impulsi emotivi".
Confondi l'essere umano che è un individuo unico composto da energia e materia organizzata secondo un progetto evolutivo integrato nell'universo, con l'Essere Altro, diverso dalla nostra natura ma incatenata ad essa senza che noi ne conosciamo la causa.
Quando pensiamo alla Vita, ci rendiamo conto che il principio vitale non è la materia con cui sono composte le cellule e neppure l'energia che è alla base della loro esistenza. Tutto quello che ha Vita è diverso dal resto del mondo. La cellula non è un pezzo di pietra.
Forse parlando di questo aspetto riesco a spiegarmi meglio. C'è un punto di contatto tra una cellula morta e una viva, tra una foglia morta e una viva, tra un animale o un uomo morti o vivi. Qual è la differenza?
Cosa manca ad un uomo appena morto? Chi assicura il funzionamento delle energie vitali che definiscono un essere vivente? Che cosa è la vita, non come funziona, è l'argomento!
Quando parliamo di consapevolezza io non intendo sdoppiare il concetto di IO in un Altro IO.
Parlo di quell'esperienza interiore ( che non è semplice conoscenza, nozione, sapere) in cui l'uomo, e solo l'uomo per quanto ne sappiamo, è in grado di guardarsi dall'esterno e giudicarsi.
Ma appena allargo il campo tutto si complica. Rimaniamo al livello di "Vita uguale Spirito".
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Per rispondere alla tua domanda, cosa cambia tra un corpo vivo e uno morto?
Adesso siamo materia, cosciente di noi stessi, dopo saremo materia incosciente di noi stessi, o non più in questo determinato corpo (se tu vuoi credere a questo, se è la tua risposta o opzione più sensata dove vuoi riporre la tua speranza futura, è giusto per te che sia così). Quindi ti sei già risposto (con la tua teoria).
Adesso veniamo alla mia.
Immagina un campo di corrente elettrica, cosa fa accendere la lampadina?
Lo spirito?
No. L'energia prodotta e che circola al suo interno, energia limitata dal circuito stesso in cui è presente.
Quindi questo io secondo me, è il flusso di energia che pervade questo nostro "circuito".
Grazie allo sviluppo cognitivo della nostra specie, data dalla nostra evoluzione in sapiens, esso sviluppa e porta tramite il suo stesso sviluppo la crescita in comprensione di se stessi (diversa perché ognuno ne subisce diversamente lo sviluppo dello stesso). Quindi essa resta energia fisica come qualsiasi altra, genera calore che bruciando (se stessa magari) si trasforma anche in movimento, quindi funzioni vitali e porta alla nostra vita. Tutto sta nella forma in cui questa energia, iscritta nella materia si possa essa stessa evolvere in forme vitali (in noi coscienti) oppure sia rimasta presente in forma non vitale dentro al "circuito" in cui risiede. riassumendo, arriva questo soffio di energia, l'energia produce materia, la materia venutasi a creare da questo (portando in sé questa forma di energia) può tramite evoluzione diventare vitale (cellula) oppure rimanere materia non vivente e quindi energia inerte.
Questo comporta che forse in un futuro potremmo anche rilevare questa stessa fonte di energia vitale presente in noi.
Quindi come vedi se fosse così tutto tornerebbe, magari è così magari no (ci ho riflettuto solo adesso che ti sto scrivendo su questo aspetto, avendo rivoluzionato da poco tutto il mio approccio a queste questioni) però questa logica porta alla nostra situazione, quindi forse non mi posso spiegare come questo avvenga nei fatti (non ora almeno), ma già questo darebbe una risposta logica (senza poterla comprendere nei fatti), a che cosa sia l'io o in che modo si sia poi creata la vita (non ho una laurea in biochimica, evoluzionistica, parlo ad intuizioni sul momento), evoluzione della materia, per noi chiaramente sarebbe impossibile portare alla luce questo, potendo noi creare materia solo dalla materia, ma partendo dal presupposto di una volontà creazionale infinita, senza essere soggetta essa stessa alle nostre leggi spazio temporali finite della nostra realtà, potrebbe essere più che fattibile potere creare quindi materia stessa e iscriverne e/o sapere già poi l'evoluzione futura di stessa nella forma o specie che poi risulterebbe vivente o meno in questa nostra terra. Ma solo e comunque di energia si tratterebbe, non spirito. Perché dividere lo spirito in infiniti, finiti esseri, limitati nel loro tempo vitale, limitati dentro un universo finito anch'esso, solo per poi riunirsi ad essi, una volta terminato il tempo stesso? Se Dio è fuori da questo non sarebbe assoggettato dal tempo in esso quindi, a che pro dividere parte di se stesso in un limitato tempo, per un essere privo e libero dal concetto di tempo? Per gioco? Per passatempo? (no perché è al di fuori del tempo) quindi?
