




Descrizione: da definire...
Incipit: Se siamo d'accordo che il Tutto (l'universo) non è né eterno né infinito, siamo anche d'accordo che ha…
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La vita sappiamo che si è evoluta dall'energia presente in questa realtà sotto forma di materia.
Tu continui a chiederti della scintilla, cosa ha portato un cristallo od una semplice roccia o dei semplici o complessi processi chimici a diventare vita?
Io ti posso rispondere la loro interazione, in qualche modo essi tramite interazioni favorevoli al processo che noi poi abbiamo denominato vita si sono combinati e sono diventati cellula.
Il resto lo sappiamo già, come sappiamo già gli altri cambiamenti evoluzionistici di queste cellule che le hanno portate poi fino alla coscienza di loro stesse, noi.
Ma noi siamo diversi da un animale ed una pianta no?
Certo. Lo siamo esattamente come è diversa una pianta da una roccia, o come un animale è diverso a sua volta da una pianta.
Evoluzione del sistema organizzativo cellulare chiamato vita.
Noi siamo diversi vero, siamo speciali, abbiamo coscienza e quindi comprensione.
Siamo però così speciali che se domani per qualsiasi motivo le piante sparissero completamente dal pianeta noi le seguiremo subito dopo, nonostante la nostra coscienza e comprensione.
Quindi per tutte le forme di vita lo scopo delle cellule viventi in loro è il loro sentimento primordiale il loro proto sé che tende al loro mantenimento nel loro spazio e tempo dato dal loro essere in divenire in questa realtà, come qualsiasi altra cosa ivi presente non in vita, dalle stelle ai buchi neri.
Il senso invece di questo scopo è solo nostro almeno a livello di possibile coscienza di esso.
Come detto le piante e anche gli animali, come qualsiasi altra cellula o altra forma di interazione chimica di cui necessitano per rimanere in vita, come può essere l'acqua per esempio, mantengono sempre tutto questo in costante evoluzione tutto questo meccanismo, questo sistema o ciclo vitale, di cui ora da qualche millennio abbiamo anche noi preso parte, ma questa volta diversamente. Noi non manteniamo nessun equilibrio, noi lo disfiamo l'equilibrio. E facciamo questo proprio perché noi abbiamo la soggettività.
Con questa nostra soggettività noi assoggettiamo tutto a nostro beneficio e consumo, sempre per il nostro mantenimento dovuto allo stesso meccanismo primordiale presente anche nelle altre forme vitali non coscienti dello stesso.
Quindi noi essendo soggetti abbiamo acquisito proprio in virtù di questa soggettività del corpo di se stesso
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Noi quindi possiamo comprendere non solo la nostra soggettività ma anche tutto ciò di vitale o meno che non la presenta in essere e divenire.
Ecco il senso.
Non c'è altro, c'è solo tutto l'universo da poter comprendere, compreso anche il nostro personale dettato dalla nostra soggettività.
Non mi sembra poco o qualcosa di cui lamentarsi se paragonato al resto che non né presenta affatto di senso cosciente in essere e divenire, nonostante sia vita esattamente come noi, solo evoluzionisticamente differente.
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Lo spirito come hai detto è qualcosa di associabile solo ad uno stato non in divenire, ma solo in essere, cioè assimilabile all'origine esterna della realtà finita, quindi non in divenire. Tutto ciò che è finito materia o materia definita poi vitale ha il suo essere solo legato al suo divenire.
Se quella delle piante o animali la definiamo vita, essa è nel suo essere in divenire, quindi inizio, mantenimento, fine.
Perché allora in esse non attribuiamo mai "scintille" o aspetti così "speciali" da portarle o elevare a loro volta ad essere Altro?
Cosa dovrebbe presentare di diverso la nostra?
Per quale motivo dovrebbe essere diversa, se non solo dovuta alla nostra soggettività quindi, al nostro voler comprenderne il senso evoluzionisticamente posto?
Il senso è la comprensione stessa infatti come suggerisco.
Quindi comprendere più a fondo noi stessi e la realtà in cui siamo posti sempre e durante questo inizio, mantenimento e fine.
Che questo sia poi tutto frutto del caso (Nulla) oppure espressione di una creatività Altra (Dio), tramite evoluzione della materia, dal nostro punto di osservazione dato a possibile comprensione però è totalmente irrilevante essendo questo aspetto solo collocato fuori dalla nostra realtà.
Tutto ciò che perciò esce da questa realtà in movimento, quindi tutto ciò che noi attribuiamo o possiamo attribuire un senso di immutabilitá a noi collegato, è illusione dell'io, tutto ciò che esce dall'essere in divenire nel tempo e nello spazio finito è solo illusione di immortalità o eternità dell'essere senza divenire, non qualcosa di vivo quindi ma un Nulla.
Eterno ed infinito quindi non sono termini associabili alla vita, come noi crediamo che siano, ma al Nulla.
Ecco perché ho chiamato questo "inganno" dell'io.
70 parole: "La vita sappiamo che si è evoluta dall'energia presente in questa realtà sotto forma di materia. Tu continui a chiederti della scintilla, cosa ha portato un cristallo od una semplice roccia o dei semplici o complessi processi chimici a diventare vita?
