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Il filosofo curioso

(aforisma filosofia, brevissimo - per tutti)
Tempo di lettura: meno di 1 minuto
28 visite dal 30/04/2022, l'ultima: 2 giorni fa.
5 recensioni o commenti ricevuti
Autore di quest'opera:
avatar di Giancarlo Rizzo
nwGiancarlo Rizzo
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Descrizione: da definire...

Incipit: Non vedo l'ora di morire per veder come va a finire…


Il filosofo curioso
file: opera.txt
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Elenco Tag dell'opera:
#finire(2)



Recensioni: 5 di visitatori, 8 totali.
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recensore:

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Recensione o commento # 1, data 11:12:38, 30/04/2022
Sarebbe bello che si potesse realmente fare, ma purtroppo credo che una volta morto per forza di cose la risposta ti/ci sfuggirà sempre. Godiamo per quel e come si può il presente Giancarlo, è bello comprendere e cercare di comprendere, sono il primo sia a farlo che a dirlo, ma ricordando sempre che questa vita è l'unica cosa che abbiamo di certo che ci appartiene di diritto, almeno per quello che noi possiamo e abbiamo possibilità di vivere al meglio, nonostante poi ogni sofferenza dovuta alla sorte o a noi stessi che la aiutiamo, il resto, non sta a noi sapere (lo so che c'era anche dell'ironia di sottofondo nella tua opera, ma so anche che in fondo tu ci speri e fai bene a farlo se questo ti sprona o ti fa stare meglio).



recensore:
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nwGiancarlo Rizzo
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risposta dell'autore, data 16:04:29, 30/04/2022
L'ironia, te lo comunico ufficialmente, questa volta era al 100%. É vero che mi prendi sempre troppo sul serio; sono conosciuto tra i miei conoscenti come uno "Scerzone" ovvero quello che non sai mai se scherza o fa sul serio, e io mi diverto moltissimo.



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nwGiancarlo Rizzo
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risposta dell'autore, data 16:41:17, 30/04/2022
In verità i pensieri che hanno determinato l'aforisma sono i seguenti:
Se il tempo non esiste e io sono sempre nel presente vuol dire che l'universo esiste da sempre e per sempre.
Io sono dovunque sia consapevole di me stesso.
Perché sono consapevole nel momento qui e ora ?
Come faccio a far "viaggiare" la mia consapevolezza in altri momenti?
Andrei avanti e indietro nello spazio-tempo, per esempio prima della mia nascita e dopo la mia morte umana.
Perché, se la mia consapevolezza è qui e ora, non potrebbe essere anche in altri momenti?
C'è bisogno di una trasformazione, di una liberazione dalla deformazione mentale che mi caratterizza come uomo legato al corpo fisico.
Sono sicuro di essere diverso da come sono ora; lo so per intuizione.
Devo solo trovare il modo di evadere dalla prigione. Possibile che l'unica soluzione sia la morte?

consapevolezza.html



recensore:

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Recensione o commento # 2, data 16:59:43, 30/04/2022
Purtroppo il tempo esiste, per NOI esiste. La nostra consapevolezza è legata al presente perchè noi abbiamo accesso solo a questo tipo di realtà.
Il fatto che sia vero che il tempo in realtà sia un unicum in ogni momento cioè che il presente si compone di passato/presente, presente/attimo e futuro/presente tutti già esistenti, è anche vero però che essi siano potenzialmente osservabili contemporaneamente solo da altri punti di vista, non il nostro, ma quello di Dio/Tutto stesso perché 1) l'ha creato lui consapevolmente di propria volontà e 2) può avere la visione d'insieme proprio perché è all'ESTERNO di questa bolla di spazio/tempo, quindi vedendola e percependola nel suo stesso inizio/espansione/fine ha la visione unicum del tempo e lo spazio stesso.

Questo è totalmente impossibile da osservare dall'interno, ergo abbiamo solo consapevolezza del presente che viviamo e quindi la linearità del tempo percepita in base al concetto entropico.

Quando moriamo siamo sempre dentro la bolla, non possiamo averne risposta o visione quindi, quando poi la bolla cessa la sua esistenza, non sta a noi sapere cosa accadrà (io penso che abbiamo già adempito al nostro scopo dentro la bolla stessa, dandone tramite nostra presenza e comprensione, motivo stesso e ragione per cui è stata voluta in essere da Dio).



recensore:

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Recensione o commento # 3, data 18:15:21, 30/04/2022
Provo ad essere più chiaro, noi percepiamo come presente l'attimo stesso ed è solo qui che regna la nostra comprensione, abbiamo poi ricordo/passato e intuizione/previsione/dubbio/ignoto sul futuro.