Non avrebbe tutto più senso di essere invece se noi fossimo totalmente privi del divino, ma solo sua stessa espressione in forma vitale e finita dentro il nostro universo finito, dove ci è dato comunque modo spazio e tempo diversamente, soggetti magari anche ad una selezione naturale come tutto il creato del resto, molto spesso però più perpetrata da noi stessi, ma comunque coscienti di essere vivi di se stessi e coscienti di quello che ci circonda, non ha più senso così tutto questo
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"Immagina un campo di corrente elettrica, cosa fa accendere la lampadina?
Lo spirito?
No. L'energia prodotta e che circola al suo interno, energia limitata dal circuito stesso in cui è presente.
Quindi questo io secondo me, è il flusso di energia che pervade questo nostro "circuito".
Grazie allo sviluppo cognitivo della nostra specie, data dalla nostra evoluzione in sapiens, esso sviluppa e porta tramite il suo stesso sviluppo la crescita in comprensione di se stessi (diversa perché ognuno ne subisce diversamente lo sviluppo dello stesso). Quindi essa resta energia fisica come qualsiasi altra, genera calore che bruciando (se stessa magari) si trasforma anche in movimento, quindi funzioni vitali e porta alla nostra vita. Tutto sta nella forma in cui questa energia, iscritta nella materia si possa essa stessa evolvere in forme vitali (in noi coscienti) oppure sia rimasta presente in forma non vitale dentro al "circuito" in cui risiede. riassumendo, arriva questo soffio di energia, l'energia produce materia, la materia venutasi a creare da questo (portando in sé questa forma di energia) può tramite evoluzione diventare vitale (cellula) oppure rimanere materia non vivente e quindi energia inerte."
allora la questione da accettare è Dio che ha creato tramite volontà, questa energia rilasciata poi nel momento del big bang col presupposto che poi tramite evoluzione della stessa sarebbe diventata materia vitale (questa energia la si può chiamare spirito se si vuole, ma dopo risulterebbe il problema che quello che è l'essenza stessa di concetto di spirito ci è a noi totalmente ignoto, ma se fosse così, dovrebbe essere poi dentro di noi, quindi dovremmo non solo percepirlo, ma sentirlo e viverlo su di noi e quindi darne o poterne dare descrizione esattamente come facciamo sulle e per le emozioni o sentimenti che proviamo e sentiamo in noi e da questa energia stessa derivate tramite comprensione di sè, oltretutto rilevabili tramite mutamenti fisici/chimici presenti in noi. Non potendo però applicare questo al concetto stesso di spirito escludo quindi questa definizione in essere), quindi per esclusione questa energia si è trasformata tramite evoluzione della materia che la racchiude nello stesso IO che noi percepiamo e invece comprendiamo benissimo, sia in essere e quindi anche in avere enorme rilevanza dentro a questo corpo, dentro questo circuito in cui esso adesso circola liberamente ed è presente quindi in maniera conscia di sé. Questo fino a che il corpo cioè la materia, evoluitasi in materia vitale, quindi la/le cellule viventi del mio corpo lo permettono. Questo torna senza contraddire, anche con l'esempio dell'arto fantasma, se è come ipotizzavo sempre l'IO a sentire e percepire questo.