Io ti posso rispondere la loro interazione, in qualche modo essi tramite interazioni favorevoli al processo che noi poi abbiamo denominato vita si sono combinati e sono diventati cellula".
70 parole per dirmi come funziona "in qualche modo" il processo ma non dici cosa lo genera.
Credo che tu non possa rispondere diversamente: dovresti inventarti un'alternativa più fantasiosa di quella che ti propongo io. E sono curioso.
Le cose che dici con le altre 830 parole sono inutili ripetizioni di cose che sappiamo entrambi ma che non c'entrano con il tema che ho proposto: cosa è la vita? ( non come funziona).
Precisi di nuovo che la vita è non scintilla, ma interazioni chimiche della materia.
Hai aggiunto una spiegazione che non ho dato, concludendo con la frase criptica: Tutto ciò che è finito materia o materia definita vitale ha il suo essere in divenire".( ma che vuol dire?)
Poi hai aggiunto una conclusione dopo un altro giro di parole che non c'entrano con la mia domanda:
"Che questo sia poi tutto frutto del caso (Nulla) oppure espressione di una creatività Altra (Dio), tramite evoluzione della materia dal nostro punto di osservazione dato a possibile comprensione è totalmente irrilevante essendo questo collocato fuori dalla realtà stessa."
Se non ho capito male dici che siccome la cosa (lo spirito? Dio?) è fuori dalla realtà stessa, non ci è dato comprendere, per cui la risposta qualunque essa sia è irrilevante.
Caro Avvocato, questa requisitoria non mi è piaciuta. Resto in attesa, magari sul forum?
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Ti rispondo cosa succede quando noi stessi portiamo la vita? Scintille? Scende lo spirito dal cielo e si fonde col feto? Erano già fusi prima del concepimento?
No. Succedono interazioni biochimiche tra due componenti biochimici che come risultato di una fusione tra essi portano una nuova cellula.
Quindi la risposta è come ti ho scritto sopra interazioni chimiche favorevoli al venirsi a creare della stessa, ma sempre di materia si tratta, di particelle in movimento. Energia dovuta a un moto, perché niente è fermo in essere in questa realtà, quindi niente di eterno o infinito ha portato alla materia che ha portato alla definizione di questa sua nuova forma da noi chiamata vita. Una pianta non la chiama in nessuna maniera, un animale non la comprende ma essa esiste ugualmente, quindi la comprensione per quanto poi sia il nostro senso che possiamo attribuire ed accompagnare allo scopo comune a tutte queste forme, non è indispensabile alla stessa, non siamo così speciali da meritarci di uscire fuori dal processo in cui si esprime ogni cosa all'interno di questa realtà.
Per fare comprendere però che non poteva essere lo spirito erano necessari a mio avviso gli altri passaggi.
Essere in divenire vuol dire inizio, mantenimento e fine.
Questo processo vale su ogni materia presente in questo universo che noi chiamiamo realtà, compreso esso stesso, avendo anch'esso avuto un inizio, un suo mantenimento (o espansione ancora presente) e avrà poi nel suo tempo e spazio posto, essendo finito, una sua fine.
Come fai ora a comprendere in una realtà di questo tipo qualcosa che non né ha mai fatto parte? Cioè qualcosa che è, senza avere un inizio, un mantenimento e una fine? Ecco perché qualunque situazione così posta solo "in essere" abbia poi portato alla realtà, è per noi totalmente irrilevante. Perché appunto non ci tocca e non ha mai toccato nulla in questa realtà nella sua condizione di solo essere, senza dover divenire. Quindi non né ha mai fatto parte.
Se tu con qualsiasi sentire o percezione guardi e ti rivolgi a questo, è inganno dell'io, ti inganni cioè o di poterne già fare parte coscientemente, tramite tue intuizioni, fedi, dubbi o speranze, o di potere raggiungere questo stato di solo ed esclusivo "in essere" (la tua consapevolezza nel tuo caso) dopo la morte, quando tutto nella tua realtà data però ti dice che così non può essere. Perché nulla in questa realtà, perfino la realtà stessa, non presenta questa condizione di solo in essere posta, ma solo se esso è in divenire, inizio, mantenimento, fine. Tutto in questa realtà, vivo o non vivo, segue questo processo, senza nessuna eccezione.
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Cos'è la vita?
Interazioni chimiche favorevoli all'evoluzione della materia sotto nuova forma presente in divenire. Ripeto noi siamo diversi da una roccia, come a suo modo una pianta è diversa da noi, presenta cioè diversi stadi di interazione chimica tra la materia di cui è composta
Esiste lo Spirito?
Se per spirito intendi qualsiasi aspetto o condizione diversa dal processo universale di inizio, mantenimento e fine ivi presenti, no lo spirito non esiste.
Quindi lo spirito è inganno dell'io?
Qualsiasi convinzione, fede, dubbio, speranza, illusione porti in essere e divenire (perché anche il pensiero è in essere e divenire, non è immutabile) a credere o percepire di poter superare in essere il processo di inizio, mantenimento e fine universale, è inganno dell'io.
Un abbraccio.
Comunque da qualche parte bisogna cominciare a ragionare, altrimenti sai che noia!
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