Allora è vero che guardando da un altro punto dello spazio tempo, se si osserva la terra si vedrebbe nel PRESENTE di chi osserva o il passato o il futuro della terra, ma questo solo riferito a noi che la abitiamo, ma dal punto di chi osserva quello sarebbe solo nel suo presente, comunque il passato della terra, visto dal suo punto di osservazione, come per noi è sempre il passato della stella la luce che ci arriva nel nostro presente dalla stella stessa che vediamo. Questo sempre in virtù dell'entropia, quindi la percezione oggettiva lineare del tempo, di chi osserva un determinato oggetto in movimento (qualsiasi cosa esso sia, essendo ogni cosa formata e composta da atomi in movimento) dal momento che questa è una legge universale che domina questa realtà. Quindi in realtà il tempo è si un unicum, ma solo per chi può essere contemporaneamente in più punti diversi nello spazio/tempo a guardare un determinato oggetto in movimento, a diverse distanze nello spazio e quindi nel tempo. Oppure semplicemente osservando l'universo dal di fuori dell'universo stesso (quindi il punto di osservazione di Tutto/Dio) dove può per questo conoscere/comprendere/osservare, ogni singolo aspetto dello spazio e del tempo contemporaneamente.



recensore:
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nwGiancarlo Rizzo
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risposta dell'autore, data 20:41:16, 30/04/2022
Nulla da dire per quanto sia la realtà in cui viviamo, compresa la relatività.
Però contesto il tuo modo di ragionare.
È come se tu dicessi: esiste sì l'America ma soltanto per chi ci può andare e siccome noi non possiamo muoverci dall'Italia, per noi è impossibile neppure immaginarla. Questo spetta solo a chi può osservarla dall'esterno: dio che l'ha creata.
Anche se non possiamo fare una determinata cosa non significa che quella cosa non esista.
Quando moriamo siamo sempre dentro la bolla, non possiamo – o non siamo in grado, per ora- averne risposta o visione quindi, quando poi la bolla cessa la sua esistenza,
- Quando moriamo non sappiamo assolutamente nulla di quello che succede. Lo sai che sono curioso.
non sta a noi sapere
– Cosa vuol dire ? a chi spetta?
Io penso che abbiamo già adempito al nostro scopo
- Quindi sai qual è lo scopo della tua vita?
dandone motivo e ragione per cui è stata voluta in essere da Dio.
- Dio ti ha detto che questo è lo scopo della tua vita? Come e quando te l'ha detto? Ti ha dato la fede?
Questo è totalmente impossibile da osservare dall'interno,
- ma è immaginabile quindi possibile. Chissà in futuro…
ergo abbiamo solo consapevolezza del presente che viviamo e quindi la linearità del tempo percepita in base al concetto entropico.
– d'accordo, non abbiamo scelta, per ora.
Ritornando alla domanda: perché abbiamo consapevolezza solo del presente qui e ora?
La tua risposta è : se le cose stanno così è perché devono stare così: dio lo vuole!



recensore:

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Recensione o commento # 4, data 21:05:34, 30/04/2022
Infatti ho detto che il tempo è si un unicum di fatto, esiste un passato e un futuro presente tanto quanto è presente il presente stesso. Questo però non cambia il nostro punto di vista sempre e comunque lineare del tempo, quello che cambia è solo il nostro confrontarci e porci in visione e sapere di questa nostra consapevolezza presente, sapere che pur non avendo libero arbitrio incidiamo attivamente e in piena responsabilita sul futuro già presente dell'universo stesso. Il fatto che tu sia curioso o protendi verso una futura comprensione anche dopo la morte fisica, non cambia però il fatto presente in cui tu stesso vivi e le leggi che governano l'universo e noi di conseguenza essendo inscritti e formati dalla stessa materia in esso. Quindi ti ripeto se questo ti aiuta a stare meglio o ti sprona intellettualmente, o "spiritualmente" a tuo modo di sentire, son contento per te, perché è quello che il tuo essere stesso cerca e in cui si fonda probabilmente. Il mio modo di sentire differisce dal fatto che accetto la mia situazione, il mio ruolo in questa realtà per quello che ho facoltà di essere e agire attivamente. Questo non me lo ha detto Dio, l'ho compreso, comprendendo me stesso. Quindi si, comunque parafrasando, posso dire che me lo ha "detto" Dio, dal momento che è Dio stesso che ha voluto darmi questa comprensione di me, dove questa poi porta, quello che reputo giusto o vero, dipende dal mio stesso sentire e percepire questo. La stessa cosa puoi affermarla anche tu sul tuo diverso sentire che ha lo stesso peso del mio, dal momento che non è che dobbiamo convincerci a vicenda, ma solo confrontarci sul nostro diverso sentire. Ognuno di noi ha un universo personale da disvelare a se stesso, ognuno differente dall'altro. Anche solo comprendere e riuscire a fare questo nell'arco di tempo che ho concesso, questo fatto già da solo da pienamente senso a quello che sono e al perché sono. Senza bisogno di sapere o volere comprendere altro che invece sia al di fuori della mia comprensione e quindi della mia realtà, sia personale (universo interiore), che condiviso (universo/creato).



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Recensione o commento # 5, data 21:20:49, 30/04/2022
Quello che noi deduciamo viene sempre dalla stessa logica che poi nel mio caso mi da modo di comprendere che per quanto immagini non avrò mai risposta data reale di fatto, né da vivo, né da morto. Quindi quando dico non sta a noi sapere, intendo che noi non siamo stati fatti per comprendere questo. Altrimenti ne avremo già modo dato, inscritto nella nostra comprensione (cioè l'anima se così fosse) di averlo già comprenso anche solo in parte magari, invece dal primo uomo all'alba del tempo, al neonato venuto al mondo oggi, niente, buio totale. Questo vuol dire che la nostra consapevolezza, anche al limite della sua possibile capacità (non parlo necessariamente di me, ma di ognuno di noi), non può nemmeno arrivare lontanamente vicino a questo.





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