Riassumendo : in origine l'energia si è trasformata in materia, questa materia quindi, provvista sempre di questa energia al suo interno (come il funzionamento di un circuito acceso su ON), ha permesso alla materia inerte di evolversi in materia vitale, le cellule, e tramite evoluzione della stesse diventare, ottenute le necessarie capacità cognitive ottimali (per adesso solo nell'uomo) il nostro io cosciente. Dopo con la morte, il corpo e tutto quello che esso racchiude, ritorna quindi in stato di materia incosciente (circuito spento su OFF) quindi in stato d'essere non vivente e non cosciente (non essendoci più i presupposti cognitivi dovuto alla morte del corpo) come lo è tutto il creato/materia privo di vita (o dove non si è evoluta la cellula), ma sempre con questa energia al suo interno ora inerte. ON/OFF. Ti risulta più familiare adesso?
quindi in parole povere lo stesso procedimento usato da Dio su larga scala sfociato in quello che noi poi definiamo big bang ha portato tramite sua stessa volontà in essere e modo, alla creazione di questo universo finito, lo stesso procedimento riportato poi dentro questo universo su scala atomica o sub atomica o come la si vuole chiamare, tramite l'evoluzione di questa energia dovuta all'entropia, quindi all'evoluzione nel tempo della stessa in materia, ha portato grazie a questa stessa energia ancora racchiusa al suo interno, la primordiale e ancora presente attorno a noi materia inerte, diventata poi qui sulla terra origine di vita, la prima cellula, quindi acqua, piante, animali e infine l'uomo, una volta passati da scimmie antropomorfe a ominide, a uomo primitivo, fino a i giorni nostri del sapiens, trovando quindi sin dal primo ominide un corpo adatto con i giusti sistemi cognitivi, evolvendosi in essi e insieme a questi è diventato l'IO che tutti conosciamo ora, quindi la nostra coscienza di sé. Noi siamo l'IO che abita il nostro corpo/materia e che morirà, si spegnerà, tornerà quindi semplice energia inerte al suo interno, una volta finito e terminato il tempo di questo corpo.
Quindi nessuno spirito sceso dal cielo, solo riproduzione cellulare, evoluzione, l'IO è iscritto già dentro ognuno di noi, in ogni cellula del nostro corpo.
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Che dici bolle quest'acqua o no?
… se ti infastidisce il "fiume di parole"… M figurati! Mi spiace che ti sia sentito toccato ma volevo scherzosamente farti notare che le divagazioni possono distrarre dal punto fondamentale della discussione. Non solo rispetto le tue idee anche se le contraddico, ma come ti ho già accennato sto salvando in file diversi tutte le nostre chiacchierate con l'idea, tempo e voglia permettendo, di racchiuderle riunendole in una unica opera complessiva e completa. È solo un'idea… Questo per riconfermarti non solo l'interesse ma anche il piacere di parlare con te.
Naturalmente aspettati il seguito.
Quindi la Vita è energia fisica che dà inizio a una cellula ( che è originariamente un ammasso di molecole di elementi chimici inanimati ) la costruisce secondo un progetto e in un certo momento la fa vivere rendendola individuo indipendente pronto per la sua evoluzione fino all'auto coscienza.
E questa energia chiamata vita è presente nel cosmo che già ha un suo progetto evolutivo generale in cui è inserita la cellula in questione ( magari è il protozoo o l'uovo che sarà embrione di un futuro uomo).
Questa energia per qualche motivo strutturale svanisce in un certo momento lasciando le cellule del corpo ( nel caso uomo) a destrutturarsi e a sgretolarsi in materia diversa ed energia varia secondo un ciclo preciso.
Una cellula utilizza molecole di atomi per costruire il suo doppio. A un certo punto quando è tutto pronto la cellula soffia la vita nel suo duplicato - e le cellule si moltiplicano usando la loro energia vitale per trasferirla nelle nuove cellule. L'energia che serve per duplicarsi viene ricavata dalla materia che serve da cibo.
La cellula agisce nel modo programmato nel suo dna dove risiede tutto il suo progetto. Il progetto si è strutturato nel tempo secondo le leggi della evoluzione/selezione.
Tutto bene? No.
C'è un buco nel ragionamento.
"le cellule si moltiplicano usando la loro energia vitale per trasferirla nelle nuove cellule."
Se non fosse così come farebbero le nuove costruzioni chimiche a diventare vive?
Ma cosa significa trasferire energia vitale? Cosa vuol dire soffio?
Qual è il preciso momento in cui un ammasso chimico diventa vivo?
E cosa significa che l'energia-materia diventa, per evoluzione, Vita? Diventa, come?
Dio può aver fatto la magia iniziale col big bang, ma il resto si chiama evoluzione entropica?
Manca qualcosa!
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Riassumendo : Dio "crea/soffia" questa sua "volontà creativa", crea quindi questa bolla di realtà, donando l'energia fisica che permette all'interno di essa l'accendere la miccia al bing bang universale, da questo scoppio iniziale di energia inizia attraverso il processo entropico, creando di fatto all'interno di esso il tempo e lo spazio, e quindi il formarsi dell'universo stesso e successivamente al formarsi sempre all'interno di esso, la materia (che al suo interno a sua volta come sappiamo è sempre composta da energia (quindi atomi in movimento), la materia quindi diventa galassia, pianeti, terra, nella terra si vengono a creare le giuste esatte condizioni di interazioni tra questa materia ivi presente, affinché l'energia racchiusa in questa materia diventi e quindi subisca la traformazione nella prima materia cellulare, quindi l'inizio della vita, il resto è storia.
Poi a seconda del grado di livello cognitivo presente nella materia vivente stessa, quando essa è in vita attiva, quindi quando questa energia racchiusa al suo interno trova le giuste condizioni da permettere il crearsi ed evolversi di questa materia cellulare, diventare poi, a seconda dei casi evolvendosi quindi in forme sempre più complesse, pianta o animale. In questi ultimi, questa energia all'interno dei loro corpi, iscritta in ogni loro cellula che regola quindi ogni loro funzionamento vitale, diventa, nelle loro funzioni cognitive, istinto. Poi durante l'evoluzione delle varie specie succede che in un certo tipo di scimmie antropomorfe, questa energia cognitiva che è ancora legata all'istinto, trova un possibile sistema cognitivo, in un corpo adatto tramite ulteriore evoluzione in cui fare essa stessa un ulteriore salto evolutivo ( cioè la prima forma di energia vitale che associata ad uno sviluppo cognitivo più evoluto diventa quindi cosciente di sé), arrivano così i primi ominidi, poi gli uomini primitivi, infine i sapiens e oggi noi, quindi il nostro stesso Io, cioè quello che adesso ti sta scrivendo questo che il tuo IO Aa sua volta decifra e conprende a suo modo. l'IO quello che può quindi riuscire a comprendere se stesso e il creato che lo circonda.
Quindi nessun nuovo "soffio" e nessuna fuoriuscita di questa energia (una volta morto il corpo, il sistema cognitivo non può più supportare l'IO, quindi tutta questa energia vitale, compresa la nostra coscienza di noi stessi, presente e iscritta in ogni cellula del nostro corpo, rimane al suo interno, ma inerte, si spegne il circuito, OFF, cioè siamo materia non più vivente, quindi anche non più cosciente di se stessa, ma come ogni materia presente nell'universo viva o inerte che sia, racchiude ancora in sé l'energia universale, torniamo praticamente al primo stadio della materia stessa quindi, possibile fonte di energia, ma non più vivente materia), ma solo diretta iscrizione in ogni cellula presente nei nostri corpi, esattamente come la scienza ci dice che accade, riproduzione/evoluzione cellulare. Nessun buco, tutto torna, cioè deve essere e tornare tutto coerente con quello che già abbiamo compreso, quindi alla nostra stessa evoluzione e conprensione di noi stessi. Ciò che cambia radicalmente invece riguarda solo il nostro modo di porci ora riguardo al capire e poi comprendere, non tanto il perché o il come, ma il dove nasce questa stessa comprensione, cioè il nostro stesso IO, la nostra vera essenza (non l'anima, non lo spirito, ma energia fisica arrivata ad essere prima energia vitale e poi energia vitale cosciente di sé).
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Cioè è più la cellula che per rimanere un circuito attivo su ON brucia determinata energia vitale, o è più l'energia vitale che per poter continuare il suo stesso scorrere invecchia a seconda dei casi la cellula stessa e quindi debilita il suo stesso circuito? Avendo più o meno tutti una durata simile opterei per la seconda ipotesi personalmente, quindi in teoria, potenziando come si è visto la medicina e le scienze applicate ad essa, il mantenimento del corpo si prolunga e la vita media si allunga parecchio, potremmo quindi ipotizzare, che in futuro la vita possa durare molto più a lungo, ma comunque non all'infinito nel tempo visto che a suo modo, come abbiamo già ipotizzato, in ogni caso, anche lo spazio e quindi il tempo sono finiti come per tutto all'interno di questa stessa realtà finita, essendo il tempo stesso già ad ogni modo presente in ogni sua forma anche se non percettibile o accessibile (dovuto al processo entropico e non potendo noi raggiungere la costante di velocità della luce) al suo interno da chi è parte (cosciente, quindi noi) e iscritto nel sistema stesso.
"L'errore umano (dell'io stesso quindi) è sempre stato a mio parere quello di credere che questo Essere che sente e percepisce in sé, sia dissociato in qualche modo dal se stesso che pensa o agisce, come se questo "io" fosse solo parte della sua psiche e non l'energia vitale iscritta nelle cellule cognitive del suo essere presente all'interno del proprio corpo."
segue: il nocciolo della questione.
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Perché un neonato non ha paura di un orso se lo vede per la prima volta e magari gli fa lui il verso? Perché non associa ancora l'orso alla paura della propria possibile morte fisica, quindi non comprende ancora questo associato alla propria morte, la sua dipartita anche in coscienza, quindi quella dello stesso suo IO che ancora non ha pienamente compreso essendo in fase di sviluppo tutto questo.
Da qui l'IO stesso, dal momento che quindi acquista la vera e reale comprensione della propria morte si attiva in un processo di propria autodifesa, che lo porta a percorrere ogni strada possibile per avere una possibile via d'uscita da questa stessa. Quindi la fede in una vita dopo la morte (qualsiasi essa sia), ma per fare questo deve fare credere prima di tutto a se stesso, quindi autoconvincersi totalmente o quasi totalmente di avere in se un anima o spirito di qualsiasi forma o natura fisica, immateriale, astratta, qualsiasi essa sia basta che esuli o vada al di fuori dal mantenimento del corpo stesso in cui risiede. Tutte le religioni contemplano la morte come un passaggio, tutte le scienze infondo si abilitano per trovare un rimedio alla morte fisica, l'uomo ha sempre cercato questa via d'uscita nelle fede o nella scienza, perché l'uomo stesso, quindi la coscienza di sé cioè l'IO non accetta la propria stessa morte come risposta data. Per fare questo quindi necessita di dissociarsi da se stesso, ma essendo esso stesso la natura data della nostra comprensione non può esularsi o dissociarsi completamente dal suo stesso essere, quindi si autoconvince che ci deve essere altro in noi oltre a se stesso.
Rifletti ora con onestà su questo.
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Quindi l'unica cosa rimasta da fare è quello che siamo, quello che l'IO stesso è, quindi quello che ognuno di noi fa al meglio delle sue possibilità, amando per questo ancora più consciamente la vita stessa se riesce a non farsi sopraffare da essa, essendo questa l'unica, malgrado ogni sofferenza e ingiustizia in essa presente che abbiamo data, cioè comprendere se stesso, dare se può parte di se stesso perché altri come lui, ma singoli unici e diversi da lui, portino avanti il suo stesso viaggio, nella comprensione dell'uomo stesso, singolo e come specie in relazione a se stesso, agli altri come lui e al mondo che lo circonda dentro e fuori da questa nostra casa, della vita che ognuno di noi spetta vivere o comporta e accettare quindi nonostante tutto, nonostante la paura, nonostante il proprio stesso egoismo che ci porta a non fare questo, se non costretti magari dalla evidenza dei fatti, la propria stessa fine in essa.
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